Ferdinando Magellano

Il 6 settembre 1522 entra nel porto di San Lúcar de Barrameda la nave Victoria con a bordo i reduci dal primo viaggio intorno al mondo. L’imbarcazione sopravvissuta trasporta un carico proveniente dalle leggendarie Isole delle Spezie, sufficiente a ripagare abbondantemente il mercante Cristobal de Haro finanziatore, con Carlo I di Spagna, delle cinque navi partite dallo stesso porto tre anni prima. Per raccontare il viaggio dell’ammiraglio Magellano, e la sua assurda morte, è necessario qualche cenno sulla sua vita militare prima di quello che lusitani e spagnoli considerarono un tradimento alla sua patria.

Ritratto anonimo di Ferdinando Magellano (The Marine’s Museum Collection, Newport)

Fernão de Magalhães nacque, probabilmente a Porto, intorno al 1480. Della sua famiglia si hanno poche notizie certe: era un nobile di basso grado, un fidalgo de cota de armes (un gentiluomo con diritto di trasmettere lo scudo araldico agli eredi) che entrò nella flotta di Francisco de Almeida, viceré delle Indie orientali, come sobresaliente, uno dei millecinquecento uomini d’arme subalterni che vivevano nelle stive insieme ai marinai.
Al termine del XV secolo il Portogallo si trovava in piena espansione coloniale, la costruzione di un impero avviata intorno alla metà del Quattrocento da Enrico il Navigatore, che aveva ben compreso la necessità di prepararsi in modo adeguato alle esplorazioni, con la raccolta di informazioni, lo studio, la pianificazione e, soprattutto, con navi più moderne. Il battesimo del fuoco di Magellano avvenne nella battaglia di Cannanore, porto del Malabar (oggi Kannur, capitale del Kerala) dove fu ferito. Il 16 marzo 1506 una piccola flotta portoghese comandata da Lourenço de Almeida, figlio del viceré, si scontrò con la flotta dello Zamorin di Calicut; essendo stati avvertiti dell’attacco, nonostante l’inferiorità numerica i lusitani vinsero la battaglia, confermando il loro dominio sull’India. Di questa vittoria è responsabile un italiano: Lodovico de Verthema, autore di un Itinerario sul viaggio che intraprese in oriente tra il 1500 e il 1507. Tra le varie avventure narrate – fu il primo occidentale a introdursi nella Mecca e a raggiungere le Isole delle Spezie – si trova il resoconto di come avvertì i portoghesi dell’attacco di cui aveva saputo da due rinnegati cristiani.

Mappamondo che mostra la via compiuta da Magellano ed Elcano realizzato da Battista Agnese, Atlante nautico, Venezia, 1544 Library of Congress, American Memory

Successivamente ritroviamo Magellano imbarcato in una flotta che aveva la missione di spingersi alle Isole delle Spezie (le Molucche), di cui probabilmente i portoghesi avevano saputo da de Verthema. Nell’aprile del 1509 il naviglio raggiunse l’India, ma la missione prevedeva che l’ammiraglio Lopez de Sequeira si dirigesse verso Malacca – lo snodo principale del commercio orientale – con poche navi, fingendo di essere un commerciante, per valutare la situazione. Consapevole di chi fossero in realtà quei mercanti, il governatore di Malacca li accolse, preparando nel frattempo una trappola, da cui l’ammiraglio riuscirà a fuggire. In questa occasione Magellano, oltre ad avvertire de Almeida, salvò la vita dell’amico Francisco Serrão, con cui rimase poi in corrispondenza per tutta la vita quando quest’ultimo si trasferì nelle Molucche al servizio del sultano locale.
Nell’ottobre del 1510 troviamo Magellano, ormai ufficiale, tra coloro a cui Alfonso d’Albuquerque, successore di de Almeida, chiede un parere sull’assedio di Goa; alla fine dell’anno viene assegnato alla flotta del viceré diretta a ribaltare la sconfitta subìta a Malacca. Sei settimane di guerra con cui i portoghesi si appropriano del controllo della rotta per le Molucche, che Magellano non vedrà mai, ma di cui gli parla Francisco Serrão. Dopo la morte di questo, avvenuta a poca distanza da quella dell’amico, tra le sue carte si troverà una lettera di Magellano in cui gli promette di raggiungerlo «se non passando per il Portogallo, per altra via».

