Siena. Bianca Piccolomini Clementini

Nel proseguire il cammino sul territorio senese per scoprire e leggere i segni lasciati da una ricca e varia presenza femminile, incontriamo Bianca Piccolomini Clementini, una grande figura femminile impegnata e attiva in ambito culturale e sociale.

In questi campi si è spesa in concreti progetti di miglioramento delle condizioni di istruzione, formazione e sostegno all’attività lavorativa femminile. Le attività da lei promosse sono state innumerevoli, dal laboratorio per le operaie al circolo pro-cultura, alla gestione di numerose scuole ivi compresa la fondazione di una congregazione secolare di donne riunite al fine di promuovere lo sviluppo delle condizioni di vita dei propri concittadini con importanti risultati conseguiti in ambito sociale, economico e solidale.

La sua figura pone in continuità con le opere di altre due donne che hanno lasciato tracce significative nella città di Siena e non solo. Un filo sottile lega, infatti, la storia di queste donne: Caterina Benincasa, Savina Petrilli e Bianca Piccolomini Clementini. Tre donne con in comune i natali ma soprattutto animate dalla ferma volontà di non accettare lo status quo ma di mettersi in discussione e di cercare di operare dei cambiamenti forti nella società del loro tempo, mosse dal desiderio di fare del bene al prossimo, ognuna nei modi e nelle forme che ha ritenuto più opportune.

Caterina Benincasa

Caterina seguendo la propria personale convinzione che assistere i poveri e i malati, che nessuno assisteva, o perché non avevano parenti o perché erano afflitti da malattie contagiose, fosse la maniera migliore di rendersi utili nel mondo e operare per il bene della comunità. Savina Petrilli che, ispirata dal percorso di Caterina, sente anche lei il bisogno di agire nel sociale e fonda un’opera a beneficio dei poveri, la Congregazione Sorelle dei Poveri di S. Caterina da Siena. E infine Bianca Clementini Piccolomini che sin da giovane è spinta alla ricerca di nuove vie di spiritualità nel segno di una religiosità che resta semplice ma si fa profonda e, a tale scopo, fonda la Compagnia S. Angela Merici.

A tutte e tre le donne sono state intitolate vie di Siena. Via Santa Caterina si trova in una zona centrale e declina dolcemente in discesa fino a intersecare Costa Sant’Antonio dove si trova la Casa Santuario a lei dedicata, e proseguendo giunge alla splendida fontana medievale con archi gotici di Fontebranda. Via Savina Petrilli si trova in zona Acquacalda e fa da collegamento tra le due strade principali, via Ambrogio Sansedoni e via Bernardo Tolomei.

Via Savina Petrilli, Siena

Mentre a Bianca Piccolomini Clementini è stata intitolata una via che si trova in una zona che è una vera propria oasi di quiete, immersa nella verde campagna sul versante est di Siena, in una traversa di strada di Pieve a Bozzone, sulle colline che declinano dolcemente verso la zona del Chianti Colli Senesi. Nella via si trova la dimora Santa Regina presso la quale la religiosa ha trascorso la gran parte della sua esistenza. Oggi la Casa Ritiri Santa Regina accoglie pellegrini e turisti e ospita convegni, congressi, corsi di studio, incontri di preghiera e ritiri spirituali in una struttura religiosa gestita dalle sorelle della Compagnia di S. Orsola – Figlie di S. Angela Merici.

Bianca Piccolomini Clementini (Siena, 7 aprile 1875 – Siena, 14 agosto 1959)

Bianca Piccolomini Clementini (Siena, 7 aprile 1875 – Siena, 14 agosto 1959) è figlia della contessa Angela Piccolomini Carli e del conte Niccolò Piccolomini Clementini, che viene a mancare nel 1882. Dell’educazione di Bianca e Pietro (il quale scompare appena ventisettenne, lasciando un grande senso di vuoto nella sorella) si occupa la madre che cresce i due figli imponendo costumi severi e l’osservanza di rigidi dettami religiosi giansenisti, nella residenza rurale di Villa Santa Regina che offre loro la possibilità di vivere in un ambiente sano e lontano dalle «cattive influenze della città».

La madre non si limita però a imporre regole ma responsabilizza la figlia Bianca coinvolgendola nelle numerose attività economiche di sostegno ai progetti religiosi nel territorio, come la compravendita di poderi destinati alla curia senese. Sin da giovane Bianca mostra una sua forza caratteriale che la porta ad accantonare le derive fataliste del giansenismo materno (una dottrina che discrimina tra alcuni essere umani predestinati alla salvezza e i restanti altri) a favore di un attivismo che la porta a prendersi cura da vicino di chi ha difficoltà, siano esse di tipo economico, sanitario o spirituale. In particolare, istituisce laboratori cooperativi che offrono alle partecipanti corsi formativi, propedeutici all’avviamento professionale in particolare nei settori tessile e agricolo.

Con gli anni però emerge la propensione all’approfondimento del suo personale percorso spirituale e religioso che non la vede esimersi dall’attivismo sociale. Ciò si traduce nella fondazione, nel giorno 25 novembre del 1917, della Compagnia di Sant’Angela Merici, una congregazione di giovani che condividono i medesimi dettami religiosi senza far vita monastica, che la religiosa senese cura personalmente nel ruolo di Superiora. Quattro anni più tardi, seguendo la sua vocazione, formula il voto di abbandono alla volontà di Dio. Oltre a sostenere personalmente la Compagnia attingendo alle risorse del proprio patrimonio familiare, continuerà il suo impegno sociale attraverso la fondazione di una scuola di avviamento tecnico-agrario e di una colonia agricola femminile, occupandosi in particolare delle ragazze madri e del loro inserimento nel mondo del lavoro.

Nell’ambito dell’istruzione assume la gestione di alcuni asili, una scuola elementare parificata, un pensionato per studenti e una colonia campestre. Durante tutto l’arco della sua vita si dedicherà a un’ampia produzione letteraria che spazia dall’ambito pedagogico a quello spirituale ed è sempre caratterizzata da un approccio pragmatico, in particolar modo per quanto riguarda gli scritti sulla gestione operativa della Compagnia. Una così vasta produzione letteraria è stata in seguito raccolta in un’opera omnia, suddivisa in sette volumi a cura dalla Compagnia; tale opera costituisce un fondamentale strumento per la conoscenza di Bianca e del suo insegnamento.

Il 15 agosto 1956 le viene conferito il premio Mangia d’argento per il suo infaticabile sociale. Muore tre anni più tardi, il 14 agosto 1959, presso la sua residenza elettiva di Villa Santa Regina. Bianca Piccolomini Clementini costituisce una figura di donna forte e tenace che si fa guida spirituale per le sue sorelle. Partendo da una ricerca spirituale personale basata su un cammino rigido di penitenza, sa poi sciogliere questa durezza, trasmettendo alle sue figlie spirituali il meglio della sua esperienza. Una vicenda umana che si fa testimonianza quotidiana di amore e di dedizione per il prossimo: ecco la proposta, antica e sempre nuova di Bianca Piccolomini Clementini.

In copertina: targa della via dedicata a Bianca Piccolomini Clementini.

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Articolo di Luca Vichi

Laureando in competenze testuali con specializzazione in ambito geografico. Le sue passioni includono la divulgazione e la narrazione in ambito storico e geografico, il mondo dell’editoria e lo sviluppo e la progettazione di siti web didattici con implementazione di applicazioni GIS e dati geo-cartografici.

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