La sesta lezione del corso di eco-teologia del Cti è presentata dalla professoressa Elisabeth Green, pastora presso l’Unione Evangelica Battista d’Italia, con ministero a Cagliari e Carbonia, e prima donna a ottenere il dottorato in teologia dogmatica presso l’Università Pontificia di Salamanca.
Premessa
Curiosamente, la teologia femminista non si è occupata spesso dello Spirito, un oblio non dissimile da quello presente nella teologia tradizionale, dominata dagli uomini. Lo ha evidenziato la teologa Anne Claar Thomasson-Rosingh, in una delle poche monografie esistenti sull’argomento (Searching for the Holy Spirit. Feminist Theology and Traditional Doctrine): anche i capisaldi della teologia femminista, Al di là di dio padre di Mary Dalye Sexism and God Talk di Rosemay Radford Ruether, ignorano completamente lo Spirito, passando a discutere del Padre e del Figlio direttamente alla Chiesa e alla Vergine Maria.

Come mai questo buco teologico? La teologia femminista si è prodigata molto per declinare Dio e Cristo al femminile, perché non fare altrettanto per lo Spirito? Eppure, una tradizione in questo senso esiste: gli scritti gnostici considerano lo Spirito madre di Gesù; i padri siriaci riconobbero l’ufficio materno dello Spirito e teologi contemporanei propongono una femminilità dello Spirito per mitigare una Trinità altrimenti solo maschile. C’è da dire che la teologia femminista ha forti sospetti verso la teologia tradizionale, un edificio costruito da uomini per servire il patriarcato e spesso usato per umiliare le donne. Anche quando lo Spirito Santo viene descritto come dimensione femminile di Dio, ciò non avviene per liberare le donne e dar loro potere, o fare di loro immagine di Dio esattamente come lo sono gli uomini: permane quella gerarchizzazione che abbiamo imparato a conoscere nel corso di queste lezioni. Inoltre, la natura dello Spirito è di per sé imprevedibile, simile al vento come descritto in Giovanni 3,8; le Chiese lo hanno invece usato per imprigionare e marcare confini dove invece dovrebbe esserci, per lo Spirito, libertà di movimento e da qui libertà di pensiero: dove c’è leadership femminile subito si taccia di eresie, l’esercizio della parola autorevole da parte della donna, anche nella spiritualità, inevitabilmente si misura col potere del clero maschile che non può riconoscere questo carisma, specie se sovversivo per lo status quo.
Le azioni dello Spirito Santo sono fondamentali per la Creazione e Ricreazione. Nel principio lo spirito di Dio aleggia sulle acque (Genesi 1, 2) e la Resurrezione mette in moto una ricreazione che troverà il compimento alla fine dei tempi. È lo Spirito Santo che fa di Gesù di Nazareth il figlio di Dio e quindi Cristo: la Resurrezione avviene per opera dello Spirito Santo, che prima ancora sorvolò nella forma di una colomba il fiume Giordano quando Giovanni Battista battezzò Gesù, la cui miracolosa nascita avviene proprio grazie allo Spirito.
Percorsi pneumatologici
La professoressa Green ci illustra poi quattro percorsi pneumatologici (la pneumatologia è lo studio della dottrina dello Spirito Santo), non autoescludenti e anzi che si incrociano spesso fra di loro, quattro costellazioni formate da tre parole che mostrano l’azione creatrice e ricreatrice dello Spirito: Vita, che porta Nascita e Corpo; Respiro, che porta Parola e Preghiera; Profezia, che porta Parresia e Libertà; e infine Vento, che porta Acqua e Fuoco.