Antonio Pigafetta, Frontespizio della Relazione del primo viaggio intorno al mondo, 1525           https://archive.org/details/levoyageetnauiga00piga/page/n5/mode/2up?ref=ol&view=theater

Dopo sette anni di servizio in India, Fernão de Magalhães torna in Portogallo con l’idea di raggiungere le Molucche da occidente. Sembra che la esponga al re, a cui era fortemente antipatico, subito dopo aver dimostrato la sua innocenza in un caso di peculato avvenuto durante una spedizione in Marocco. Il re respinge il progetto e probabilmente a questo punto Magellano si sente libero di rivolgersi altrove. Magellano si dichiara sicuro di conoscere la posizione del passaggio: da dove gli viene questa certezza? Da quanto scritto nel diario del vicentino Antonio Pigafetta, navigatore e geografo imbarcato sulla Victoria, de Magalhães pensava di conoscere realmente l’ingresso al passaggio. C’erano infatti dei documenti e delle cartografie che lo ponevano al 40° parallelo: nell’archivio segreto del re del Portogallo – in cui Magellano era riuscito a entrare – si trovava la mappa redatta dal cosmografo Martin Behaim, che già nel 1492 descrive un passaggio a sud. Inoltre, nel 1515 il tedesco Johann Schöner aveva realizzato un globo che delinea chiaramente un passaggio in posizione simile. Dello stesso periodo è una relazione inviata da un commerciante tedesco in Portogallo ai grandi mercanti Welser di Augusta: Copia der Newen Zeytung aus Presillg Landt, in cui si riferisce che una nave portoghese ha trovato un Cabo sul 40° parallelo, e ha potuto navigarne una parte. In realtà in quella posizione si trova la foce del Rio della Plata, che non viene riportata né sulla mappa di Behaim né sul globo di Schöner; lo Stretto si trova 12 gradi più a Sud, ma questa sicurezza, anche se errata, ha permesso di trovarlo. Magellano, inoltre, riteneva erroneamente che il passaggio si trovasse nell’area che il Trattato di Tordesillas aveva assegnato alla Castiglia; i calcoli erano stati fatti dal cartografo e astronomo Ruy Faleiro, che fu suo socio durante la parte organizzativa della spedizione ma che, a causa della sua instabilità mentale, venne sostituito dal cartografo Andres de San Martin.

Allegoria sui viaggi di Ferdinando Magellano (1480-1521) di Theodor de Bry (1528-1598) (dalla rete)

