Rifugio che vai polenta che trovi. Il mio piatto preferito.
I rifugi alpini presentano un menu tipico a base prevalentemente di formaggi, speck, selvaggina e funghi; speciali sono anche i canederli e le zuppe di gulash, di orzo o di verdure.

Ma, per il mio gusto, questi cibi, per quanto prelibati, non reggono il confronto con un fumante e goloso mix di polenta e pietanze varie, cucinata con diverse consistenze e svariati contorni. Sicuramente, nelle temperature estive torride delle pianure o delle località marine, il solo sentir parlare di polenta fa sudare, e di certo non stimola l’appetito, ma nelle altitudini alpine è un piacevole piatto gustoso e corroborante, il ripristino delle forze che ci vuole per continuare il cammino o accingersi alla discesa a valle.
Quindi, dopo passeggiate piacevoli in valli e boschi o escursioni fra le rocce dolomitiche…

A destra: il paesaggio lunare che conduce al Piz Boè, nel gruppo Sella, alto 3152 mt
… ecco una carrellata di “polentate” tipiche in diversi rifugi della Val di Fassa.














Vi saluto con un goccio di vino e questa spettacolare polenta con formaggio fuso, crostini e crauti, gustata al Rifugio Lago Fedaia, ai piedi del grandioso ghiacciaio della Marmolada, sempre più ferito da quel cambiamento climatico di cui noi siamo principalmente responsabili.

P.S: una divertente iniziativa turistica è il passaporto delle Dolomiti, ideato per far raccogliere i timbri dei luoghi visitati: ovviamente non è un documento ufficiale e il suo scopo è quello di essere un diario e un promemoria speciale; l’augurio è che «userai questo Passaporto spesso e con piacere nella visita alle vallate, durante le escursioni in montagna , nelle soste ai rifugi, lungo i Passi e ovunque vi sia l’occasione di segnare il tuo passaggio con timbri e note».


In copertina: polenta con formaggio fuso e funghi al Vecchio Mulino di Pozza di Fassa 1430 mt.
***
Articolo di Danila Baldo

Laureata in filosofia teoretica e perfezionata in epistemologia, tiene corsi di aggiornamento per docenti, in particolare sui temi delle politiche di genere. È referente provinciale per Lodi e vicepresidente dell’associazione Toponomastica femminile. Collabora con Se non ora quando? SNOQ Lodi e con IFE Iniziativa femminista europea. È stata Consigliera di Parità provinciale dal 2001 al 2009 e docente di filosofia e scienze umane fino al settembre 2020.