Valentina lo ha capito

«Il racconto, semplice nell’ideazione ma plausibile, aderisce pienamente al tema proposto e appare coerente con l’incipit scelto. Riflette sulle difficoltà legate a scelte non comuni e trova soprattutto nel finale una cifra di autenticità e una intonazione convincente. Ben delineata la figura della protagonista che, pur fra mille dubbi, riesce a fare la scelta giusta che gratifica la sua inclinazione naturale». Questa la motivazione del Primo premio per le Classi Quinte, che è stato attribuito al racconto Valentina lo ha capito, nell’ambito della IX edizione del Concorso  Sulle vie della parità, indetto da Toponomastica femminile.

Scritto a quattro mani da Roberta Ferla e Mattia Paoli, della V A del Liceo Scientifico Matteo Raeli di Noto, il racconto parte dall’incipit n. 2, di Antonio G. Bortoluzzi. A seguire il lavoro è stata la professoressa Santinella Fortuna, referente insieme alla prof. Venera Parisi del progetto PTOF “Toponomastica femminile – Sulle vie della parità” dell’Istituto.

Incipit 2, di Antonio G. Bortoluzzi.

Domenica mattina, con il papà e la mamma, era entrata nella grande palestra del comprensorio scolastico per la giornata di Orientamento. Mentre era davanti al gazebo e si sforzava di pensare a una scuola che dopo, anche molti anni dopo, portasse a un lavoro, aveva sentito un prof dire ai suoi genitori: «Da qui ai prossimi cinque anni sarà tutto cambiato, è inutile pensare a un lavoro, è meglio che vostra figlia scelga una scuola che le piace». Ecco. Il problema era che lei aveva pensato a un lavoro proprio perché non aveva ancora la più pallida idea di che cosa le piacesse studiare.

Valentina lo ha capito

Valentina venne presa dal panico nel sentire le parole di quel professore, come se si sentisse costretta a cambiare il suo modo di vedere le cose. Era convinta di voler scegliere una scuola che dopo cinque anni le permettesse di fare un lavoro ben preciso. Pensò e ripensò a lungo a quelle parole negli ultimi giorni che le restavano prima della scelta finale. Non è mai semplice prendere decisioni che determineranno un lungo tempo della tua vita e, a parte questo, raggiunta l’adolescenza si pensa che tutto sia contro, che ogni aspettativa sia solo un’illusione.

Valentina, a tratti timida, introversa e forse anche un po’ insicura di sé, allo stesso tempo affrontava tutto con estrema forza e grinta, non si lasciava mai scappare l’occasione di dimostrare, sempre e comunque con grande rispetto per chiunque, le sue vittorie, soprattutto quando neanche lei pensava di farcela. Le piaceva tanto recitare. Dopo la scuola andava tutti i pomeriggi a teatro, ogni volta che saliva sul palco si immedesimava talmente tanto nel personaggio che non sembrava quasi più essere sé stessa. Era veramente brava e anche i suoi genitori la incoraggiavano sempre di più a continuare il corso di recitazione, lo frequentava fin da quando aveva sette anni ma da subito era venuto fuori il suo talento innato. I suoi compagni alle medie cominciarono a prenderla un po’ in giro, le facevano le imitazioni e Valentina si sforzava di non badare alle loro stupide insinuazioni. Col passare del tempo però si convinse che forse sarebbe stato meglio smettere, così almeno l’avrebbero lasciata in pace. Una serie di stereotipi cominciarono ad affollare la sua mente sotto forma di fantasmi inquisitori: certi lavori non sono adatti alle donne… fare la maestra è l’occupazione più opportuna per chi dovrà occuparsi dei figli… la donna deve essere pudica e riservata, non deve “esibirsi”… il palcoscenico è un ambiente trasgressivo per una donna perbene… . Quindi, giorno dopo giorno, cominciò a diradare la frequenza alle lezioni, finché non si presentò più a teatro. Finalmente cominciò a farsi degli amici a scuola; non capiva perché la sua scelta di recitare potesse essere stato un problema prima, però si convinse di aver fatto la scelta giusta. Ma un tarlo silenzioso e corrosivo si faceva strada dentro di lei. I ragazzi del gruppo teatrale, a parte qualcuno, non li sentiva ormai da tanto e le mancavano. Ma si sa certe cose iniziano e finiscono, magari non era il suo destino. Lei però era strana. Era chiaro, non aveva la stessa vitalità di sempre.

La terza media stava finendo, si era talmente concentrata sullo studio che non pensava ad altro, visto anche che quegli amici con cui si era accompagnata nell’ultimo anno non si erano poi rivelati dei veri amici, non li avrebbe comunque mai più rivisti una volta iniziate le superiori. Già, le superiori, una grande indecisione che si portò dietro fino all’ultimo momento, non voleva in ogni caso che gli altri, compresi i suoi genitori, scegliessero per lei. Voleva fare la sua scelta liberamente senza condizionamenti.

Dopo aver riflettuto sulle parole di quel prof all’incontro di orientamento, Valentina capì di aver fatto un grande errore: si era lasciata influenzare da chi non aveva capito minimamente cosa significasse per lei recitare, da chi era diventato suo “amico” e poi invece l’aveva lasciata da sola. Nessuno mai era stato come Rebecca, Alessandro e Sara che aveva conosciuto al corso di recitazione quando aveva 10 anni e da cui non si era mai più separata, si vedevano tutti i giorni e con loro Valentina si sentiva davvero libera. Ma, da un anno, non li aveva più incontrati. Sì, da un anno non li vedeva più. Si era comportata da vera sciocca, le toccava rimediare. Allora raccolse tutta la forza e determinazione che l’avevano sempre contraddistinta, tornò la persona che era sempre stata prima e prese la decisione più giusta, consapevole e piena di passione. Il teatro era la sua casa, la faceva stare bene.

Valentina è felice e realizzata. Sta per diplomarsi dopo aver trascorso cinque intensi anni nel suo amato liceo ad indirizzo teatrale. Sta per concludere uno dei più importanti percorsi della sua vita che non si sarebbe mai aspettata di fare ma che in realtà aveva sempre desiderato. I professori della scuola di recitazione le hanno riconosciuto ogni anno il grande impegno e volontà di imparare, migliorarsi e non cedere mai. Nonostante le difficoltà, è sempre riuscita ad andare oltre, senza mai sottovalutare i problemi e imparando dagli errori. E lei che pensava di dover scegliere una scuola che le desse un lavoro! Doveva solo seguire ciò che le dava la forza di vivere la vita pienamente, doveva solo seguire la sua più grande passione. Valentina lo ha capito in tempo, per fortuna.

In copertina: premiazione del IX Concorso Sulle vie della Parità, 14 ottobre 2022, Università di Roma Tre, da sinistra la studente Lavinia Campisi, le docenti Santinella Fortuna (curatrice della sezione narrativa) e Vera Parisi, la studente Irene Quartararo e la componente della giuria Gabriella Anselmi.

***

Articolo di Loretta Junck

qvFhs-fC

Già docente di lettere nei licei, fa parte del “Comitato dei lettori” del Premio letterario Italo Calvino ed è referente di Toponomastica femminile per il Piemonte. Nel 2014 ha organizzato il III Convegno di Toponomastica femminile, curandone gli atti. Ha collaborato alla stesura di Le Mille. I primati delle donne e scritto per diverse testate (L’Indice dei libri del mese, Noi Donne, Dol’s ecc.).

Lascia un commento

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...