Siamo vicini al 29 settenbre e attendiamo con ansia, come ogni anno, la Giornata mondiale del cuore. La festa del cuore dovrebbe essere ogni giorno, per i motivi che presto elencherò, ma è bello già poter dire che è una Festa mondiale, o meglio una campagna mondiale di informazione e sensibilizzazione sulla prevenzione delle malattie cardio-cerebro vascolari, promossa in tutto il mondo dalla World heart federation, che ha messo insieme oltre duecento organizzazioni nazionali in cento Paesi, sul meraviglioso cammino del cuore nelle nostre vite.
Prendersi cura dei nostri cuori, in questo momento, è più importante che mai: ce lo ricorda in Italia, insieme alle altre, anche l’Associazione italiana Cuore e Rianimazione “Lorenzo Greco” onlus, oltre a: Esercito – Arma dei carabinieri – Polizia di Stato – Polstrada – Vigili del Fuoco. Questa Giornata mondiale 2022 nasce proprio dalla necessità di mettere insieme cultura e salute per crescere nei due settori del sapere e dello star bene. La prevenzione, ormai lo sappiamo tutte e tutti, è uno strumento indispensabile per cittadine e cittadini, dunque per il sistema Paese, e sappiamo anche che la cultura della prevenzione è un valore portante per lo sviluppo.
Quest’anno l’impegno è a far sì che la prevenzione sia, come dire, “di casa” in tutte le famiglie, e occorre sapere quello che comporta e quello che non si deve fare. È molto importante per la crescita di un Paese, ma soprattutto per cambiare il modo di agire e di pensare delle persone.
Quest’anno 2022 al centro dell’attenzione troviamo le malattie cardiovascolari. L’evento in Italia è coordinato dall’Associazione italiana Cuore e Rianimazione Onlus in collaborazione con Anpas, ma tutte le varie associazioni potranno organizzare, in base alle proprie disponibilità e relazioni, varie attività di prevenzione e sensibilizzazione per cittadinanza e soprattutto studenti, nelle piazze e anche presso ambulatori di ospedali e presidi sanitari pubblici e privati.

Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte sul pianeta (si stima siano responsabili di oltre 18,6 milioni di morti all’anno) e costituiscono una delle principali cause di mortalità e disabilità, con un altissimo impatto sociale ed economico. Qualche dato: in Europa, secondo European Cardiovascular Disease Statistics, oltre 80 milioni di persone sono affette da malattie cardiovascolari (il 48% uomini e il 52% donne) che sono responsabili di 3,9 milioni di decessi annui. I dati Istat indicano che nel 2018 le malattie del sistema circolatorio rappresentano ancora la principale causa di morte nel nostro Paese essendo responsabili del 35% circa dei decessi. Fra i più importanti fattori di rischio vi sono: il tabagismo, la sedentarietà, un’alimentazione non equilibrata, il sovrappeso, la ipertensione arteriosa, il diabete. Oggi più che mai la prevenzione e l’adozione di corretti stili di vita (praticare quotidianamente un’adeguata attività fisica, evitare il consumo rischioso e dannoso di alcol, non fumare e non usare tabacco, seguire una sana alimentazione) rappresentano l’arma più efficace per ridurre i casi di malattie cardiovascolari e di morti cardiache. Si pensi che il tabacco è ritenuto responsabile del 20% dei decessi per malattie coronariche, così come l’uso di sigarette elettroniche, oggi di moda specie tra le donne, con l’idea che facciano meno male delle sigarette normali. Per quanto riguarda poi l’attività fisica si stima che il 28% della popolazione mondiale sia sedentaria, soprattutto le donne.

