Premio Nobel per la letteratura 1909 «Per l’elevato idealismo, la vivida immaginazione e la percezione spirituale che caratterizzano le sue opere». Selma Ottilia Lovisa Lagerlöf (Sunne 1858–1940), svedese, nasce a Sunne, un piccolo paese nella contea del Värmland, vicino al confine con la Norvegia, in una famiglia appartenente a un’aristocrazia provinciale colta ma decaduta che, con la rapida industrializzazione del paese, sta fatalmente tramontando. Come tante altre giovani che hanno la possibilità di studiare, sceglie di diventare maestra, studia a Stoccolma e nel 1885 inizia a insegnare, a Landskrona.

Nel 1891 riesce a pubblicare la sua prima opera, La saga di Gösta Berling. È la storia di un pastore protestante che a causa dell’alcolismo rinuncia al ministero e abbandona il proprio Paese. Il romanzo, tuttora considerato il suo capolavoro, suscita inizialmente aspre critiche, ma dopo un paio di anni riesce a conquistare il pubblico, prima in Svezia e poi in tutto il mondo. In più, vince un premio letterario che consiste in una somma notevole e questo permette a Selma di lasciare l’insegnamento e iniziare a viaggiare in Europa. Nel 1895-96 è in Italia, in Sicilia scrive I miracoli dell’Anticristo, ma si spinge fino in Egitto e in Palestina (1899-1900), dove trae ispirazione per il romanzo Jerusalem. Negli anni Venti del Novecento da La saga di Gösta Berling verrà tratta una versione cinematografica di successo: un film muto del regista svedese Stiller, con protagonista Lars Hanson affiancato da una giovanissima Greta Garbo nel suo primo ruolo di rilievo.

Attenta ai problemi sociali del suo tempo e ai diritti delle donne, Selma pubblica un libro dopo l’altro. Molto interesse suscita, nel 1906-1907, Il viaggio meraviglioso di Nils Olgersson, grazie al quale la scrittrice ottiene la laurea honoris causa all’Università di Uppsala. Il libro, considerato un classico della letteratura per l’infanzia, narra le avventure di un ragazzino di nome Nils che viaggia sul dorso di un’oca spiegando la storia e la geografia di tutti i paesi da lui visitati. L’opera, che ha suscitato l’ammirazione del filosofo e pedagogista austriaco Karl Popper, viene adottata in molte scuole svedesi. Diventa talmente popolare in Svezia da dare il nome a un treno, a un aereo (a forma di oca) e a parecchi ristoranti. E la compagnia marittima tedesca TT Line, che si occupa dei collegamenti fra Germania e Svezia, utilizza ancor oggi, dal 1962, il nome di Nils Holgersson per una delle sue navi. Nel 1981 ne è stato tratto un film di animazione trasmesso anche in Italia dalla Rai e c’è persino un gioco da tavolo ispirato alla storia di Nils.
Il famoso etologo Konrad Lorenz, Nobel 1973 per Medicina e Fisiologia, ha raccontato, durante la conferenza per la consegna del Premio, che nella sua prima infanzia la storia di Nils aveva avuto un’influenza straordinaria su di lui e aveva determinato le scelte fondamentali della sua vita: «Da allora in poi ho desiderato ardentemente di diventare un’oca selvatica e, rendendomi conto che questo era impossibile, ho voluto disperatamente averne una e, quando anche questo si è rivelato impossibile, mi sono risolto per le anatre domestiche».

Ma la consacrazione, per Selma Lagerlöf, arriva nel 1909 con il Premio Nobel, il primo della serie dei sedici finora conferiti a una donna. Con il denaro del Nobel la scrittrice poté riacquistare la residenza di Mårbacka, nel Värmland, che il padre era stato costretto a vendere a causa di un dissesto finanziario, ristrutturarla e tornare a viverci. La medaglia d’oro del Premio fu invece da lei donata ai combattenti svedesi all’inizio della Seconda guerra mondiale, quando il governo svedese, pur scegliendo la neutralità, volle però aumentare il proprio armamento difensivo e la consistenza del proprio esercito. Il premio concesso così precocemente a una donna dall’Accademia svedese, l’istituzione che assegna il Nobel per la letteratura, non è un caso: in Svezia fin dal secolo XVII le donne erano riuscite a ottenere qualche diritto anche in campo politico e dal 1862 furono ammesse a votare nelle elezioni comunali, per ottenere infine il diritto di voto nelle elezioni nazionali nel 1919.
Cinque anni dopo Lagerlöf sarà chiamata dall’Accademia stessa – e anche in questo caso è la prima donna nella storia – che la annovera fra i suoi membri.
Prosegue intanto incessante l’attività letteraria con La casa di Liljecrona (1911), L’Imperatore di Portugallia (1914), L’anello di Lӧwenskӧld (1925), Anna Svӓrd (1928). La scrittrice svedese in seguito dedicò la propria vita all’impegno nelle cause pacifiste e femministe. Nel 1911 tenne un discorso all’Alleanza Nazionale per il suffragio femminile.
Negli anni successivi Selma Lagerlöf decise di devolvere i proventi delle sue pubblicazioni per sostenere i rifugiati ebrei in fuga dalla Germania di Hitler. La scrittrice sostenne attivamente la Resistenza contro il nazismo e il suo impegno pacifista permise a molte persone di salvarsi. Grazie a lei la poetessa Nelly Sachs riuscì a ottenere un visto per la Svezia e a lasciare la Germania, sfuggendo alla deportazione in un lager. Non fece in tempo però a incontrare Selma: quando giunse a Stoccolma lei era già deceduta, in seguito a un’emorragia cerebrale, a Mårbacka, dove era nata. Aveva ottantadue anni.
Oggi è la scrittrice svedese più letta e amata nel mondo. Il suo nome è molto presente nella toponomastica delle città svedesi, ma anche in Austria, Germania, Olanda, Danimarca, Spagna…
A Roma Selma è ricordata con un viale e a Ravenna con una rotonda. Anche l’asteroide 11061 è stato a lei dedicato e il suo volto compare su francobolli di diversi Paesi e sulle banconote da 20 corone svedesi.


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Articolo di Loretta Junck

Già docente di lettere nei licei, fa parte del “Comitato dei lettori” del Premio letterario Italo Calvino ed è referente di Toponomastica femminile per il Piemonte. Nel 2014 ha organizzato il III Convegno di Toponomastica femminile, curandone gli atti. Ha collaborato alla stesura di Le Mille. I primati delle donne e scritto per diverse testate (L’Indice dei libri del mese, Noi Donne, Dol’s ecc.).