La libreria sulla collina di Alba Donati. Un sogno diventato realtà

Raccontare questo libro e l’esperienza che tratta vuol dire immergersi in un sogno che, nonostante la particolare situazione del biennio 2020-21, si è avverato felicemente e di giorno in giorno cresce in visibilità e conquista cuori. Iniziata la lettura, non la si vorrebbe interrompere perché appassiona, quasi fosse un romanzo o una fiaba, sia perché il testo è scritto magnificamente, nella sua linearità, sia perché chi ama i libri cartacei e il loro universo si sente letteralmente a casa. Certo è che la storia, ormai nota grazie a interviste e articoli sulla stampa, ha numerosi motivi per essere riferita e accolta con stupore e curiosità.

Alba Donati nella sua libreria

Chi è la signora, all’inizio giudicata un po’ matta, che decide nel pieno di una brillante carriera di lasciare Firenze e di ritornare alle origini, al minuscolo paesino fra Serchio e Alpi Apuane chiamato Lucignana? È Alba Donati, pseudonimo di Alba Franceschini, nata nel 1960 a Lucca, ma vissuta nel capoluogo toscano, una poeta pluripremiata, traduttrice, ex manager nel mondo dell’editoria, presidente del prestigioso Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux. E per fare cosa su una collina della Garfagnana? Non per trascorrervi da pensionata o turista quiete vacanze, niente affatto, ma per mettersi in gioco costruendo dal nulla una libreria in un borgo di 180 abitanti. Sì, avete letto bene; non 1800, né 18.000; solo 180, compresi alcuni neonati (maschi) e le poche persone anziane. Veramente una follia, si direbbe. Eppure la tenacia, l’ardimento, la sinergia con una bella fetta delle residenti (quasi tutte donne, le collaboratrici-amiche) hanno la meglio sui problemi burocratici, sulla raccolta fondi, realizzata grazie a un vincente crowdfunding, sulle difficoltà oggettive, a cui la pandemia aggiunge ulteriori ostacoli.

Lucignana

«La passione non si può fermare di fronte ai dispacci ministeriali. La passione non mette in conto nessun traguardo, essa procede alimentata da un suo proprio moto interno». Il 7 dicembre 2019 avviene l’inaugurazione e Alba è al settimo cielo: è inverno, ma da lassù la vista è spettacolare, aperta sul Prato Fiorito, i monti, la vallata. La scelta di quel luogo magico (che per lei è comunque «il centro del mondo») è così spiegata: «Perché hai aperto una libreria in un paesino sconosciuto? Perché avevo bisogno di respirare, perché ero una bambina infelice, perché ero una bambina curiosa, per amore di mio padre, perché il mondo va a scatafascio, perché il lettore non va tradito, perché bisogna educare i più piccoli, perché a quattordici anni piangevo da sola davanti alla tv la morte di Pier Paolo Pasolini, perché ho avuto maestre e professoresse straordinarie, perché mi sono salvata». Eppure la gioia sembra avere breve durata: il 30 gennaio un cortocircuito manda a fuoco buona parte della struttura e dei libri contenuti. Un disastro, ma presto arrivano donazioni spontanee, una generosa mecenate, un nuovo crowdfunding, e in poco tempo la Libreria Sopra la Penna, inserita fra le venti più affascinanti d’Europa, riapre. Il 9 marzo 2020 però ricordiamo bene cosa accade: in quella frazione isolata, in provincia di Lucca, così come non c’erano mai stati fascisti, non ci sono contagiati, tuttavia le regole vanno rispettate. Solo a sprazzi potranno arrivare visitatori e visitatrici da fuori, ma niente paura: si possono organizzare attività con le persone residenti nell’area comunale di Coreglia Antelminelli, con bambini e bambine locali, ci si può dedicare ad abbellimenti, lavoretti in giardino, nuovi progetti, si intensificano i contatti e le vendite online.

Il panorama dalla libreria di Alba Donati

Illuminante l’elenco dei quotidiani acquisti che vede in larga misura opere di scrittrici, con cui Alba ha un legame speciale, e poi i calendari di Emily Dickinson, i libri “muti”, i tarocchi con 30 figure di letterate, le mascherine con i personaggi femminili di Jane Austen, i segnalibri. Quando la situazione lo consente, si aprono le porte del piccolo paradiso a chi giunge anche da lontano, quasi in pellegrinaggio, con l’accoglienza che si riserva alle amicizie più care: tè, marmellate letterarie fatte in casa (idea geniale davvero), dolcetti vari e altre gustose cibarie, riprese dalle tradizioni culinarie del luogo; iniziative da copiare quella della “libraia per un giorno” (p. 98) e l’attività inventata partendo dal libro di Michela Murgia Stai zitta (p. 83).

