Dizionario biografico delle donne modenesi 

Un lavoro di ricerca faticoso durato più di cinque anni quello di Roberta Pinelli. Un lavoro di pazienza, competenza e passione. 
Un lavoro prezioso concretizzatosi nel Dizionario biografico delle Donne modenesi, Elis Colombini Editore. 

«Trovare le donne nella Storia non è, come pensano alcuni, cercare quel famoso unico ago nel pagliaio: è cercare infiniti aghi fra infiniti fili di paglia, solo che quegli aghi sono blindati in una corazza impenetrabile e mimetica, chiusa da una precisa volontà egemone di celarne la memoria» così scrive Maria Pia Ercolini nella Prefazione del volume. 

Nel Dizionario troviamo ben 2.355 donne di Modena e della sua provincia. Alcune hanno avuto lì i natali, altre sono “modenesi d’adozione” perché in quel territorio hanno vissuto, hanno operato o hanno trovato la morte. Non sono solo donne che hanno «fatto qualcosa di notevole», come sottolinea l’autrice, «ma anche quelle di cui si è conservata la notizia/informazione… per oltre un terzo si tratta di vittime (di guerra, di violenza, dell’Inquisizione), per un quinto la menzione è dovuta a militanza politica, il 10% delle menzioni è dovuto all’attività di benefattrice». Le donne sono elencate in ordine alfabetico e per le coniugate viene data precedenza al cognome da nubile. Così in oltre cinquecento pagine troviamo donne di tutti i tempi: sono nobili, popolane, professioniste, casalinghe, artiste, imprenditrici, scienziate, musiciste, benefattrici, docenti di ogni ordine e grado, politiche, artigiane, attrici, laiche, religiose, partigiane, reggenti o delegate dei Fasci femminili modenesi, studenti e analfabete, vittime della violenza maschile, delle guerre, degli incidenti sul lavoro. Di quasi tutte troviamo i dati personali, di alcune anche le foto e delle più “lontane temporalmente”, anche il periodo in cui si collocano. Ovviamente sono stati i risultati della ricerca che hanno attribuito a ciascuna poche righe o una sintesi di vita più corposa. 

Ricordarne alcune in questa recensione è stata una scelta personale dettata a volte dalla curiosità, a volte dall’emozione suscitata, seguendo comunque il “criterio delle meno note”. 
Tra le letterate citiamo Tarquinia Molza nata a Modena nel 1542, che ai tempi fu definita «la più dotta fra le più illustri matrone che sono, che furono e che in avvenire saranno». Frequentò Torquato Tasso che le dedicò un dialogo. Oltre a essere fine letterata aveva una «voce soavissima» e suonava benissimo il liuto, tanto che partecipò al Concerto delle Dame, istituito dalla Duchessa Margherita Gonzaga D’Este. Per esercitare la sua arte le fu assegnato uno stipendio di 300 scudi l’anno. Il Senato Romano le conferì la cittadinanza onoraria paragonandola a Saffo e Corinna e insignendola del soprannome di “Unica”. 
Sono arrivati fino a noi alcuni madrigali, sonetti ed epigrammi latini, traduzioni dal greco e dal latino. Tarquinia Molza lasciò in eredità i suoi beni all’ospedale modenese della Cadè ed è sepolta nel duomo della città. 

Un’altra figura di donna dotta è quella di Caterina Pico Pio, nata a Mirandola nel 1454, sorella di Giovanni Pico della Mirandola. Dopo la morte del marito governò il feudo di Luzzara arricchendolo di magnifici edifici. Nel suo corredo nuziale vengono segnalati codici miniati e testi di autori classici. La sua vita finì tragicamente, strangolata o avvelenata da una sua damigella. 

Imprenditrice ante litteram e governante illuminata fu Bianca Rangoni, che intorno alla metà del 1500 oltre alla trasformazione della duecentesca Rocca Rangoni di Spilamberto in luogo di festa, arte e delizie, fece costruire una Cartiera e una Filanda per la lavorazione della seta, insediamenti proto-industriali, che furono «per secoli fonte di lavoro e benessere per la collettività». 

Facendo un notevole salto temporale, ricordiamo la figura di Olga Cuoghi Panini, nata a Maranello nel 1900. Rimase vedova a 41 anni con quattro figli maschi e fu sua l’idea, nel 1945, di realizzare l’edicola in corso Duomo a Modena. Fu proprio tramite quell’edicola che i suoi figli si accostarono al mondo dell’editoria e da lì nacque l’impero Panini, leader nel mondo nel settore delle figurine adesive e delle figurine da collezione. Oggi una statua, collocata nel 2012 all’ingresso dello stabilimento, la ricorda. 

