Zelda Sayre Fitzgerald. Storia di una flapper

Gli Stati Uniti d’America durante i primi anni Venti del Novecento vivono una stagione eccezionale, estremamente diversa dal resto del mondo. Mentre infatti l’Europa, dilaniata dalla Prima guerra mondiale, cerca di risollevarsi, l’America, nonostante prenda parte alla Grande Guerra dal 1917, non viene toccata dalle devastazioni d’oltreoceano e vive un periodo florido, dominato dal progresso, dalla velocità e dalla frenesia. Durante quelli che vengono definiti “anni ruggenti”, l’eccentricità e la sregolatezza diventano due elementi dominanti nella cultura del momento, che propone modelli sempre più eccessivi e stravaganti. 

A farla da padrone in questo periodo sono le flapper, giovani ragazze ribelli. In realtà l’etimologia di questa parola inglese risulta essere poco chiara, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento infatti è utilizzata per indicare in maniera gergale e dispregiativa delle prostitute molto giovani o delle adolescenti. Nel 1908 invece il Times inglese prova a darne una definizione seria ed ufficiale, quale «una giovane donna che non è ancora stata promossa a lunghi abiti e all’uso dei capelli all’insù». Nove anni dopo, lo stesso quotidiano utilizza il termine flapper per riferirsi a «giovani donne indipendenti, in cerca di piacere». Alcune ragazze americane degli anni Venti vengono quindi chiamate così proprio in riferimento alla ricerca dell’eccessiva indipendenza e libertà. Le flapper, stanche di essere soffocate dalle regole e dalle imposizioni della società, decidono di restare bambine: tagliano i capelli a caschetto e indossano gonne corte segnando per sempre la storia della moda femminile; si comportano in maniera stravagante, sono capricciose ed eccessive: bevono, fumano, flirtano e vivono liberamente la loro sessualità al di fuori del matrimonio; criticano il conformismo, ascoltano la musica jazz e cercano di infrangere le regole sociali.

Zelda Sayre
Zelda Sayre e suo marito Francis Scott Fitzgerald

Tra le flapper più iconiche del tempo sicuramente bisogna riservare un posto d’onore a Zelda Sayre (1900-1948), alla quale suo marito, il celebre scrittore Francis Scott Fitzgerald, attribuisce il titolo di «prima flapper della storia». Non è dato sapere se Zelda sia stata effettivamente la prima ribelle della sua generazione, ma sicuramente questa figura femminile ha contribuito moltissimo alla diffusione dell’immagine della flapper nel mondo; scopriamo perché. 

Fitzgerald conosce Zelda Sayre nel 1918 e ne rimane estremamente affascinato. I due si sposano proprio nel periodo in cui Francis sta scrivendo il suo romanzo d’esordio Di qua dal paradiso (1920). L’influenza di Zelda su Fitzgerald è evidente in ogni suo lavoro, di qui in avanti: tutti i personaggi femminili principali sono ispirati alla moglie: si tratta di flapper, talvolta crudeli, talvolta ingenue, frivole e stravaganti. Il narratore rende protagoniste delle figure considerate negativamente dalla maggior parte della società conservatrice del tempo; delle nuove eroine che riscuotono un successo straordinario nel mondo giovanile. In pochi anni infatti Zelda Sayre e Francis Scott Fitzgerald diventano la coppia del momento: belli, ricchi e ribelli, sono il modello, il punto di riferimento delle nuove generazioni. 

Zelda Sayre

Tutti i personaggi che popolano i romanzi di Fitzgerald si rifanno a persone reali: ma tra di loro la musa ispiratrice per le figure femminili è senza dubbio Zelda. Si dice infatti che lo scrittore abbia ricalcato certe trame direttamente dai diari e da alcuni racconti composti proprio da Zelda Sayre e che molte espressioni, frasi comuni siano tratte dai dialoghi quotidiani con la moglie. Tra tutte, la figura più vicina a Zelda è certamente quella di Daisy Buchanan, la volubile protagonista del romanzo Il grande Gatsby, capolavoro di Fitzgerald. Daisy è una vera e propria flapper: capricciosa, amante del lusso e incapace di aspettare, è risucchiata dalla frenetica vita della Jazz Age; esemplificativa del personaggio una pagina in cui la donna ricorda la nascita di sua figlia (anche questa è una citazione tratta dal repertorio quotidiano di Sayre): «Mi sono svegliata dall’etere con una sensazione di abbandono totale e ho chiesto subito all’infermiera se fosse un maschio o una femmina. Mi disse che era una femmina, così girai la testa dall’altra parte e piansi. “Va bene”, dissi, “sono contenta che sia una bambina. E spero che sarà una sciocca, questa è la cosa migliore che una ragazza possa essere in questo mondo, una bella sciocca”». 
Fitzgerald attraverso le sue protagoniste “belle e dannate” (proprio per collegarci ad un altro suo celebre lavoro) ha reso famose e popolari le flapper, creando una nuova icona femminile, lontana anni luce dai canoni tradizionali; ma la «prima flapper» probabilmente è stata davvero lei, Zelda Sayre. 