Lo scorrere dei giorni si arricchisce poi di anniversari da celebrare (11 febbraio, 14 aprile, 25 maggio…), presenze affascinanti (la mamma ultracentenaria…) e bizzarre (il buffo cane dalle lunghe zampe), episodi familiari (il padre che va e viene), incontri professionali e ricordi di contatti con l’universo dell’editoria: dal bellissimo Michael Cunningham (Le ore) a Vivian Lamarque, dal fascinoso Cesare Garboli al poeta pistoiese Roberto Carifi, a cui fanno da contorno il frequente rimpianto di Pia Pera e l’inevitabile sguardo rivolto a casa Pascoli, a pochi chilometri di distanza. Tutto parla di poesia, arte, bellezza, armonia, gentilezza, contatto con la Natura. E poi, scrive ancora Alba, «per le strade del paese sono a casa, e il modo di stare con le persone è familiare, non ha bisogno di niente». Ha ragione, qui c’è proprio tutto.

Lo spuntino

Il diario dei mesi fra gennaio e giugno 2021 offre a chiunque sia attratto/a dalla lettura, dalle biblioteche pubbliche, persino quelle più antiche e polverose, ma preziose per ricerche tradizionali, dalle librerie dove ancora esista un contatto umano una serie infinita di idee e proposte che è bello fare proprie, avvincenti come sono. Personalmente andrò a cercare ognuno dei volumi segnalati e sono certa che mi arricchiranno; anche per questo il libro va letto con attenzione e sottolineato, o si deve avere una penna vicino per appuntarsi i suggerimenti che fanno al caso nostro. Qualche esempio: imperdibile viene giudicato da Alba La porta di Magda Szabó, e poi La traduttrice di Rabih Alameddine, Trieste di Daša Drndić, Una donna di Annie Ernaux, La biblioteca di notte, L’intelligenza dei fiori, In tutto c’è stata bellezza, Le trentasei vedute del monte Fuji… A voi proseguire e trarre ispirazione, magari pure dall’elenco dei «libri che parlano della natura come alfabeto della salvezza» (p. 141) o dai 25 dedicati al tema omosessuale (p. 168), giusto per iniziare l’argomento, oppure da quelli che nel titolo hanno la parola pioggia (p. 124), ma «la cosa più bella scritta sull’argomento rimane La pioggia nel pineto di Gabriele D’Annunzio, con buona pace di Eugenio Montale, che se ne sarà fatto una ragione». Sull’argomento gatti, invece, la poesia più bella per Alba è quella composta dalla Nobel Wislawa Szymborska; vi consiglio di cercarla: è straordinaria.

Devo confessare che la lettura ha risvegliato in me ricordi del tutto personali, legati a periodi di vacanze pasquali ed estive proprio in Garfagnana, a Fornaci di Barga, dove i miei zii materni risiedevano; al mio orecchio nomi come Coreglia e Filecchio rievocano la casa di famiglia e il luogo dove erano sfollati durante la guerra, mentre la loro abitazione era requisita dal comando tedesco; d’altra parte qui passava la Linea gotica. Il fiume vicino, il monte Pania, la conta dei coniglietti appena nati, il laboratorio di falegnameria dello zio, l’aula scolastica a piano terra dove esercitava la zia, essendo una scuola rurale; per una bambina erano magici territori da esplorare, insieme a una soffitta piena di oggetti curiosi e a una stanza che si riempiva dei profumi delle torte appena sfornate. Che meraviglia! La stessa meraviglia che ora ritrovo nella passione di Alba, felice quando è “zona gialla” o ancora di più quando il lockdown è terminato, finalmente, e può accogliere di nuovo gruppetti e famiglie che arrivano persino da fuori provincia e fuori regione. Si potrà festeggiare anche un inedito e originale addio al nubilato. «La libreria è una scuola, una finestra su un mondo che pensiamo di conoscere e non è vero. La verità è che si deve leggere per conoscere davvero il mondo perché chi scrive lo fa sempre a partire da un particolare che non torna», scrive l’autrice, citando Montale e il suo «calcolo dei dadi [che] più non torna».

Alcuni ospiti in giardino

Con il mese di giugno il diario si sta per concludere: sono ritornate puntuali le rondini, le fioriture sono in pieno rigoglio, al profumo del mare lontano si mescola quello della carta stampata, mentre si moltiplicano le iniziative e cresce il numero delle volontarie. Ecco l’esempio perfetto di cosa può essere una libreria: non tanto un luogo anonimo dove sfogliare volumi, acquistarli per ritornare subito alle proprie abitudini, ma piuttosto un ambiente caldo, ricco di stimoli, dove non è un caso se le donne sono protagoniste assolute, dove parlare, fermarsi per scambiare idee e guardarsi intorno con tutta calma, trarre spunti da portare con sé per trasformare la lettura in un’esperienza felice e fortunata.

Alba Donati
La Libreria sulla collina
Einaudi, Torino 2022
pp. 200

***

Articolo di Laura Candiani

Ex insegnante di Materie letterarie, dal 2012 collabora con Toponomastica femminile di cui è referente per la provincia di Pistoia. Scrive articoli e biografie, cura mostre e pubblicazioni, interviene in convegni. È fra le autrici del volume Le Mille. I primati delle donne. Ha scritto due guide al femminile dedicate al suo territorio: una sul capoluogo, l’altra intitolata La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne.

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