1. Vita
Genesi 1,2: «Nel principio Dio creò i cieli e la terra. La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso e la Ruach elohim aleggiava sulla superficie delle acque». Ruach può intendersi come “alito”, “vento”, “spirito”: un “movimento” che presiede la creazione ed è la forza vitale che la anima, agisce nel mondo naturale, è esperienza personale e interpersonale della vita ovunque una comunità umana resista alla distruzione e si prodighi per un Ricominciamento. L’opera dello Spirito è dare e nutrire la vita, tenere insieme tutta la Creazione e resistere alla devastazione del peccato e del tempo. Pensare alla Vita porta inevitabilmente a pensare alla Nascita, ma chi ne deve essere protagonista? La donna che mette al mondo – madre e Spirito – o colui/colei che nasce? Lo Spirito come Ruach, “vento”, comunica sé stessa alle sue figlie e figli, che acquisiscono così le sue caratteristiche inafferrabili e imprevedibili. La teologia tradizionale ha pensato allo Spirito e al Corpo come a due cose separate, gerarchizzandole e dando loro una connotazione di genere – lo Spirito è maschile e il Corpo femminile, e inutile dire quale sia stato considerato più importante – ma dalle Scritture è chiaro che è assurdo considerarli scissi: lo Spirito tende alla materia, al farsi carne (in Ezechiele 37, lo Spirito è invocato su delle ossa secche, che vengono ricoperte di tessuto muscolare e cutaneo prima che lo Spirito aliti nelle loro narici e li riporti così in vita, metafora della Ricreazione del popolo di Israele), ed è la teologia femminista che ha colto l’occasione per rimettere insieme ciò che il patriarcato ha separato, e ripensare la dicotomia spirito-corpo per liberarla dalle interpretazioni binarie e porre fine al dominio maschile. Cos’è il battesimo se non un modo che l’uomo ha usato per derubare di sacralità e importanza il parto? Un modo per fare del clero una vera e propria madre maschile, con gli stessi doveri di cura e amore tipici delle madri vere, che sono invece costantemente degradate per essere nate donne? Come riconnettere la vera maternità al Ruach elohim senza che il clero maschile se ne appropri è la sfida della teologia femminista attuale.
2. Respiro
Ruach è una parola polisemica: è lo spostamento d’aria causato dalla respirazione, da un battito d’ali, la forza vitale di tutti gli animali. In Genesi 2,7 Adam, nato dalla polvere della terra, diventa una creatura viva solo dopo che Dio soffia l’alito vitale nelle sue narici; un evento che viene richiamato quando Gesù soffia sui suoi discepoli per far loro ricevere lo Spirito Santo in Giovanni 20, 22. La Terra e l’Aria sono quindi due elementi fondamentali per la costituzione dell’essere umano. Il Respiro tende inevitabilmente alla Parola, il potere di nominare derivante dalla capacità di creare e che è stato rubato alle madri, usurpato dai padri veri e spirituali. Quando una donna invoca lo Spirito durante la ministrazione dei sacramenti diventa evidente il legame tra Parola e corpo femminile, fra la materialità della nascita e il lavoro di cura. La Preghiera è Spirito-Respiro che si fa Parola attraverso il nostro corpo, ed è dunque importante ricordare che è questo soffio vitale che rende possibile il linguaggio – che la preghiera usa per i processi Creativi e Ricreativi – e la spiritualità, e ci porta quindi a rispettare la Vita nostra e degli altri.
3. Profezia
Lo Spirito muove in due direzioni: dal fuori al dentro, chiamato instasi, e da noi al di fuori, chiamato estasi. Instasi è una forma di preghiera che ricostruisce, mentre l’Estasi destruttura. La meditazione nel silenzio, dove solo il nostro respiro è udibile, è un esempio di instasi, mentre la danza è un esempio di estasi, dove lo è Spirito a guidare il nostro corpo. La Profezia è uno dei modi in cui opera lo Spirito per destrutturare e ristrutturare il mondo, donato a chiunque senza alcuna distinzione, ed è il segno distintivo di una Ricreazione; mediante la parola profetica lo Spirito invita alla denuncia, alla resistenza, alla liberazione e alla guarigione. La teologia femminista si iscrive in questo progetto in quanto tendente alla libertà e critica verso il potere, parla con chiarezza (Parresia) e sviluppa forza controfattuale e conferma la correlazione dell’agire determinato dallo Spirito con gli uffici di Cristo – tutte le funzioni e compiti che Cristo ha assolto/assolve nel mondo. La potenza che oggi rinnova le donne in opposizione al patriarcato è la stessa potenza dello Spirito Santo, Libertà e Ricreazione agiscono di pari passo: quest’ultima è un processo di redenzione e liberazione che lo Spirito porta avanti nella storia.

4. Acqua
Le ultime parole, Vento, Acqua e Fuoco, interagiscono con i figli e le figlie di Dio, discendenti di Adam nato dalla Terra. Questi elementi sono fonti di distruzioni quando sotto forma di uragani, maree ed incendi, ma senza l’Aria che respiriamo, senza l’Acqua che ci disseta, senza il calore del Fuoco l’umanità perirebbe; non è un caso che questi tre elementi sono anche fonte di energia rinnovabile, che l’umanità può usare senza però illudersi di poterli in qualche modo domare: esattamente come il Ruach elohim, essi sono in perpetuo movimento e non racchiudibili in confini. Quello che l’umanità deve fare è riscoprire il rispetto per gli elementi della Natura, e una delle vie percorribili è quella di un’attenta lettura della dinamica di Creazione e di Ricreazione prestando attenzione alle azioni dello Spirito. Questa non è solo guida e guaritrice, e non è racchiudibile in un’idea di persona riconducibile alla Trinità, come ancora oggi molte teologhe e teologi cercano di fare, e nelle prossime lezioni vedremo altri modi che ci possono aiutare a descrivere lo Spirito e la sua opera.
***
Articolo di Maria Chiara Pulcini

Ha vissuto la maggior parte dei suoi primi anni fuori dall’Italia, entrando in contatto con culture diverse. Consegue la laurea triennale in Scienze storiche del territorio e della cooperazione internazionale e la laurea magistrale in Storia e società, presso l’Università degli Studi Roma Tre. Si è specializzata in Relazioni internazionali e studi di genere. Attualmente frequenta il Master in Comunicazione storica.
Ho seguito per 20 anni una settimana l’anno un corso sulle Scritture presso il Monastero di Fonte Avellana, prima e Monte Giove, poi. Ritrovo moltissimo di quelle lezioni e un modo finalmente autentico di avvicinarsi alle Scritture, al di là dei tradimenti delle varie traduzioni e della vuota Precettistica che con le Scritture non ha niente in comune. Grazie di quest’opera di divulgazione e di questo messaggio di liberazione.
"Mi piace""Mi piace"