Vorrei proporre l’intitolazione di una via di Siena a Imperiera Serpieri Matteucci, in virtù del suo contributo alla crescita culturale della città sia nell’ambito dell’istruzione scolastica che dell’associazionismo femminile. Infine, per la sua attività nell’assistenza ai feriti e ai civili e per il suo contributo di solidarietà durante le due guerre. A corredo della proposta, una breve biografia dedicata alla sua figura.

Imperiera Serpieri Matteucci (Siena 1870-1950) è figura di spicco dell’associazionismo femminile senese, già direttrice dell’Istituto Elementare di Siena, fondatrice della Scuola per Stranieri e studiosa di Santa Caterina da Siena. La madre Maria Graspolli è una delle fondatrici dell’Associazione di Mutuo Soccorso Femminile, fondata a Siena nel 1863. Una società che riscuote sin da subito un grande successo con la partecipazione di ben 517 donne nel 1873 a soli dieci anni dalla fondazione, ma che si ridurrà a 200 nel 1914 in ragione della frammentazione dell’attivismo senese sempre più suddiviso a partire dalle contrade. Il padre Carlo Matteucci è dapprima insegnante presso il Seminario di Siena e in seguito Direttore dell’Istituto dei Padri di Famiglia, che orienta al metodo pestalozziano; dopo la morte viene intitolato alla sua memoria l’Educatorio diurno per gli Orfani di guerra.
Imperiera segue l’esempio di entrambi i genitori: porta avanti infatti sia l’attivismo materno nell’ambito dell’associazionismo femminile che l’insegnamento e il ruolo direttivo in ambito scolastico paterno, in particolar modo dedicandosi all’insegnamento delle lingue straniere. Contribuisce alla fondazione nel 1917 della Scuola di Lingua e Cultura italiana per stranieri di Siena, oggi Università per Stranieri.
Il nome Imperiera, “donna che guida gli altri”, ben si addice alla sua figura, visto il doppio ruolo direttivo da lei rivestito nell’Associazione di Mutuo Soccorso Femminile e nell’Istituto Elementare senese. Il suo apporto alla nascita della Scuola per Stranieri è fondamentale anche grazie ai suoi contatti con le università di Besançon e Grenoble. La maggior parte dei/delle studenti provengono infatti dalla Francia, paese modello, per la Scuola senese in virtù della strutturata politica di istituzione di corsi di lingua per stranieri già sperimentata con successo nel paese transalpino. Imperiera mette a frutto la sua perfetta conoscenza della lingua anche come insegnante di francese presso il Conservatorio femminile di Siena.
Fondamentale risulta l’opera della studiosa per l’iniziativa di insegnare l’italiano agli stranieri, di formare le docenti di lingua e letteratura per stranieri all’interno dei Conservatori femminili. La sua attività di insegnante è molteplice come i suoi interessi e spazia dalle conferenze su Madame de Staël e il suo studio sull’Italia ai corsi di Letteratura italiana e conversazione per stranieri. Oltre al francese, infatti, Imperiera tiene corsi e lezioni di lettura e pronuncia della lingua italiana facendo uso dei testi di scrittrici e scrittori toscani. In particolare, concentrando le sue lezioni sull’analisi della Commedia e degli Scritti di Caterina Benincasa.
Per la teologa e filosofa senese, Imperiera mostra una particolare predilezione che la porta ad essere considerata un’esperta in materia di studi cateriniani. Caterina rappresenta per l’associazionismo senese un simbolo di donna forte e autoritaria che sa farsi esempio di femminilità caritatevole ed audace nel sostegno delle persone povere e bisognose. Per la studiosa senese, Benincasa diviene dunque una duplice figura di riferimento sia come fonte di scritti, studi e approfondimenti che come ispiratrice e guida nei movimenti dell’associazionismo.
Tra le lezioni su Caterina tenute da Imperiera Serpieri Matteucci figurano: Gli Ardimenti di Santa Caterina e Parole di S. Caterina ad una madre. Mentre per quanto riguarda l’associazionismo, la figura della santa è vista dalla studiosa come filo capace di unire su di un fronte comune cattoliche, laiche organizzate e laiche interventiste senesi. Le parole di Caterina Benincasa diventano, grazie alla mediazione fondamentale operata da Imperiera Serpieri Matteucci, lo stimolo per le attiviste ad occuparsi di questioni concrete. Muovendosi lei stessa abilmente tra istituzioni e comitati, si trova a dover gestire, durante la guerra, i feriti e i soldati alleati presenti a Siena, ai quali saranno aperti i corsi della Scuola per stranieri, da lei co-fondata. Partecipa nel 1921 con i suoi scritti al volume Luce di scomparsi. Nelle sue parole al fianco del commosso ricordo dei caduti di guerra senesi si fa strada un’esigenza intima e matura del lutto, distante dalla propaganda ufficiale, che connota le storie delle vite dei caduti di un notevole riconoscimento sul lato umanistico e culturale, oltre che di testimonianza storica.
La donna, nel suo ruolo di direttrice dell’Associazione Femminile Senese si mostra molto attenta all’importanza della partecipazione. Dalle sue conferenze e dai suoi scritti traspare la preoccupazione per la questione della riduzione del numero delle iscritte e la cognizione dell’importanza di saper trasmettere il valore e il significato delle attività proposte per incrementare la partecipazione delle donne ad una associazione di genere.
L’intento che percorre il suo operato è quello di valorizzare le figure femminili del passato, non solo in ossequio alla tradizione, ma anche per la loro unicità cosicché le donne contemporanee possano trarre ispirazione da tali figure, ricevendo lo spazio che meritano all’interno del dibattito pubblico e delle istituzioni che regolano la vita cittadina.
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Articolo di Luca Vichi

Laureando in competenze testuali con specializzazione in ambito geografico. Le sue passioni includono la divulgazione e la narrazione in ambito storico e geografico, il mondo dell’editoria e lo sviluppo e la progettazione di siti web didattici con implementazione di applicazioni GIS e dati geo-cartografici.