Ma chi è storicamente Zelda Sayre Fitzgerald? Conosciamola meglio. Nata nel 1900 a Montgomery, in Alabama, Zelda è la minore di sei figli e figlie. La sua famiglia d’origine è una tipica famiglia conservatrice del Sud: in particolare, il padre Anthony è un uomo estremamente austero e tradizionalista.
La giovane trascorre la sua infanzia dedita a una grande passione: la danza. La maggior parte delle fotografie rimaste in nostro possesso la ritraggono infatti mentre balla oppure indossa abiti da ballo. La sua vera personalità tuttavia emerge con l’adolescenza: disinteressata alle lezioni scolastiche, si allontana sempre di più dagli stereotipi della ragazza votata al marito e ai figli per diventare ribelle e anticonformista. Fuma, beve, frequenta uomini, balla il charleston. Il padre la ritiene “rovinata”, ma Zelda non cambia atteggiamento, anzi cerca di rompere sempre e costantemente ogni legame con la tradizione. Secondo alcuni pareri viene considerata addirittura una protofemminista, proprio per il suo spiccato senso di rottura con il passato conservatore.

Per questo e altri motivi, quando le vite di Fitzgerald e Sayre si incontrano nel 1918 a Montgomery, lui non può che rimanere affascinato dalla vivace personalità di lei. Ed è proprio Zelda, come già riferito, che dà carattere e individualità alla maggior parte delle figure femminili che popolano i romanzi del celebre scrittore. I due si sposano nel 1920 e diventano la coppia del momento. Il loro stile di vita fa spesso discutere: quasi sempre ubriachi, si spostano da un lussuoso hotel all’altro e frequentano feste in ville sfarzose. Gli eccessi portano con il tempo a continui litigi, in pubblico e in privato. Poco incline alla vita domestica, Zelda è dunque una tipica flapper della Jazz Age e dei ruggenti anni Venti. Nel 1921 nasce la figlia Frances Scottie Fitzgerald, mentre nel 1922 è nuovamente incinta, ma il bambino non vedrà la luce.
Di estremo interesse è l’inclinazione di Sayre verso ogni forma d’arte: dalla danza alla musica, dalla letteratura alla pittura. All’uscita del secondo romanzo di Fitzgerald, Belli e dannati, è lei a voler buttare giù uno schizzo per la copertina del libro. Alla fine per la pubblicazione non verrà scelta la bozza disegnata da Zelda, che ritrae una flapper nuda in un bicchiere di Martini, ma è in ogni caso suggestiva l’immagine, lontana anni luce dalle figure femminili tradizionali. Le redazioni di molte riviste americane si accorgono con il tempo della modernità e della popolarità della donna, che comincia a essere richiestissima. Inizia in questo periodo a recensire i romanzi del marito e a scrivere alcuni testi per dei giornali. Di impatto è il pezzo uscito nel 1922 sul Metropolitan Magazine in cui è Sayre in persona a parlare di flapper: «La Flapper si svegliò dal suo letargo, si pettinò, indossò il suo miglior paio di orecchini e una grande dose di audacia e rouge e andò in battaglia. Ha flirtato perché era divertente flirtare e indossava un costume da bagno intero perché aveva una bella figura […]. Era consapevole che le cose che faceva erano le cose che aveva sempre voluto fare. Le madri disapprovavano che i loro figli portassero la Flapper a ballare, a prendere il tè, a nuotare e soprattutto a cuore». L’articolo, oltre a fotografare minuziosamente la situazione delle flapper nella società americana, porta Sayre a ricevere offerte da altre riviste. Inizia così a scrivere racconti e articoli. In questo periodo da parte della critica si tende a credere che abbia influenzato direttamente la scrittura del marito, che potrebbe essersi addirittura servito del diario privato di lei per la stesura di alcuni racconti. L’ombra del plagio ossessiona gli studiosi e le studiose della coppia, ma la situazione non è mai stata chiarita del tutto. In ogni caso Sayre e Fitzgerald vivono spesso momenti di crisi, già a partire dal 1924, anno in cui durante un viaggio a Parigi sembra che lei abbia chiesto il divorzio in seguito ad un flirt estivo. Le stravaganze di Zelda e il desiderio incontrollabile di volersi affermare come donna per i suoi talenti la portano ad avere diversi problemi psicosomatici e a essere ricoverata nel 1932 a seguito di una diagnosi di schizofrenia. E proprio durante questo periodo nella clinica psichiatrica scrive il suo unico romanzo, Lasciami l’ultimo valzer: un testo estremamente autobiografico che riepiloga la sua intera vita matrimoniale. Sorge qui un problema: infatti da anni Fitzgerald sta lavorando a un romanzo (che uscirà nel 1934 con il titolo Tenera è la notte) ugualmente ispirato alle loro vicende di coppia. Lo scrittore è furioso quando legge il manoscritto e non solo obbliga la moglie a rivedere il suo lavoro, ma lo recensisce malissimo, accusandola in pubblico di plagio. Termina così la breve carriera di scrittrice di Sayre, che in questa fase della vita inizia il declino: in preda a esaurimenti nervosi e in aperto contrasto con il marito, passa sempre più tempo nelle cliniche. La morte di Fitzgerald nel 1944 la turba nel profondo, ma ciononostante non riesce a prendere parte nemmeno al funerale. Un evento drammatico segna definitivamente la fine della vita della «prima flapper»: un tragico incendio nel 1948 nella clinica dove è ricoverata non le lascia scampo. In ogni caso la vita di Sayre ha fornito estrema ispirazione alle giovani del suo tempo: il suo anticonformismo e le sue stravaganze sono state le fondamenta che hanno fatto nascere una generazione di ribelli, la generazione delle flapper. Tuttavia, non possiamo non notare una fragilità di fondo, non provare inquietudine mentre osserviamo e ricordiamo la sua breve tormentata esistenza.

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Articolo di Marta Vischi

Laureata in Lettere e filologia italiana, super sportiva, amante degli animali e appassionata di arte rinascimentale. L’equitazione come stile di vita, amo passato, presente e futuro, e spesso mi trovo a spaziare tra un antico manoscritto, una novella di Boccaccio e una Instagram story!

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