Spesso associamo alla figura dell’ambientalista l’immagine di una persona che lotta, tiene comizi, marcia per le strade, combatte con forza, porta avanti scioperi della fame. Ma non sempre è così: alcune personalità svolgono un lavoro eccezionale per l’ambiente sensibilizzando gli altri e le altre attraverso diversi mezzi di comunicazione.
Anne De Carbuccia è, in questo senso, sicuramente un’ambientalista fuori dal comune; unendo la sua passione per la natura e per l’arte ha trovato infatti un modo del tutto nuovo per farci comprendere effettivamente quanto la questione climatica sia una vera e propria emergenza sotto tutti i punti di vista.

Anne è un’antropologa-artista franco-americana, laureata presso la Columbia University sia in storia dell’arte che in antropologia. I suoi studi si sono sin da subito indirizzati verso la questione ambientale, in particolare verso l’Antropocene (epoca geologica attuale, caratterizzata dal forte impatto umano sull’ecosistema).
Da sempre appassionata di arte e fotografia, Anne intraprende un percorso nuovo, straordinario, per mettere in luce la crisi ambientale. Decide infatti di iniziare a viaggiare e di immortalare in giro per il mondo «quanto ancora abbiamo, quanto possiamo perdere e quanto abbiamo già perso».
Con il tempo, le sue fotografie, che documentano e preservano la memoria di luoghi, animali e culture a rischio, diventano migliaia e le danno l’idea di installare vere e proprie mostre d’arte, fotografica e non, aventi come tematiche principali gli oceani, la natura, e le specie in via d’estinzione. Alle foto si aggiungono murales, installazioni, graffiti, riprese video.

Nascono così la fondazione Time Shrine Foundation, negli Stati Uniti, e l’associazione One planet One future, in Italia, che cercano di «ispirare l’azione – sia individuale che collettiva, privata e pubblica – attraverso arte, programmi educativi, esibizioni ed eventi in continua evoluzione».
Time Shrine Foundation ritiene che le nuove generazioni debbano partecipare immediatamente alla ricerca di soluzioni per proteggere e salvare il pianeta e ha dato vita a un progetto educativo, digitale e gratuito, che dal 2016 si rivolge a studenti di ogni luogo e di ogni fascia d’età per riflettere su comportamenti, danni, responsabilità, opportunità. A partire dall’arte di Anne, il sito One planet One future offre una serie di lezioni su animali in via d’estinsione, oceani e ghiacciai fragili, inquinamento e soluzioni (https://oneplanetonefuture.org/it/lezioni/).
Il suo lavoro è stato riconosciuto anche dall’Onu che l’ha spesso invitata a dibattiti ed eventi per la salvaguardia di clima ed oceani.
Non solo arti visive e fotografia: Anne infatti ha curato il cortometraggio One Ocean, presentato alla 75° edizione del Festival del cinema di Venezia, e lavora costantemente contaminando pittura, scultura, graffiti e fotografia.
Tra i suoi allestimenti, particolarmente suggestiva è la mostra Time Shrine (“altare del tempo”), in cui Anne inserisce nei suoi scatti un teschio e una clessidra, simboli concreti dell’emergenza ambientale che stiamo vivendo: sono note le immagini che mostrano la spazzatura ad alta quota lasciata dai/dalle turisti/e sul monte Everest, e una vera e propria “costellazione” di stelle marine in via d’estinzione nel mar dei Caraibi.

A dimostrazione di quanto l’arte sia un linguaggio universale, Anne ha portato in giro per il mondo le sue opere, che riescono a “gridare in faccia” quanto poco tempo abbiamo per salvare il nostro futuro sulla terra.
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Articolo di Marta Vischi

Laureata in Lettere e filologia italiana, super sportiva, amante degli animali e appassionata di arte rinascimentale. L’equitazione come stile di vita, amo passato, presente e futuro, e spesso mi trovo a spaziare tra un antico manoscritto, una novella di Boccaccio e una Instagram story!