Le Paralimpiadi nel 2004 si spostano ad Atene, in Grecia. Un elemento importante contraddistingue questa edizione: per l’ultima volta nella storia dei Giochi infatti le città possono decidere se rifiutarsi di ospitare o meno l’evento. Ciò avviene perché, almeno fino a quel momento, le gare paralimpiche erano viste come secondarie e opzionali, e talvolta alcune città ospitanti, per evitare problemi organizzativi e costi aggiuntivi, declinavano l’offerta del Comitato Paralimpico Internazionale. Invece, in tutte le edizioni successive a quella greca, ogni nazione, ottenuta la possibilità di ospitare i Giochi, accetta automaticamente di organizzare entrambi gli eventi: le Olimpiadi e le Paralimpiadi. Un passo deciso in avanti verso l’inclusione di tutti e tutte.

Tra le novità di Atene troviamo interessante l’inserimento di ulteriori discipline: tra queste, il calcio a cinque per non vedenti (ancora solo maschile), ma soprattutto l’apertura verso gare femminili di judo e sitting volley. Per la prima volta quindi una disciplina di lotta si apre alle para atlete, e qui brillano in particolar modo due figure, in due categorie differenti: la tedesca Ramona Brussig (1977) e la spagnola María del Carmen Herrera Gómez (1974). Brussig è ipovedente e ad Atene vince nei 57 kg. La sua storia sportiva, che conta un oro a Londra 2012 nei 52 kg e due argenti a Pechino 2008 e Rio 2016 nei 48 kg, è legata a quella di un’altra promettente judoka tedesca. Si tratta della gemella, Carmen Brussig (1977) che vanta nel suo palmarès un oro a Londra, un argento a Rio e un bronzo a Pechino nei 48 kg. Numerosi sono i successi sportivi delle sorelle, ma merita ricordare la vicenda dei due ori di Londra nel 2012: le atlete infatti nel giro di quindici minuti arrivano alla vittoria nelle loro rispettive categorie, esattamente gli stessi quindici minuti che avevano separato la loro nascita nel 1977.



La judoka María del Carmen Herrera Gómez, anche lei con disabilità visive, ad Atene vince nei 70 kg, imponendosi sulle avversarie per ben altre due edizioni dei Giochi consecutivamente, arrivando di nuovo alla medaglia d’oro sia a Pechino che a Londra.
Nel primo evento di sitting volley femminile della storia ad Atene vince la squadra cinese, composta da numerose atlete. Tra queste spiccano Li Liping (1982) e Zhong Haihong(1978), due pallavoliste che saranno parte della squadra anche ai Giochi di Pechino, Londra e Rio, e che contribuiscono attivamente alla seconda e terza medaglia d’oro del team cinese (nel 2008 e 2012) e all’argento nel 2016. Le componenti del sitting volley che ad Atene battono i Paesi Bassi (3-1) sono anche Chen Yu Ping, Sheng Yu Hong, Yang Yan Ling, Xue Jun, Zhang Xu Fei, Zhao Jin Qiu, Zheng Xiong Ying, Gong Bin, Tan Yanhua e Lu Hong Qin.


Nella scherma su sedia a rotelle va senz’altro ricordata la prestazione sportiva di Yu Chui Yee (1984), proveniente da Hong Kong, che conquista quattro medaglie d’oro, nel fioretto e nella spada individuale e a squadre. Chui Yee ha subìto una amputazione all’età di undici anni a causa di un tumore osseo; inizialmente si dedica al nuoto ma ben presto scopre che la sua passione è la scherma. Oltre ai successi del 2004 si ricordano gli ori a Pechino e a Londra nel fioretto individuale, una vittoria e un secondo posto nella spada individuale rispettivamente a Londra e Pechino, due argenti a Rio nel 2016 nella spada individuale e a squadre, e un bronzo a squadre a Londra nell’Open della squadra femminile. A fianco della brillante carriera sportiva, Yu Chui Yee è anche conduttrice radiofonica, scrive sul sito ufficiale del movimento paralimpico ed è co-fondatrice della Fencing Sport Academy per bambini, bambine e adolescenti. A dimostrazione di un impegno a trecentosessanta gradi nei confronti dello sport.

A Pechino 2008 compare per la prima volta il nuovo logo delle Paralimpiadi, seguìto dallo slogan dell’evento «One World, one dream» (ovvero: «un Mondo, un sogno»). Nel corso della tredicesima edizione sono diverse le atlete che risaltano: tra queste l’inglese Anne Dunham(1948) nella specialità del paradressage, nell’equitazione. Dunham ama da sempre i cavalli ma a ventisette anni le viene diagnosticata la sclerosi multipla; tuttavia a quarant’anni torna in sella e inizia a gareggiare. Il suo primo impegno sportivo è ai Giochi di Atlanta, nel 1996, dove ottiene un bronzo individuale nella categoria freestyle di grado 2 e un oro a squadre. Il team britannico si impone a Sydney 2000 e Atene 2004 con due ori, grazie anche alle performance di Dunham, costantemente tra i primi e le prime dieci in classifica. Ma i maggiori successi dell’amazzone arrivano proprio a Pechino, dove vince la prova individuale tecnica e del grado 1a, è seconda nel freestyle dello stesso grado e ottiene il terzo oro a squadre con l’Inghilterra. A Rio 2016 invece è doppio argento nelle riprese tecniche e freestyle, sempre nel grado 1a.

Pechino 2008 sancisce la comparsa per la prima volta del canottaggio. In questo genere di gare, nella categoria mista a squadre, è il team italiano a vincere la medaglia d’oro, grazie all’impegno di Paola Protopapa (1965), Luca Agoletto, Daniele Signore, Graziana Saccocci (1962) e Alessandro Franzetti. A Pechino l’unica medaglia d’oro femminile individuale italiana è quella della nuotatrice non vedente Maria Poiani Panigati (1982) che si impone sulla connazionale Cecilia Camellini (1992), anche lei non vedente, nei 50 metri stile libero (categoria S11) dopo aver stabilito un record mondiale (con il tempo di 31″21) in batteria. Camellini a Pechino non vince di pochissimo, ma dopo quattro anni si dimostra grande campionessa vincendo a Londra nella medesima categoria. Nel palmarès paralimpico della giovane atleta troviamo pure due argenti nel 2008 (sempre nei 50 e 100 metri stile libero S11): queste due medaglie diventano, come anticipato, d’oro a Londra nel 2012 e nello stesso anno ai successi si aggiungono due bronzi (nei 400 metri stile libero e nei 100 metri dorso, S11); è un argento invece la sua medaglia di Rio 2016, nei 400 metri dorso.
Nella prova singolare del tennis femminile brilla l’olandese Esther Vergeer (1981) che vince l’oro ininterrottamente da Sydney 2000 a Londra 2012, in quattro edizioni diverse. Vergeer, questa volta nel doppio femminile, è medaglia d’oro nel 2000, 2004 e nel 2012, mentre ottiene a Pechino 2008 un argento. Le connazionali che hanno reso possibili questi successi nel doppio sono state Maaike Smit (1966) a Sydney e Atene, Jiske Griffioen (1985) a Pechino e Marjolein Buis (1988) a Londra.

In copertina: squadra italiana canottaggio.
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Articolo di Marta Vischi

Laureata in Lettere e filologia italiana, super sportiva, amante degli animali e appassionata di arte rinascimentale. L’equitazione come stile di vita, amo passato, presente e futuro, e spesso mi trovo a spaziare tra un antico manoscritto, una novella di Boccaccio e una Instagram story!