Lingua madre. Un concorso di sorellanza 

«Il Concorso letterario nazionale Lingua Madre è un progetto permanente della Regione Piemonte e del Salone internazionale del Libro di Torino, ideato nel 2005 da Daniela Finocchi e diretto alle donne migranti (o di origine straniera) residenti in Italia, con una sezione per le donne italiane che vogliano raccontare le donne straniere che hanno conosciuto, incontrato e che abbiano saputo trasmettere loro “altre identità”. Per dare voce a chi abitualmente non ce l’ha ma ha molto da dire, come donna e come migrante». Questa bella presentazione di ciò che è, in realtà, un’importante occasione di incontri, relazioni e gruppi di studio su tematiche interculturali, si può leggere, insieme a molte altre informazioni, sul sito www.concorsolinguamadre.it . 
Poniamo alcune domande all’ideatrice di Lingua Madre, Daniela Finocchi, per conoscere meglio questa interessante avventura. 

Da dove è nata l’idea del concorso? 
Come scrive Chiara Zamboni Robotti: «Proprio l’intensità dello stare tra donne, la continuità sensibile sensuale simile a quella con il corpo materno, che ritrovo nel piacere di condividere con altre una certa situazione, ha rappresentato la radice affettiva che mi ha portato a partecipare alla politica delle donne». In ambito femminista, ho partecipato al Coordinamento giornaliste del Piemonte, al Bollettino delle Donne, alla Casa delle Donne di Torino. Ho concorso a fondare il Coordinamento contro la Violenza, il Telefono Rosa di Torino, il Centro Studi e documentazione pensiero femminile. Sono giornalista e quando nel 2005 la vicedirettrice di Grazia (periodico per il quale seguivo come inviata il Salone del Libro di Torino) mi chiese di ideare un concorso da destinare alle lettrici e in collaborazione col Salone, tra le varie proposte che portai al giornale, ci fu quella del Concorso Lingua Madre. La rivista scelse poi di realizzare un premio sul tema conduttore del Salone di quell’anno che era “il sogno”, ma io continuavo a pensare alla ricchezza rappresentata dai possibili racconti delle donne straniere e mi spiaceva abbandonare il progetto. Mi sembrava importante dare voce a chi non è concesso intervenire in prima persona, a chi subisce sempre un filtro, una “traduzione”, un “esperto” che spiega il suo pensiero arrogandosene il diritto, tanto più se donna. Inoltre, sempre più forte era la presenza femminile (oggi in Italia arrivata al 52%) che imprime al fenomeno migratorio una diversa evoluzione e la necessità di una analisi differente da quella “accademica classica”. In quest’ottica si pone il Concorso letterario nazionale Lingua Madre, che esalta il valore della relazione, della condivisione, dello scambio fra donne, incoraggiando la collaborazione nel raccontare e scrivere le proprie storie. Decisi quindi di realizzare il progetto in autonomia e lo proposi a quelli che sono ancora i partner del Concorso, che diventò progetto permanente della Regione Piemonte e del Salone internazionale del Libro di Torino. 

Premiazione Clm 2022

L’iniziativa ha avuto subito successo oppure no? Quali canali l’hanno favorita? Quali i principali obiettivi? 
Al Clm parteciparono moltissime donne sin dalla prima edizione e questo è stato il suo successo. Arrivano ogni anno oltre 300 elaborati di donne migranti o comunque con origini straniere e quindi portatrici di molteplicità. Sono tante le giovani e giovanissime, le “nuove” generazioni che partecipano, facciamo quindi riferimento alle appartenenze multiple che possono convivere nella stessa persona. Una sezione è diretta anche alle italiane che vogliano raccontare l’incontro con l’Altra. Si può partecipare con un racconto o/e una fotografia a qualsiasi età, da sole, in coppia o in gruppo e ci si può far aiutare da un’altra donna se non si ha dimestichezza con l’italiano scritto. I premi sono in denaro.

Presentazione dell’antologia LM2022

Ogni anno viene realizzata un’antologia (Seb27) con i racconti selezionati, i 17 volumi pubblicati sinora rappresentano un vero patrimonio e raccontano la storia italiana di questi anni attraverso lo sguardo delle donne. Ma l’attività non si esaurisce con il Premio letterario, durante l’anno, infatti, vengono realizzati incontri e iniziative proprie o sviluppate in collaborazione con altri soggetti pubblici e privati – tra questi anche Toponomastica femminile di cui Clm è socio sostenitore da tanti anni – che coinvolgono direttamente le autrici e le rendono protagoniste. Un prezioso contributo si deve alle autrici stesse del Concorso che – nel vero spirito del progetto, cioè la valorizzazione dell’intreccio culturale che è prima di tutto intreccio relazionale – moltiplicano le possibilità di scambio grazie a iniziative spontanee, perché anche questo è il progetto: luogo di gemmazione. 
Tra le tante attività organizzate un podcast, la sezione audioracconti, produzioni video, spettacoli teatrali tratti dai racconti, una serie tv ora su Prime video dal titolo Cucine vicine (prodotta da Epica film). Il bando e tutte le novità si possono trovare sul sito www.concorsolinguamadre.it 

A questo si aggiunge l’attività di ricerca su letteratura e migrazione femminile svolta da docenti – straniere e italiane – che fanno parte del Gruppo di studio. Un lavoro poi divulgato con volumi di approfondimento, seminari, convegni.  

