Salento. Itinerario gastronomico

Chi ha seguito i nostri itinerari nelle splendide terre salentine – in occasione del Tour educational Donne sul filo del racconto, organizzato da Apulia Slow&Motions by MaMo Service di Campi Salentina in collaborazione con Caroli Hotels e grazie al sostegno di Pugliapromozione – avrà forse notato l’assenza di riferimenti a uno dei grandi protagonisti del Salento: il cibo. Non vi sarebbe nulla di più lontano dalla realtà di pensare che ci siamo tenute “a stecchetto”, quando, al contrario, la nostra scoperta del territorio non ha potuto prescindere da un viaggio nei gusti e nei sapori di questa meravigliosa terra.

Proveremo a portarvi con noi alla scoperta di alcuni dei piatti tipici che ci hanno deliziate durante le nostre cinque giornate salentine.

La prima sera a Leuca, al ristorante del Caroli Hotels, con il rumore delle onde del mare come piacevole sottofondo, abbiamo subito avuto un assaggio del principe indiscusso di questa terra: il pesce. A delle squisite orecchiette con pomodorini, melanzane e cernia, è infatti seguito un branzino in crosta di patate che ci ha ripagate della lunga giornata di viaggio.

Orecchiette
Branzino in crosta di patate

Ciò che maggiormente ci ha stupite è stato tuttavia il dessert: una rivisitazione del pasticciotto classico ideata pochi anni fa dallo chef del Caroli Hotels, che prevede un guscio di pasta frolla riempito di gelato di differenti gusti, al posto della classica crema. L’abbiamo trovato rinfrescante, leggero e gustosissimo: l’ideale per finire un buon pasto di pesce.

Pasticciotto gelato

Il pranzo del secondo giorno è stato all’insegna della scoperta di due piatti tipici di cui sfortunatamente ignoravamo l’esistenza. Come antipasto abbiamo assaggiato le “pittule”, dei bocconcini di pasta lievitata fritti, che si possono servire semplici o farciti a piacimento con la verdura, con il pomodoro e i capperi, con la gallipolina “minoscia” – pesciolini di piccole dimensioni – o con la seppia. Pare che il nome “pittule” derivi dall’albanese petullat e che queste palline lievitate e fritte siano nate come piatto povero appartenente alla gastronomia di devozione, servito solitamente durante la vigilia della Festa dell’Immacolata durante la Vigilia di Natale. Vista la sua grande versatilità, nel Sud Italia è diffusa anche una versione dolce con il miele e con lo zucchero.

Cartoccio di pittule e crocchette alla menta

A questo corposo antipasto è seguito un primo tipico della tradizione: la purea di fave e cicorie. La preparazione di questo piatto prevede che le fave secche vengano messe a bagno la sera prima e cotte con altre verdure, ad esempio il pomodoro, il sedano, la carota e la cipolla. Le fave vengono poi passate e accompagnate da cicorie lesse, insaporite in un poco di olio caldo. Il tutto viene accompagnato da fette di pane di grano fritto. Per concludere, non poteva mancare una classica frittura di calamari e gamberi.

Purea di fave e cicoria
Frittura di calamari e gamberi

Anche la cena è stata all’insegna del pesce, con un risotto ai gamberetti e zucchine e una squisita soppressata di polpo in glassa di aceto balsamico.

Risotto gamberetti e zucchine
Soppressata di polpo in glassa d’aceto balsamico

Per sgrassare, in conclusione, un delizioso dessert alla frutta composto da ananas flambè con mantecato alla vaniglia e spicchi di pesca noce.

Ananas flambè con mantecato alla vaniglia e pesca noce

Il terzo giorno siamo state accolte a un luculliano banchetto con il sindaco di Campi Salentina, Alfredo Paolo Fina, presso il locale Latino Cafè & Bistrot. All’interno di questo brunch stupefacente, ci hanno particolarmente colpite le friselle scomposte con tartare di salmone, tonno e gambero, i panini aromatizzati alla curcuma ripieni di tartare di salmone, e la tipica carne di cavallo.

Brunch a Campi Salentina

Per la cena invece abbiamo assaggiato i famosissimi “ciceri e tria”: una classica pasta e ceci (“ciceri”) che ha tuttavia la particolarità di avere della pasta fresca fritta al suo interno (la “tria”). Questa ricetta antichissima – pare che esistesse già ai tempi del poeta latino Orazio – è una delle punte di diamante della tradizione gastronomica salentina. A seguire una classica burratina adagiata su un letto di cicorie di campo e, per concludere, della deliziosa frutta fresca, con il simpatico trompe-l’oeil di un’anguria intagliata a forma di pera.

Ciceri e tria
Burratina su letto di cicoria
Frutta fresca

Protagonista indiscussa del pranzo del quarto giorno è stata una gigantesca impepata di cozze, che abbiamo gustato nella sede dei Caroli Hotels – Ecoresort Le Sirené di Gallipoli, in una meravigliosa tavolata a pochi passi dalla spiaggia, accompagnata da un rinfrescante cocktail analcolico agli agrumi, chiamato dal barman “Tramonto nella città bella” proprio in onore a Gallipoli.

Impepata di cozze
Cocktail “Tramonto nella città bella”

Tornando a Leuca, la sera ci è stata riservata la sorpresa speciale di poter cenare insieme ad Annamaria Caputo del Caroli Hotels, alla nostra fantastica guida Floriana Maci e a tutti/e gli/le altri/e giornalisti/e che hanno partecipato a Donne sul filo di un racconto nella sala di Villa Meridiana, la dimora storica della famiglia Caputo adiacente all’Hotel Terminal di Leuca.
Qui abbiamo gustato un primo caratterizzato da due formati di pasta differenti, spaghettoni e margherite ripiene di spigola, conditi con dadini di pesce spada e pomodorini, e, visto il nostro entusiasmo del primo giorno, ci è stato riproposto il pesce in crosta di patate, sostituendo questa volta, però, l’orata al branzino.

Doppio primo con dadini di spada e pomodorini
Orata in crosta di patate

Donne sul filo di un racconto è stato molto più di un semplice itinerario turistico, avendoci portate alle scoperta non solo delle grandi donne che hanno fatto la storia del territorio, ma anche di una cultura gastronomica straordinaria che guarda alla contemporaneità rimanendo fedele alla qualità della materia prima e ai piatti della tradizione.

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Articolo di

Danila Baldo

Laureata in filosofia teoretica e perfezionata in epistemologia, tiene corsi di aggiornamento per docenti, in particolare sui temi delle politiche di genere. È referente provinciale per Lodi e vicepresidente dell’associazione Toponomastica femminile. Collabora con con Se non ora quando? SNOQ Lodi e con IFE Iniziativa femminista europea. È stata Consigliera di Parità provinciale dal 2001 al 2009 e docente di filosofia e scienze umane fino al settembre 2020.

Emma de Pasquale

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Emma de Pasquale è nata a Roma nel 1997. Laureata magistrale in Italianistica, è attualmente giornalista pubblicista. Mangia il mondo con occhi curiosi e ama raccontare. Da sempre crede profondamente nel potere della narrazione di restituire fiato alle tante voci soffocate dalla storia.

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