Montecatini Terme, Great Spas of Europe

Nel luglio 2021 è arrivata la notizia attesa da anni: a Fuzhou, in Cina, il 44° comitato del Patrimonio Mondiale Unesco ha proclamato un gruppo di 11 città termali europee Patrimonio dell’umanità. Per l’Italia l’unica inserita è Montecatini Terme (Pistoia), a cui si uniscono: Baden bei Wien in Austria, Spa in Belgio, Vichy in Francia, Bath nel Regno Unito, Baden Ems, Baden Baden e Bad Kissingen in Germania, Františkovy Lázně, Karlovy Vary, Mariánské Lázně nella Repubblica Ceca. Nella medesima occasione è stata premiata per la seconda volta Padova come Urbs Picta per i suoi meravigliosi affreschi trecenteschi (il precedente riconoscimento riguardava l’Orto botanico); dopo poco è stata riconosciuta l’unicità dei Portici di Bologna: in questo modo diventano 58 i siti italiani inseriti dall’Unesco fra i Patrimoni dell’umanità, a cui si aggiungono i 15 beni immateriali, arrivando al totale di 73.
La Toscana era già rappresentata egregiamente, con i suoi paesaggi unici e le sue bellezze artistiche: la “piazza dei miracoli” di Pisa, Pienza, San Gimignano, la Val d’Orcia, i centri storici di Siena e di Firenze, le ville e i giardini medicei.
Ma il valore delle città termali acquista un sapore diverso perché non è riferibile solo, e non tanto, alle architetture, ai luoghi di svago, alle cure di vario genere (fanghi, acque, bagni, vapori, inalazioni, grotte, ecc.), ma riconosce il ruolo sociale e culturale che hanno avuto dal Settecento fino almeno alla metà del XX secolo.
Lunghi viali, pinete, giardini, parchi, teatri, caffè-concerto, e poi ippodromi, piscine, cinema all’aperto, operette e spettacoli di ogni genere, negozi eleganti, hotel di lusso per una clientela internazionale, raffinata ed esigente; qui passava il bel mondo; qui si davano appuntamento regine, attrici, intellettuali, musicisti. Insieme ai divertimenti erano garantiti tranquillità, buon clima, cibi gustosi, passeggiate e riposo, almeno fino a quando la società non è cambiata e la clientela (anzi “chi passava le acque”) si è fatta via via più popolare, inviata dai medici di base “con la mutua” nelle tantissime modeste pensioncine.
Ora queste città vivono un ulteriore declino per la concorrenza di anche troppe forme alternative di turismo e relax, e si trovano a ricordare un glorioso passato che andrà vivificato: a Montecatini giusta la soddisfazione del sindaco attuale Baroncini e dell’ex sindaco Bellandi che operò per la candidatura, come è giusta quella del ministro Franceschini e del presidente della regione Giani; non è il momento di piangere sui trascorsi che non torneranno: le località premiate dovranno essere all’altezza dell’onore ricevuto e trovare nuove formule, nuove strade, nuove attrattive per un turismo di ampio respiro, non solo e non tanto interessato a bere le acque purgative.

Nori Andreini Galli. Archivio Fotografico Femminile presso Archivio di Stato, Pescia

Della nostra città termale ci siamo occupate su Vitamine Vaganti (n. 84), ricordando una serie di celebri attrici venute qui in visita di cui si ha memoria grazie a medaglioni metallici posti sui marciapiedi di viale Verdi, il piacevole percorso alberato che conduce verso lo stabilimento più ampio e bello: il Tettuccio. Ne abbiamo parlato ben più diffusamente sulla nostra guida La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne, pubblicazione che ritenemmo necessaria nel 2018 dal momento che nessuna guida turistica della zona citava le tante figure femminili significative che sono nate, o hanno vissuto in questo affascinante angolo della Toscana.

Di recente ho avuto il piacere di ritrovare una vecchia copia di un libro intramontabile: Montecatini del passato prossimo, pubblicato nel 1980 dalla scrittrice e giornalista valdinievolina Nori Andreini Galli, nel quale si ripercorre la storia della città dalla fondazione all’epoca del granduca Pietro Leopoldo fino al 1940, ma soprattutto si ridà vita con gusto e sapienza a vicende, personaggi, località di cui piano piano si è perso il ricordo; grazie anche alle numerosissime fotografie si scoprono dettagli curiosi, presenze inattese, edifici scomparsi, strade trasformate.