Alla fine del 1517, Magellano si recò in Spagna. Probabilmente fu Diego Barbosa, un portoghese passato al servizio della Spagna di cui poco dopo sposò la figlia, che, grazie alla sua carica nell’Arsenale, lo fece arrivare alla Casa de Contractación e da questa al re Carlo I, nonché imperatore del Sacro Romano Impero con il nome di Carlo V. Il 25 marzo 1518 venne stipulata una capitulación che accordava a Magellano e al suo socio il permesso di partire con le insegne reali, stabilendo le modalità del viaggio e le ricompense che sarebbero loro spettate al rientro. In gran segreto venne armata una flotta di quattro navi e una caravella; la nave ammiraglia, comandata da quello che ora aveva assunto il nome di Hernando de Magallanes, era la Trinidad, la caravella Santiago era l’unica altra nave comandata da un portoghese, João Serrão, fratello o cugino dell’amico Francisco. Al comando delle altre navi il vescovo Fonseca – che si occupava dell’allestimento delle flotte da esplorazione – aveva posto i suoi uomini di fiducia: sulla San Antonio il nipote (o figlio) Juan de Cartagena, Gaspar de Quesada sulla Conception e Luis de Mendoza, il tesoriere della flotta, sulla Victoria. I piloti erano tutti portoghesi, perché conoscevano meglio le coste dell’Oceano Indiano e quelle dell’America Meridionale. Dopo l’ammutinamento dei capitani spagnoli affidò loro il comando delle navi, e i portoghesi gli furono tutti fedeli fino alla fine, tranne Estêvão Gomes, il pilota della Trinidad che nutriva dei rancori personali.
Il 20 settembre 1519 la flotta parte da San Lúcar de Barrameda, e il 26 raggiunge Tenerife, da cui riparte il 3 ottobre. Il 13 dicembre la traversata termina a Rio de Janeiro da dove, trascorso il Natale, riparte il 26. La sosta successiva, dal 10 gennaio al 2 febbraio 1520, è sul Rio della Plata, da dove il convoglio si dirige a San Julián (49° parallelo Sud) per svernare, e dove arriva il 31 marzo.

La traversata era stata accompagnata da buone condizioni atmosferiche, ma erano cominciati subito i problemi con l’equipaggio: gli spagnoli erano ossessionati che il comandante portoghese li tradisse; da parte sua Magallanes non faceva nulla per tranquillizzare gli animi, tanto che mise ai ferri l’arrogante capitano della San Antonio. Le cose precipitarono proprio a San Julián: non sapendo quanto tempo sarebbe durata la sosta, Magellano decise di razionare i viveri, provocando l’ammutinamento dei capitani spagnoli il 2 aprile. Con una serie di stratagemmi riuscì a recuperare le tre navi ammutinate, facendo poi eseguire le sentenze di morte di due congiurati, mentre il cappellano della flotta e Juan de Cartagena, troppo protetto dal vescovo, saranno abbandonati a terra. Ripartita il 22 agosto 1520 alla fine dell’inverno, la flotta perse subito la Santiago, naufragata mentre esplorava un tratto di costa.

Mappa dello Stretto di Magellano, in Patagonia, dall’Atlas di Gerardo Mercatore (dalla rete)

Finalmente il 21 ottobre 1520 la flotta arriva in una baia (Baia delle Vergini, dove si trova l’accesso allo stretto) e Magellano invia in perlustrazione la San Antonio e la Concepción. Le due navi vengono colpite da una forte burrasca che, proveniente dal mare, le costringe a insinuarsi in un canale stretto che sembra senza uscita; terminata la burrasca tornano indietro ma la San Antonio, di cui Estêvão Gomes era riuscito a prendere il comando, inverte la rotta per portare per primo l’annuncio della scoperta in Spagna, dove verrà imprigionato.