Tra le maestre ricordiamo Maria Gavioli, che nel 1860 fu nominata dal consiglio comunale di Novi di Modena «maestra della prima classe femminile del paese, istituita dopo le classi maschili su pressione di un gruppo di cittadini». Un anno dopo venne istituita nella frazione di Rovereto un’altra classe femminile che per un anno non potè entrare in funzione per il mancato reperimento di una maestra a causa del basso stipendio che era stato stabilito. 

Adriana e Clementina Gelmini erano, invece, due sorelle di S. Possidonio, nate negli anni Venti. Entrambe parteciparono alla Resistenza e furono in seguito riconosciute Partigiane. Ma così si espresse Clementina: «Anche i compagni più buoni facevano fatica a ritenere le donne adatte o mature per partecipare attivamente al movimento». 

Era nata a Mirandola nel 1880 Pia Bacci Govi, una lungimirante bibliotecaria, direttrice della Biblioteca di Carpi che istituì delle formidabili innovazioni per quei tempi. Pia diede vita a una sezione specifica per ragazzi, estese l’orario di apertura fino alle 21 per consentirne l’accesso a chi lavorava, ammise al prestito anche adolescenti, compilò i cataloghi aggiungendo anche indicazioni e suggerimenti per lettori e lettrici. 

Nel Dizionario anche la storia di Dina Boldrini, nata a Castelfranco nel 1929, una cantastorie che nel 1973 al Congresso dei Cantastorie fu la prima donna a ottenere il premio grazie al testo La riscossa delle donne

Tra le vittime dell’Inquisizione citiamo Giovanna Bignami Valisa, una mendicante residente a Savignano. Processata nel 1624 per stregoneria, dopo le torture subite si suicidò in carcere. Maddalena Bignardi fu, invece, fustigata in piazza a Modena e rimandata poi al suo paese di origine che era Ravarino, ma con la concessione di «otto giorni per sbrigare le indispensabili faccende domestiche». 
Giovanna Zobi, diciottenne, residente a Nonantola, fu processata insieme a sorella e cognate perché accusate di non aver rispettato il divieto di non mangiare carne nei giorni comandati. Si giustificarono dicendo che essendo analfabete non ne erano a conoscenza e fortunatamente comminarono loro una pena lieve: obbligo di confessarsi e comunicarsi, recita del rosario una volta a settimana e l’obbligo «di sostare davanti alla Chiesa di Nonantola con una fune al collo e un cartello sul petto che spiegasse il motivo della pena». 
Elisabetta Graziani fu processata nel 1572 per «possesso di libri proibiti». 
Bruciò sul rogo Camilla Gobetta residente a Borghetto di Mirandola, nel 1525. 

Tra le benefattrici Elena Fassi, nobildonna carpigiana che nel 1491 dispose nel testamento che le sue terre venissero vendute e il ricavato destinato alla costruzione della Biblioteca del Monastero di S. Nicolò di Carpi e all’acquisto di libri. 

Alla lettera M del dizionario le voci Mondine e Magliaie, per evidenziare l’operosità delle donne e il contributo economico apportato in seno alla famiglia e al territorio di provenienza. Particolarmente interessante la storia delle magliaie della zona di Carpi. Queste donne inizialmente lavoravano «la treccia per la fabbricazione di cappelli. Quando il cappello non ebbe più mercato, alla vigilia della Seconda guerra mondiale, le trecciaiole prima passarono alla produzione delle reti mimetiche militari, poi alle retine per capelli, alle camicie e infine alle maglie». 

Tra le pagine tante le vittime civili della Prima e della Seconda guerra mondiale e le vittime di femminicidio come Stefania Casolari, Valentina Paivc e Maria Serlenga. Per non dimenticare mai quelle vite spezzate dall’odio e dalla violenza. 

Roberta Pinelli con il suo Dizionario Biografico delle donne modenesi ha ricostruito la storia di questo territorio nella sua interezza di genere. Un esempio da emulare per ridare parità storiografica alle donne nei luoghi dove viviamo o lavoriamo e per tramandarlo alle nuove generazioni.

Dizionario biografico delle donne modenesi
Roberta Pinelli
Elis Colombini, Modena, 2019
pp. 528

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Articolo di Ester Rizzo

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Giornalista, laureata in Giurisprudenza, è docente al CUSCA (Centro Universitario Socio Culturale Adulti) nel corso di Letteratura al femminile. Collabora con varie testate on line, tra cui Malgradotutto e Dol’s. Ha curato il volume Le Mille: i primati delle donne ed è autrice di Camicette bianche. Oltre l’otto marzoLe Ricamatrici, Donne disobbedienti Il labirinto delle perdute.

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