Invitiamo allora chi programma una visita in Toscana a inserire nel viaggio, dopo l’immancabile passeggiata nel centro storico di Pistoia, una sosta in Valdinievole dove, oltre a Montecatini, si potranno ammirare Pescia e le sue castella, i piccoli graziosi borghi medievali sulle colline, Monsummano (altro centro termale d’eccellenza grazie a Grotta Giusti) e il Montalbano, l’area protetta all’interno del Padule di Fucecchio, per un totale di 11 comuni che corrispondono a un terzo dell’intera provincia.

Montecatini Terme, stabilimento Tettuccio. Foto di Laura Candiani

Ci limiteremo qui a un breve excursus per la cittadina, seguendo il nostro principale interesse rivolto alle figure femminili, mentre percorriamo il “vialone dei bagni” (ora intitolato a Verdi, abituale frequentatore) su cui si affacciano diversi eleganti edifici in stile Liberty. Fra questi merita una sosta il Palazzo Comunale, inaugurato nel 1920, realizzato su progetto dell’architetto Brizzi e dell’ingegner Righetti per ospitare gli uffici amministrativi. All’esterno il suo aspetto monumentale con una larga scalinata fonde insieme elementi tipici del Rinascimento fiorentino a quelli dell’architettura greco-romana, mentre all’interno la ricchezza decorativa del Liberty si manifesta grazie soprattutto all’opera del celebre artista Galileo Chini (1873-1956). Negli affreschi allegorici che decorano lo scalone centrale, incorniciati da un motivo di putti alternati a vasi, vengono esaltate le capacità umane: Sapere, Costruire, Lavorare nella pace. Nella sala consiliare il 30 aprile 2016 fu ricordata con un interessante convegno la citata scrittrice Nori Andreini Galli, innamorata della sua terra e autrice di un testo fondamentale: La grande Valdinievole.
Uscendo dal Palazzo, più avanti, dall’altro lato, si trova il Padiglione per la vendita dei sali Tamerici.
Il piccolo edificio, recentemente restaurato, venne costruito nel 1903 su progetto dell’architetto pesciatino Giulio Bernardini, vero e proprio protagonista del rinnovamento architettonico in chiave Liberty della città. All’esterno è decorato da bassorilievi in gres realizzati da Domenico Trentacoste su ideazione di Galileo Chini, che si snodano sulla facciata e sui lati, dove sono visibili due lesene con l’immagine di un vaso e dei papaveri, mentre alcuni rilievi illustrano ed esaltano l’arte della ceramica, ritraendo le fasi della lavorazione. Degna di nota è la pittura murale posta sul fianco sinistro, realizzata con lo scopo di pubblicizzare le particolari proprietà dei sali in vendita. Le due figure umane che compaiono sul manifesto hanno il compito di rafforzare e dare forma visiva al messaggio espresso con eleganti caratteri: il giovane in primo piano rappresenta la salute e il vigore, mentre la donna allude alla bellezza e alla gioventù.

Montecatini, ex rivendita sali. Foto di Laura Candiani

Proseguendo si trova lo stabilimento Excelsior, caratterizzato da un elegante loggiato neorinascimentale che rimanda a Brunelleschi. L’edificio, sorto fra 1905 e 1909 con funzioni di caffè-concerto e casinò, fu poi trasformato in uno stabilimento termale, l’unico che, grazie a un impianto di riscaldamento, consentiva l’accesso alle cure durante tutto l’anno.

Sui due marciapiedi del viale, oltre a varie cantanti e a tante dive del cinema italiano e americano passate da qui, sono ricordate da piccoli medaglioni in metallo la regina Margherita e la regina Elena, le sovrane di Danimarca e di Svezia, Rose Kennedy, la scrittrice Sibilla Aleramo, il celebre soprano Luisa Tetrazzini.

