Molto si conosce dei movimenti femministi anglosassoni e dell’importanza che hanno avuto per la lotta a favore dei diritti delle donne, ma poco invece di altri Paesi dove il fenomeno non è stato meno attivo. Tra questi vi è il Portogallo, dove spicca ancora oggi il nome di Carolina Beatriz Ângelo, a cui addirittura sono state dedicate in parte le celebrazioni dell’anniversario della Repubblica portoghese, nata con la pacifica “rivoluzione dei garofani” del 1974.

Nacque a Guarda, São Vicente, il 16 aprile 1878, dove visse l’infanzia in un ambiente familiare liberale: suo padre e suo nonno materno sostennero il Partito progressista e furono legati all’attività giornalistica, ciò le permise di entrare al Liceu da Guarda nel 1891, dove terminò gli studi primari e secondari.
Si trasferì poi a Lisbona per studiare medicina, specializzandosi in ginecologia presso la facoltà medico-chirurgica, iniziando la sua carriera professionale nel 1902: è stata la prima donna portoghese ad operare nell’Hospital de São José.
Il 3 dicembre 1902, all’età di 24 anni, sposò suo cugino Januário Gonçalves Barreto Duarte, nella chiesa parrocchiale di Santa Justa e Santa Rufina, a Lisbona. Dal matrimonio nacque una sola figlia: Maria Emília.

La brillante posizione lavorativa di Ângelo si concilia con una intensa partecipazione politica e sociale: è stata infatti una delle principali attiviste del suo tempo nel difendere i diritti delle donne e nel combattere per cause come l’emancipazione e il suffragio femminile. Il suo attivismo iniziò nel 1906 nel Comitato portoghese dell’associazione francese La Paix et le Désarmement par les Femmes che mirava a risolvere i conflitti attraverso la pacificazione, il disarmo e il dialogo. Nel 1907 entrò nel Gruppo portoghese di studi femministi fondato da Ana de Castro Osório, sua cara amica e nota femminista repubblicana, e nello stesso anno si unì alla Massoneria, una mossa comune all’inizio del XX secolo per le donne ben istruite che desideravano avere un ruolo attivo nella società, poiché l’organizzazione era aperta a loro e ne sosteneva le idee. Aveva lo status di “venerabile” presso la Loggia dell’Umanità, riservata alle sole donne.
Nel 1909 fece parte del gruppo che fondò la Lega delle donne repubblicane portoghesi (Lrmp) allo scopo di difendere e propugnare gli ideali repubblicani, il suffragio femminile, il diritto al divorzio, l’educazione di bambini e bambine, nonché la parità di diritti e doveri per uomini e donne. Nel 1910 rimase precocemente vedova perché il marito morì di tubercolosi.

Nel 1911 fondò, insieme ad Ana de Castro Osório, l’Associazione portoghese di propaganda femminista allo scopo di promuovere il suffragio femminile. In questo ambito fu pianificata la creazione di una scuola infermieristica, ulteriore indice del suo coinvolgimento nell’emancipazione delle donne attraverso l’istruzione e l’attività lavorativa.
Beatriz Ângelo è stata la prima donna a votare in Portogallo. In un momento in cui il diritto di voto era concesso ai cittadini portoghesi di età superiore ai 21 anni, che sapessero leggere e scrivere e capifamiglia, approfittò dell’ambiguità della legge per utilizzare il suo diritto al voto: per il fatto di lavorare, di essere vedova e di avere una figlia, doveva essere considerata una “capofamiglia”anche lei; scrisse quindi alla commissione elettorale chiedendo che il suo nome fosse aggiunto al registro elettorale, richiesta che però venne respinta. Fece allora appello in tribunale. Nel 1911 un giudice, il padre dell’amica Ana de Castro Osório, si pronunciò a suo favore: «Escludere le donne… solo perché sono donne… è semplicemente assurdo e ingiusto e in opposizione alle idee stesse di democrazia e giustizia proclamate dal Partito Repubblicano». Aggiunse poi che la legge non distingueva tra uomini e donne e quindi nemmeno lui poteva. Ordinò che fosse aggiunta immediatamente nelle liste elettorali e ciò le permise di votare il 28 maggio 1911 per eleggere i deputati dell’Assemblea costituente. Questo suo atto fu ampiamente reso noto in Portogallo e apprezzato in diversi Paesi del mondo dalle associazioni femministe, ma causò anche una reazione tale da portare all’aggiunta di una nota specifica alla legge: solamente i “capifamiglia maschi” potevano esercitare il loro diritto di voto. Le donne portoghesi avrebbero dovuto aspettare fino al 1931 per ottenere questo diritto e ancora con restrizioni: solo coloro che avevano un’istruzione secondaria o superiore potevano votare, mentre per gli uomini era sufficiente saper leggere e scrivere.

