Il ruolo dei Social Media

«Il concetto chiave non è più la presenza in rete, ma la connessione: se si è presenti ma non connessi, si è soli» (Antonio Spadaro).

I Social Media sono servizi che offrono la possibilità di condividere su Internet contenuti testuali, immagini, audio e video. Molte e molti utenti adottano la pronuncia inglese (midia), per il termine “Media”, ma pochi sanno che deriva dal latino “medium” ossia “mezzo, strumento”. Essi ricoprono un ruolo fondamentale nella vita degli e delle adolescenti. Sono una vera e propria struttura sociale e rendono possibile, virtualmente, l’interazione con il prossimo.

Ci sono sei tipi di Social Media, secondo Andreas Kaplan e Michael Haenlein:

Blog e micro-blog (es: Twitter)

Siti di social networking (es: Facebook)

Mondi virtuali di gioco (es: World of Warcraft)

Mondi virtuali sociali (es: SecondLife)

Progetti collaborativi (es: Wikipedia)

Content communities (community che condividono materiale multimediale, es: YouTube)

La loro diffusione è avvenuta in maniera esponenziale negli ultimi anni ed è senza dubbio destinata ad aumentare ulteriormente, tanto che si stima che il numero di persone che li utilizzano passerà dai 3,6 miliardi del 2020 a 4,41 miliardi del 2025. Oggi i più popolari sono: Facebook (2,7 miliardi di utenti), YouTube (2,3 miliardi di utenti), WhatsApp (2 miliardi di utenti), Instagram (1,2 miliardi di utenti) e TikTok (689 milioni di utenti). Considerando le medie mensili del 2021, il social più usato in Italia è stato YouTube, seguito da Facebook. Sul podio permane anche Instagram, in quarta posizione arriva Pinterest (il cui successo potrebbe essere dovuto al traffico che riceve da Google Immagini) che supera LinkedIn. Twitter riesce a coinvolgere 11,5 milioni di persone, grazie alla sua capacità di “stare sulla notizia” e sui trend del momento. Il fenomeno TikTok continua ad ampliare la sua audience e un’altra piattaforma da guardare con interesse è Twitch. I social che fanno più fatica ad affermarsi sono Snapchat e Tumblr. (Correa, T., Hinsley, A. W., & De Zuniga, H. G. . Who interacts on the Web?: The intersection of users’ personality and social media use. Computers in human behavior, 2010, 26(2), 247-253.)

La comunicazione sui Social Media è basata sull’invio di “messaggi” di varia natura che consentono lo scambio di informazioni, esperienze e pensieri personali, resi pubblici e visibili alla lista di amici, amiche, conoscenti o persone estranee presenti sul proprio profilo social. I profili fungono da auto-presentazione: trasmettono un’immagine dell’individuo che viene vista e giudicata dall’esterno. Lo status sociale del profilo è supportato dalla quantificabilità, perché chi presenta un maggior numero di follower, like e commenti ha uno status più elevato. Le persone cercano quindi di dare un’immagine di loro stesse che porti giudizi positivi costruendo dei profili ad hoc.

I messaggi resi pubblici possiedono due qualità fondamentali: la permanenza e l’asincronicità.  La prima consente di memorizzare i contenuti di un messaggio per un tempo illimitato dalla pubblicazione, permettendo, così, alle/agli utenti di rivedere o controllare informazioni e comunicazioni passate. L’asincronicità si riferisce al lasso di tempo che intercorre tra l’invio del messaggio e la relativa risposta. Quest’ultima funzione consente di comunicare simultaneamente con più persone e di elaborare una risposta al messaggio ricevuto con maggiore calma rispetto alle interazioni face to face.

Altri due concetti importanti sono: la quantificabilità, come abbiamo già avuto modo di vedere, e la visibilità, che inducono l’individuo a prestare attenzione al modo in cui porsi di fronte al pubblico virtuale. Prima di pubblicare un contenuto è necessario dunque renderlo accattivante così che acquisisca notorietà e apprezzamenti attraverso like e commenti.

