Speriamo che il 2023 non sia un anno sfigato!
Lo speriamo davvero ma… avete mai riflettuto sull’origine del termine sfigato?
Cito l’Accademia della Crusca: «Sfigato, aggettivo di forma participiale che, esattamente come il sinonimo sfortunato derivato da fortuna, è formato parasinteticamente (ossia, con l’applicazione simultanea di un prefisso e un suffisso – qui s- e -ato) dal sost. figa, variante settentrionale di fica, pudendum muliebre. Dall’aggettivo sarà stato tratto a sua volta il sostantivo sfiga, “sfortuna”.
Si tratta dunque di un termine, nato nel linguaggio giovanilistico (ambito nel quale nascono tanti nuovi termini che diventano di uso comune nel giro di una generazione) e, se ci pensiamo bene, è molto sessista: chi è privo di figa (o fica), cioè un uomo senza donne o ragazze, è sfortunato. Al contrario, invece figo (o fico) corrisponde un po’ all’inglese cool. Esiste anche lo strafigo. Ed esistono i diminuitivi fighetto e fighetta, con significato tra l’altro abbastanza diverso, come spesso accade, per maschile e femminile. Nessuno dei due è proprio un complimento, ma sicuramente fighetto è meno negativo di fighetta (usato spesso anche verso gli omosessuali con valore denigratorio).
Insomma, esistono termini sessisti che ci siamo abituate/i ahimè a usare. Un esempio per tutti è l’uso purtroppo diffusissimo dei tanti sinonimi del termine prostituta. Non ci rassegneremo mai, ma ci è praticamente impossibile battagliare ogni volta che questa parola, o uno dei suoi sinonimi, viene usata.
Ho fatto una lunga introduzione per arrivare all’uso dell’espressione small dick energy di cui si è discusso tanto dopo che l’ha usata Greta Thunberg per deridere Andrew Tate.
Questo Andrew Tate è un ex campione del mondo di kickboxing, diventato famoso online per i video in cui espone argomenti misogini, razzisti, omofobi e di incitamento alla violenza. Nel 2016 è stato cacciato dal Grande Fratello per un video in cui frustava una donna. Non ha avuto difficoltà ad ammettere che proprio quella era la sua indole. Si è definito lui stesso misogino e sessista: per lui addirittura le vittime di aggressione sessuale sono responsabili delle violenze subite. Per Andrew Tate le donne dovrebbero stare in casa, non sarebbero in grado di guidare e apparterrebbero agli uomini. «Tiro fuori il machete, glielo sbatto in faccia e la prendo per il collo», dice in un video riportato dal Guardian, spiegando come reagirebbe se una donna lo dovesse accusare di tradimento.
Già indagato per tratta di esseri umani, violenza e sfruttamento della prostituzione, due giorni fa è stato arrestato. Alcune sue affermazioni avevano causato il suo ban da Twitter, ban poi cancellato da Elon Musk (e anche di questo dovremmo parlare, cioè di chi ha in mano la comunicazione); 4.6 milioni di follower su Instagram, oltre 800.000 iscritti su Youtube e i suoi corti su TikTok superano costantemente il milione di visualizzazioni.
Ebbene, questo orribile individuo appena riammesso su Twitter ha indirizzato un post provocatorio a Greta Thunberg per chiederle l’email cui inviarle una lista delle sue trentatré auto e delle loro enormi emissioni, lei gli ha risposto di inviare la mail a: smalldickenergy@getalife.com
Dopodiché la questione è esplosa in rete concentrandosi su alcuni aspetti e la cosa ha dell’incredibile perché è stato trascurato completamente un altro aspetto: non è stato quasi per nulla stigmatizzato il bruttissimo tweet di Tate e Greta è stata accusata in varie misure di sessismo.
Devo ammettere che non essendo una grande esperta della lingua inglese non conoscevo questa espressione ma, mentre anche noti giornalisti facevano traduzioni letterali dell’espressione, poiché sono in grado di fare delle ricerche, ho subito compreso che questa espressione (come il suo contrario big dick energy) non ha nulla a che fare con le dimensioni del pene. Sde (usato anche come acronimo, talmente è diffuso) significa qualcosa come insignificante, che brama essere notato, una traduzione italiana potrebbe essere “guappo di cartone”, ma anche “arrogante” o più semplicemente “sfigato”. Come la parola sfigato, anche questa espressione ha assunto un significato esteso, come la parola sfigato anche l’espressione contiene un riferimento a un organo sessuale, ma la differenza sarà che in questo caso è che si allude all’organo sessuale maschile?
L’arguta risposta di Greta a un individuo orribile è diventata, ahimè per ignoranza del vero significato e per superficialità nella traduzione, un insulto sessista, come se avesse detto «ce l’hai piccolo»! Forse conoscere un po’ di inglese ci sarebbe utile, checché ne dica il ministro Sangiuliano, visto che anche giornalisti, di solito attenti, si sono concentrati su small dick e non su energy e non hanno cercato di approfondire. Come Gianni Riotta, che dà a Greta il cartellino giallo, o Michele Serra, che non è critico verso di lei sostenendo che ha fatto bene a dirgli che ce l’ha piccolo, ma comunque è anche lui lost in translation!
È successo dunque che l’attenzione, invece, si sia spostata dal brutto e inutile post e dall’orribile persona che è Tate all’espressione usata da Greta accusandola di sessismo e di body shaming.
Ha dell’incredibile riflettere sul fatto che viviamo immersi nel sessismo verso le donne usando in continuazione termini sessisti senza farci assolutamente caso, ma si è alzato un tale polverone solo perché si è erroneamente pensato che una giovane donna volitiva abbia usato un termine sessista verso un uomo misogino e violento.
Viene anche da chiedersi perché Greta Thunberg catalizzi verso di sé tanto rancore, tanta antipatia, tanto disprezzo da andare a stravolgere il significato di un’espressione pur di non dire apertamente quel che andava detto e cioè che è stata bravissima a mettere a posto uno sbruffone (misogino e violento). Le giovani donne determinate fanno ancora tanta paura?
Se ci fosse stato un decimo, un centesimo, un millesimo delle critiche alla risposta di Greta ogni volta che un uomo (ma anche una donna) fa una battuta realmente sessista verso una donna, credo che oggi il sessismo non esisterebbe più.
Insomma, due pesi e due misure… e guai a toccare le dimensioni del pene!
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Articolo di Donatella Caione

Editrice, ama dare visibilità alle bambine, educare alle emozioni e all’identità; far conoscere la storia delle donne del passato e/o di culture diverse; contrastare gli stereotipi di genere e abituare all’uso del linguaggio sessuato. Svolge laboratori di educazione alla lettura nelle scuole, librerie, biblioteche. Si occupa inoltre di tematiche legate alla salute delle donne e alla prevenzione della violenza di genere.