Ci racconti episodi che ti hanno emozionata particolarmente? 
Impossibile rispondere a questa domanda, le emozioni sono costanti e molteplici. A emozionare è la riconoscenza che arriva dalle donne per questa opportunità, come se fosse una sorta di autorizzazione al desiderio. La migrazione, infatti, è affrontata abitualmente come “emergenza”, come necessità di risolvere bisogni primari (che ovviamente devono essere assicurati), ma tralasciando l’ambito culturale, letterario che risulta praticamente inesistente nel dibattito pubblico, ma è invece altrettanto necessario. Le biografie delle autrici, che pubblichiamo ogni anno in appendice all’antologia, sono anch’esse un racconto, un’altra storia dell’Italia e di quello che ci circonda. Ogni anno arrivano racconti evocativi, intimisti, pieni di tenerezza ed energia, a tratti trasgressivi. Al centro donne di ogni età, con i loro corpi, in un gioco di relazioni affettive vitale e gioioso. La scrittura si fa fiume e scorre lungo una genealogia femminile universale, che accoglie esperienze di vita fatte di solidarietà, relazione, ma anche di erotismo, libertà, desiderio d’appartenenza. La nostalgia che a tratti compare si fa memoria, mai interruzione, e apre al futuro. E quindi si può ricominciare: da un bigné confezionato con le proprie mani, da un fiore che cresce nonostante tutto o dalla lingua, materia viva che si fa docile al desiderio. In questo modo si restituisce senso alla propria storia, aprendo la strada al riconoscimento, accorciando le distanze. Se è vero, come sostiene Annie Ernaux – che abbiamo citato nell’introduzione nel nuovo volume Lingua Madre Duemilaventidue. Racconti donne straniere in Italia ora in libreria – che «scrivere è un modo di esistere», allora non ci resta che continuare a cucire, attraverso le parole, le tante memorie che ci abitano e che abitano l’altra accanto a noi. Frammenti di ricordi personali che se condivisi possono costruire spazi in cui riconoscersi e scoprirsi inevitabilmente simili. 

Sarà sicuramente un lavoro di squadra. In quante lavorate e in che modo? 
La giuria che seleziona ogni anno gli elaborati è composta da dodici persone tra scrittrici, letterate, giornaliste, esponenti degli enti sostenitori. Ci sono poi i partner consolidati del progetto che curano i premi speciali: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per la sezione fotografica, che fa capo a Filippo Maggia, curatore per la fotografia italiana della Fondazione che cura anche la mostra che viene organizzata ogni anno con le fotografie selezionate; Slow food – Terra Madre per il premio omonimo a cura di Abderrahmane Amajou, coordinatore tema migranti Slow food internazionale; Torino film festival per il premio omonimo a cura di Steve della Casa, Direttore Torino film festival. Abbiamo inoltre molte collaboratrici nei diversi ambiti, anche in stretto dialogo con le università italiane ed estere. Come dicevo, è un lavoro “di e in” relazione tra donne e in questo modo è cresciuto e continua a crescere ogni anno con nuove proposte, idee, collaborazioni. 

Sono coinvolte le scuole nella partecipazione al concorso? 
Il bando viene distribuito ogni anno in tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado e con le scuole il rapporto è continuativo e costante. Vengono organizzati incontri con le autrici nelle classi e programmi condivisi, partecipando insieme, per esempio, alle campagne promosse dal Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura sotto i cui auspici opera il progetto, quali Libriamoci o Il Maggio dei libri. Ma anche alle giornate internazionali in ricordo delle persone migranti, rifugiate o per l’eliminazione della violenza contro le donne, che vedono ogni anno coinvolti tantissimi istituti con le/i loro studenti per affrontare questi temi attraverso i racconti del Clm. Al Concorso ogni anno arrivano racconti scritti da studenti, a volte da intere classi, così come dai Cpia o altri enti di accoglienza, ma anche dalle carceri e dagli istituti di pena minorili. Grazie al lavoro delle e degli insegnanti che sono altri collaboratori preziosi del progetto.  

Facciamo tanti complimenti a Daniela per questa riuscita idea di una modalità per intrecciare vissuti diversi e che è bello conoscere per camminare insieme. Ringraziandola per il tempo che ci ha concesso, ci auguriamo che il concorso prosegua sempre meglio nel suo percorso di condivisioni di esperienze di vita e di lavoro. 

***

Articolo di Danila Baldo

Laureata in filosofia teoretica e perfezionata in epistemologia, tiene corsi di aggiornamento per docenti, in particolare sui temi delle politiche di genere. È referente provinciale per Lodi e vicepresidente dell’associazione Toponomastica femminile. Collabora con Se non ora quando? SNOQ Lodi e con IFE Iniziativa femminista europea. È stata Consigliera di Parità provinciale dal 2001 al 2009 e docente di filosofia e scienze umane fino al settembre 2020.

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