Medaglione in onore di Marie Curie.
Foto di Laura Candiani
Medaglione in onore di Rosa Kennedy.
Foto di Laura Candiani
Medaglione in onore della regina Elena.
Foto di Laura Candiani
Medaglione in onore della regina Margherita.
Foto di Laura Candiani

Al termine della passeggiata lo sguardo è conquistato dalla scenografica facciata delle terme Tettuccio, che riprende il motivo dell’arco di trionfo classico, sulla cui sommità sono rappresentate quattro eleganti figure femminili, opera dello scultore Corrado Vigni e simboleggianti la Sorgente, la Medicina, l’Igiene e la Salute. L’edificio attuale è il frutto dei lavori di ristrutturazione apportati negli anni Venti del XX secolo dall’architetto Ugo Giovannozzi al precedente, fatto realizzare da Pietro Leopoldo.

La Vecchiaia, Terme Tettuccio.
Foto di Laura Candiani

Al suo interno il vasto complesso, realizzato secondo un aspetto monumentale che riprende il modello delle terme di Caracalla, fonde elementi classici ad altri tipici del primo Novecento. La Galleria delle bibite è riccamente decorata da sette pannelli di ceramica di Basilio Cascella (1927) e raffiguranti le fasi della vita (Infanzia, Adolescenza, Maturità, Vecchiaia) abbinate a figure allegoriche (la Bellezza, la Fonte, la Forza). Nelle sette scene l’artista dedica un’attenzione tutta particolare alla rappresentazione della figura femminile che, così come l’acqua, è capace di generare la vita. Le donne ritratte, infatti, sono creature ideali concepite secondo una concezione squisitamente simbolista.

Ecco che nella prima scena la donna è la madre premurosa, colta nell’atto di allattare il proprio figlio. Nell’Adolescenza e nella Maturità il parallelismo fra la donna e la fonte è reso ancora più evidente dalle pieghe dei panneggi delle giovani che, mosse dal vento, richiamano le increspature dell’acqua. Di forte carica sensuale sono le fanciulle dalle lunghe chiome e dalle morbide forme nei pannelli raffiguranti la Bellezza e la Fonte, mentre solenne e monumentale appare la donna nell’allegoria della Forza, rappresentata mentre versa l’acqua a un uomo che si sta riposando dalle fatiche del lavoro. Infine, nel pannello con la Vecchiaia, la donna è colei che dona conforto, assistendo con premura le persone anziane.

A poca distanza si trova la celebre Sala del caffè, che ha mantenuto i suoi arredi originari e le decorazioni pittoriche realizzate nel 1928 da Giulio Bargellini e Maria Biseo.

Dettaglio della Sala del Caffè. Foto di Laura Candiani

Al primo competono i dipinti del soffitto, dove avvolgenti figure femminili alludono a temi piacevoli, come la Poesia, che è una donna intenta a suonare la cetra, o la Bellezza, una Venere nuda che emerge da bianchi panneggi. Le pareti sono invece decorate dai paesaggi dipinti da Maria Biseo (1893-1976).
La pittrice romana, figlia del decoratore Vittorio Biseo, dà qui prova del suo grande talento, rappresentando vedute paesaggistiche ideali ispirate all’ambiente valdinievolino: vigneti, colli, ulivi, borghi, ville e cipressi si succedono dando l’illusione di trovarsi in uno spazio aperto. Sebbene nei dipinti non compaiano figure umane, in tutti è evocata la presenza femminile da oggetti che sembrano essere stati appena abbandonati: merende apparecchiate sul prato, teiere, fisarmoniche, cappelli di paglia, ombrellini, zoccoletti.