Ricordare tutto questo è importante, e, a onor del vero, dobbiamo dire che in Italia già dal 2020 c’è un Piano nazionale prevenzione 2020-2025, che ribadisce l’impegno delle Regioni alla promozione della salute e all’individuazione precoce dei soggetti in condizioni di rischio per le malattie croniche non trasmissibili, tra cui le malattie cardiovascolari. Malattie che devono essere prese in carico davvero. Presa in carico che, per avere successo, deve toccare anche le condizioni socio-economiche e culturali, l’urbanizzazione, le condizioni ambientali, la povertà. Tutte cose che, a loro volta, influenzano fortemente i fattori di rischio modificabili. Il Pnp dunque promuove un modello basato non solo sull’erogazione di prestazioni sanitarie, ma sulla salute delle persone come valore e risorsa per la società. Approfondisce il tema dell’importanza dell’attività fisica (sia per la prevenzione delle malattie cardio-cerebrovascolari che oncologiche, respiratorie e psichiatriche) quale “strumento terapeutico “ necessario per migliorare lo stato di salute fisica e mentale, nonché per garantire una migliore qualità della vita nelle varie fasce d’età.
È una questione di cuore?
Un vecchio detto ci ricorda che “al cuore non si comanda”, ma non possiamo certo farci comandare da un cuore malato. Sappiamo quanto sia importante che il suo battito ci tenga in vita, ma quante volte le ferite d’amore e d’onore prendono il sopravvento? Ed è proprio allora che il cuore fa male. Il battito lento diventa spesso preludio di malattie o di morte, ed è sempre lui, il cuore, il nostro campanello d’allarme per un amore tradito o per una vita sprecata.
Se per noi cuore fa rima con amore, non è un caso che quando sentiamo il battito cardiaco pensiamo subito all’amore, nel suo prenderci o nel suo abbandonarci. Chi non ha detto mai, o una volta almeno: sei il cuore mio! Le donne più degli uomini e le mamme più dei papà. L’unisono dei battiti ci parla di un amore condiviso, mentre un “cuore di pietra” ce la dice lunga sui sentimenti non ricambiati o peggio sulla crudeltà di un cuore senza amore. Un cuore innamorato fa splendere di luce i nostri occhi e ci convinciamo che neanche la Morte è capace di dividere i cuori innamorati. Siamo pronte spesso (specie noi donne) anche a subire l’inganno di un cuore indifferente e ipocrita, considerandolo come il nostro unico scopo di vita, che ci fa perdonare l’inganno, le bugie, le delusioni e persino le percosse. La violenza subita dal corpo delle donne (che non deve mai passare inosservata) non è solo fisica, non è solo rivoluzione nelle dinamiche dei battiti e flussi in arterie e vene di un muscolo, ma deve anche essere rivoluzione di pensieri e sentimenti. Non pretendiamo che il cuore sventoli la sua bandiera sempre nella felicità e nella condivisione, ma facciamo in modo che il nostro cuore sappia riconoscere l’inganno e ci spinga a proteggere meglio il nostro corpo, ancora oggi così vilipeso.
Diamo al nostro cuore, fisico ed emozionale, il giusto supporto. Ci sono tanti modi per farlo. Per esempio quante volte, specie in gioventù, ci è bastata una canzone per il nostro cuore innamorato o per consolarlo nel dolore di un abbandono? Qualche anno fa mi colpì, fra le statistiche che sorgono come funghi su internet, una che elencava le dieci canzoni più famose sui cuori infranti, come Spaccacuore, poi divenuta colonna sonora del film Chiedimi se sono felice; oppure Goodbye My Lover di James Blunt; o ancora la canzone degli anni ‘90: Unbreak My Heart (Non spezzarmi il cuore), un vero successo, simbolo di tanti cuori infranti!
Ma anche il troppo amore produce danno. Il cuore è come se diventasse piccolo piccolo, e fa male. Errori e rimpianti, rimorsi e false certezze, ecco che prima di addormentarci il cuore bussa. Ed è proprio allora che lui entra in gioco, e si è soliti dire: mi fa male il cuore! Dolore che diventa fisico e mentale, e non tanto perché si è sole o soli, ma perché ci si dimentica di noi.
Concludo con l’augurio che nessuna/o possa soffrire fino a farsi spezzare il cuore, anzi vi auguro che il vostro cuore, non solo il 29 settembre, ma tutti i giorni dell’anno, sia in perfetta forma e continui a battere per voi. E vi do anche un rimedio per quando vi batte forte il cuore: bagnate un fazzoletto con due-tre gocce di lavanda e respiratene il profumo quando il cuore comincia ad accelerare; e se il disturbo arriva di sera prendete 30-40 gocce di Tilia tormentosa in poca acqua tiepida. Ha proprietà sedative e ansiolitiche, ed è un ottimo rimedio per gli stati d’ansia che influenzano l’asse cervello-cuore. Buona Vita.
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Articolo di Giulia Basile

Fondatrice della Sezione Comunale Avis di Noci (Bari) ed ex sindaca dello stesso Comune, si dedica con tenacia, da sempre, al difficile compito della formazione. Convinta attivista sociale, collabora con molte associazioni territoriali e nazionali. La creatività espressa in molte sue pubblicazioni di poesia e prosa e la cura nel trasmettere l’amore per la cultura sono il fiore all’occhiello del suo percorso.