Questa grande figura di suffragista, medica, ginecologa, fervente repubblicana morì giovanissima a Lisbona di sincope cardiovascolare: era il 3 ottobre 1911 e aveva solo 33 anni. Dicono i rapporti sanitari che si sentì male durante il percorso in tram, mentre tornava alla sua residenza in Rua António Pedro, nella parrocchia di São Jorge de Arroios, dopo essere stata presente a un incontro politico con altre attiviste dell’Associazione di propagandafemminista. Fu sepolta in una tomba privata nel Cemiteiro dos Prazeres.
Pur non avendo assistito all’attuazione del suffragio universale nel suo Paese, per aver sfidato le norme conservatrici della società portoghese e compiuto l’impresa di diventare la prima donna a votare in Portogallo, Carolina Beatriz Ângelo è una delle suffragette più amate e riconosciute del XX secolo, ancora oggi onorata dai movimenti femministi sia portoghesi che internazionali.
Molte vie la ricordano, a Almada, Barreiro, Guarda, Moita, Oeiras, Odivelas, Sesimbra, Setúbal, Sintra, Tavira. Con l’atto firmato il 20 aprile 1988, le è stata intitolata anche una strada del quartiere di Caselas, 77 anni dopo la sua morte, su richiesta del Consiglio parrocchiale di São Francisco Xavier. Il suo nome è stato attribuito ad un ospedale a Loures e nel 2019 una mostra è stata organizzata dall’Università di Porto per celebrarla, insieme all’altra medica ginecologa Adelaide Cabete e alla prima laureata in quella sede, Leopoldina Ferreira Paulo.
Il 5 ottobre 2009 i Servizi postali del Portogallo (Ctt) hanno emesso una serie di francobolli destinati a rendere omaggio a un gruppo di «donne le cui azioni e testimonianze le hanno trasformate in figure indelebilmente associate alla storia della Repubblica». Tale collezione, giustamente intitolata Donne della Repubblica, evoca una bella serie di attiviste per i diritti femminili, e in essa si trova fra le altre Carolina Beatriz Ângelo, insieme a Maria Veleda, Ana de Castro Osório, Carolina Michaëlis de Vasconcelos, Angelina Vidal, Adelaide Cabete, Virgínia Quaresma ed Emília de Sousa Costa, altrettante figure esemplari.
Ben quattro spettacoli teatrali la hanno vista protagonista fra 2012 e 2020, persino Google le ha dedicato un doodle il 28 maggio 2021. La sua fama sembra essere davvero destinata a durare nel tempo perché Carolina Beatriz Ângelo rimanga un modello per le nuove generazioni.
Qui le traduzioni in francese, inglese e spagnolo.
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Articolo di Gemma Mastrocicco

Ho 24 anni e sono laureata in Scienza della comunicazione alla Sapienza di Roma. Adesso sto frequentando l’ultimo anno della laurea magistrale in “Informazione, editoria e giornalismo” a RomaTre. Mi piace scrivere e nel 2020 ho pubblicato anche un libro dal titolo Amami senza mentire. Mi piace anche viaggiare, andare ai concerti e sono sostenitrice delle tematiche legate ai movimenti femministi.