Con una breve passeggiata, fra viali ombrosi, si raggiungono le terme Tamerici, realizzate nel 1843 ma ampliate e modificate nel 1909 ad opera di Bernardini in collaborazione con Ugo Giusti e Galileo Chini. Nell’armonioso edificio, non più utilizzato e solo saltuariamente aperto al pubblico, forme tipiche di castelli gotici si fondono con altre riprese dal Rinascimento fiorentino. Proseguendo nel verde si arriva allo stabilimento termale Torretta (1829), al momento chiuso e bisognoso anch’esso di restauri; è qui il caso di citare un personaggio interessante, di cui si è occupata (come delle altre donne della famiglia Magnani) la studiosa Bruna Rossi.
Si tratta di Teresa Corsi, originaria di Anghiari (1785-1826); sposata giovanissima ad Antonio di Giorgio Magnani e rimasta orfana del padre nello stesso anno, non ha esitato a scegliere la strada dell’amore, consapevole che ciò avrebbe avuto come dolorose conseguenze l’allontanamento dai figli ad opera della famiglia del marito e il pubblico biasimo.
Cresciuta in un ambiente colto e raffinato, educata al gusto del bello e dell’arte, si era sentita intrappolata nel ruolo di moglie che le era stato imposto e, dopo aver assicurato la discendenza con due figlie femmine e un maschio (deceduto prematuramente), decide di prendere in mano le sorti della propria vita.
Lo farà rimanendo comunque, se non nell’ombra, perlomeno all’ombra di un grande uomo, verso il quale nulla avrebbe potuto la famiglia del coniuge. Solo delle voci hanno tramandato la sua tenera relazione con il granduca Ferdinando III di Lorena, che per ovvi motivi non è stata vissuta serenamente alla luce del sole.
La ritroviamo più tardi ai Bagni di Montecatini, legata a un tenente della Guardia granducale, il conte Baldino Baldini, e proprietaria dello stabilimento Torretta, circondato da un magico giardino romantico. Pur deceduta a Firenze, sarà proprio in una sala ipogea sotto la cappella ottagonale di quel parco che verrà posta la sua sepoltura, identificata grazie ad una scritta marmorea: «Pregate per Teresa Corsi Magnani».

In quest’area nord della cittadina, ai piedi delle colline che le fanno corona, si trovano due dei giardini i cui nomi furono scelti con una consultazione popolare fortemente voluta da Toponomastica femminile, in collaborazione con l’assessora alle Pari Opportunità Siliana Biagini; la scelta premiò Rita Levi Montalcini e le figure tipiche del termalismo: le Mescitrici, divenute anche oggetto di un convegno (8 marzo 2017). Erano le giovani e belle ragazze che per lungo tempo hanno avuto il compito di versare dalle fonti l’acqua curativa nei bicchieri di chi ne aveva necessità, su prescrizione medica. Altre due aree verdi si trovano nella zona sud e sono state intitolate rispettivamente a Margherita Hack e a Maria Sklodowska Curie, che visitò più volte Montecatini per studiare le acque e le loro proprietà.

Per raggiungere Montecatini Alto, ovvero il borgo antico con il suo grazioso nucleo abitato, è senz’altro raccomandabile l’utilizzo della funicolare inaugurata il 4 giugno 1898; si tratta della più antica al mondo ancora funzionante (anche se ammodernata nella tecnologia e nella sicurezza) con le due carrozze rosse, chiamate Gigio e Gigia. Si può fare altrimenti una bella passeggiata lungo “la corta” che la fiancheggia o usare l’auto. In tal caso si passa vicino alla Grotta Maona che ha una caratteristica unica in Italia essendo dotata di un doppio accesso.

Molto altro potremmo aggiungere, su Montecatini e le località che la circondano, ma lasciamo alla curiosità di visitatori e visitatrici il piacere e il gusto di ulteriori scoperte, seguendo quel filo che si dipana sulle tracce di donne celebri o meno note, ma tutte degne di ricordo.

Per approfondire:

Nori Andreini Galli, Montecatini del passato prossimo, edizione a cura del comune di Montecatini, 1980.
Laura Candiani, La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne, Eus edizioni, 2019 (seconda ed. aggiornata). Il volume ha ottenuto la segnalazione di merito nella sezione Saggistica del premio di scrittura femminile “Il Paese delle donne” (2018).

In copertina. Montecatini Terme, parco Le mescitrici. Foto di Laura Candiani.

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Articolo di Laura Candiani

Ex insegnante di Materie letterarie, dal 2012 collabora con Toponomastica femminile di cui è referente per la provincia di Pistoia. Scrive articoli e biografie, cura mostre e pubblicazioni, interviene in convegni. È fra le autrici del volume Le Mille. I primati delle donne. Ha scritto due guide al femminile dedicate al suo territorio: una sul capoluogo, l’altra intitolata La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne.

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