I Social Media soddisfano un’esigenza peculiare della fase adolescenziale: stabilire relazioni interpersonali per poter sviluppare la propria identità e regolare le proprie emozioni.
La rete facilita questa esigenza. Difatti, la comunicazione online consente relazioni frequenti e maggiori opportunità di ricevere e dare supporto sociale. La gioventù ha così la percezione di avere sempre qualcuno con cui poter scambiare pensieri. «Facebook è nato per dare alla gente il potere di condividere e rendere il mondo un luogo più aperto e connesso». (Mark Zuckerberg).

Oltre a mantenere in contatto amici e amiche tra loro, i Social Media possono favorire l’incontro tra individui che non si conoscono: stringere un’amicizia che appartiene esclusivamente al mondo online amplia dunque la cerchia di conoscenze.

Il dato interessante è valutare come l’utilizzo dei social sia cambiato nel corso della pandemia Covid 19. Le piattaforme social hanno rappresentato le uniche finestre sul mondo e la comunicazione digitale è diventata spesso l’unico modo per rimanere in contatto con le altre persone. Tutte le attività della vita reale si sono trasferite online, dalla scuola al lavoro, dallo sport alla musica ecc. La linea di confine tra online e offline, tra lavoro e tempo libero, è sempre più difficile da delineare. Difatti i Social Media si sono rivelati degli strumenti stupefacenti per “restare vicini” e per andare avanti. Di conseguenza, è aumentato a dismisura il tempo trascorso in immersione nel virtuale e ora la difficoltà sta nel “disintossicarsi” da Internet e tornare alla vita fatta di contatti umani.

«Mi rendo conto che tutti dicono che i social network sono un unicorno, ma… e se fosse solo un cavallo?». (Jay Baer)

Il progresso tecnologico apporta ogni giorno nuovi cambiamenti con i quali confrontarsi, i Social Media, ormai, fanno parte della quotidianità di ognuno di noi e, come ogni strumento, se vengono utilizzati erroneamente, possono essere nocivi soprattutto per la salute mentale. Una ricerca australiana della University of Technology Sydney, pubblicata sul Journal of Global Information Management, ha individuato circa 50 effetti negativi legati al loro utilizzo. Gli studi riportano 46 effetti dannosi relativi all’uso di social come Facebook, Twitter e Instagram. Tra questi: ansia, depressione, molestie, incitamento al suicidio, cyberstalking, delinquenza, gelosia, sovraccarico di informazioni, mancanza di sicurezza online, violazione della privacy, inganno, conflitto con altre/altri e una maggiore propensione ad assumersi rischi finanziari.

L’uso della rete comporta rischi, le giovani generazioni tendono a creare una vera e propria realtà parallela da cui difficilmente riescono ad uscire, perdendo di vista l’importanza dell’interazione umana faccia a faccia. Per questi motivi e dati i tempi moderni, un’istituzione come la scuola dovrebbe educare le e gli adolescenti ad un uso dei social network consapevole e rispettoso. Sarebbe necessario introdurre, fin dalla scuola primaria, una nuova materia: Digital Education, totalmente dedicata all’utilizzo della rete. Sarebbe opportuno favorire, inoltre, degli incontri con i genitori così da poter educare anche loro, se meno esperti, ad una conoscenza approfondita di tali strumenti.

Il ruolo dei genitori è altresì importante nel controllo della vita virtuale di figli e figlie ma è altrettanto vero che, essendo nati in un’epoca non digitalizzata, non sono particolarmente preparati ad accompagnare nella “vita digitale”. Il loro compito e dovere è di comprendere per primi il mondo digitale e i social, senza rimanervi “intrappolati”, così da poter affiancare ragazzi e ragazze alla scoperta della rete, spiegando loro i vantaggi e le caratteristiche costruttive dello strumento.

Vietare l’uso dei social non è una soluzione, porta ad un effetto contrario, suscitando il desiderio di trasgredire. Il dialogo con figli e figlie è l’opzione più indicata: parlare, educare, far capire che isolarsi all’interno di un mondo virtuale non fa altro che pregiudicare tutte le meravigliose esperienze offerte dalla vita reale. Far trovare loro un sano equilibrio tra online e offline.

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Articolo di Marina Misuraca

Laureata in “Comunicazione, tecnologie e culture digitali” presso l’Università “La Sapienza” di Roma, attualmente sta terminando la laurea magistrale in “Media, comunicazione digitale e giornalismo”, indirizzo “Media studies”. Interessata alla nuova realtà della gestione aziendale, ha una passione per la letteratura e la scrittura.

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