Gli abitanti di Cebu visti da Antonio Pigafetta

Le tre navi rimaste, la Trinidad, la Concepción e la Victoria, percorrono tutto lo stretto, uscendo il 2 novembre 1520 nell’oceano che chiameranno Pacifico per via delle acque limpide e tranquille. Facendo rotta verso Nord e poi verso Nord-Ovest, il 24 gennaio 1521 Magellano raggiunge l’arcipelago delle Tuamotu (oggi Polinesia francese); superato l’equatore si dirige verso Ovest dove, il 6 marzo, scopre le islas de los ladrones (Marianne); sempre diretto verso Ovest, 10 giorni dopo approda alle isole Samar (Filippine) e, dopo aver toccato altre isole, il 7 aprile sbarca a Cebu.
Qui Magellano prende una decisione fatale: per conquistare la fiducia del sultano di Cebu, che l’aveva accolto con molti onori e si era lasciato convincere a farsi cristiano, si offre di attaccare il signore della vicina isola di Mactan. Ancora oggi gli studiosi non riescono a comprendere perché un uomo con una così grande esperienza di battaglie e navigazione abbia preso una serie di decisioni sbagliate. Innanzitutto perché offrirsi di fare qualcosa che non gli era stato richiesto, avendo con sé pochi uomini, e stanchi per il lungo viaggio? E poi avvertire delle sue intenzioni facendo precedere l’attacco dall’invio di un messaggero; la scelta di sbarcare in una baia (Baia di Magellano) la cui spiaggia digrada lentamente verso il mare, che i suoi uomini dovettero percorrere in battello e poi a piedi appesantiti dalle armature, in un lungo tratto scoperto dove non arrivava l’artiglieria, e alla portata delle frecce del nemico. Dopo un primo assalto non riuscito Magellano diede di nuovo ordine di caricare ma, ferito da una lancia e circondato dagli indigeni, fu ucciso sulla spiaggia di Mactan il 27 aprile 1521; il suo corpo non venne recuperato. L’arrivo dei rinforzi permise ai suoi compagni di ritirarsi e le perdite non furono molte: sette cristiani e quattro isolani di Cebu, oltre a una quindicina di uomini di Mactan.

La Victoria, l’unica nave che completò la circumnavigazione. Particolare di una carta di Abramo Ortelio (dalla rete)

Tornati alle navi, i compagni di Magellano elessero come comandate della spedizione il cognato Duarte Barbosa, ma il 1° maggio venne ucciso con 25 compagni in un tranello teso dal sultano di Cebu che, dopo il fallimento dell’attacco a Mactan, voleva disfarsi degli stranieri. I pochi superstiti della spedizione, con due sole navi malridotte, l’8 novembre riescono a raggiungere le Molucche, dove acquistano un grosso carico di spezie. Appena ripartite, la Trinidad è costretta a tornare indietro per le pessime condizioni in cui si trova, ma viene intercettata e catturata dai portoghesi. Il 21 dicembre la Victoria, rimasta sola, parte da Tidore; il comandante Juan Sebastián de Elcano decide di attraversare l’Oceano Indiano, tenendosi il più possibile a Sud per evitare i portoghesi, e passa per Timor da dove salpa il 13 febbraio 1522. Il 18 maggio riesce a circumnavigare il Capo di Buona Speranza affrontando il gelo invernale, un viaggio di ritorno travagliato anche nella risalita della Victoria verso nord: «Alcuni de li nostri, ammalati e sani, volevano andare a uno luogo dei Portoghesi, detto Monzambich, per la nave che faceva molta acqua, per lo freddo grande e molto più per non avere altro da mangiare, se non riso e acqua, per ciò [che] la carne [che] avevamo avuta, per non avere sale, se era putrefatta. Ma alcuni de li altri, più desiderosi del suo onore, che de la propria vita, deliberarono, vivi o morti, volere andare in Spagna» dove tornarono soltanto 18 degli oltre 250 uomini partiti per la spedizione.

Per saperne di più:
Antonio Pigafetta: Relazione del primo viaggio intorno al mondo, 1525
Relazione del primo viaggio intorno al mondo di Antonio Pigafetta: a cura di Camillo Manfroni. Milano, 1956. Edizione elettronica Liber Liber, Progetto Manuzio, 2016
Ilaria Luzzana Caraci: Al di là di altrove. Storia della geografia e delle esplorazioni, Milano, 2009
Stefan Zweig: Magellano, Milano, 2018

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Articolo di Rosalba Mengoni

Rosalba Mengoni 400x400

Laureata in scienze storiche, si è occupata della diffusione della conoscenza del patrimonio culturale del territorio di Fiumicino, soprattutto nelle scuole e della sua accessibilità alle persone disabili. Collaboratrice tecnica all’ISEM – Istituto di storia dell’Europa Mediterranea del CNR, è nel comitato di redazione di RiME – Rivista Mediterranea, gestisce Isemblog e cura il periodico Bibliografia Mediterranea sullo stesso blog.

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