Le campionesse delle Paralimpiadi estive. Da Londra 2012 a Tokyo 2020

Il numero di partecipanti da Pechino 2008 a Londra 2012 cresce in maniera esponenziale. La quattordicesima edizione dei Giochi, inaugurata dalla regina Elisabetta II, conta infatti più di quattromila presenze, un vero e proprio record. Inoltre, queste Paralimpiadi tornano in qualche modo ‘a casa’, perché è proprio in Inghilterra, a Stoke Melville, che erano nate le primissime competizioni sportive per persone con disabilità motorie. 

Londra 2012 reintroduce gli eventi per atleti e atlete con disabilità intellettiva (note come categorie Id) nell’atletica, nel nuoto e nel tennis tavolo per la prima volta dal 2000. Inoltre, sempre a partire dal 2012, le guide vedenti possono ricevere medaglie in determinati sport. Il programma dell’atletica leggera prevede 170 competizioni diverse, con 1133 concorrenti totali (759 uomini e 374 donne). Solo nella categoria dei 100 metri femminili, ad esempio, sono quattordici le gare previste in base alle varie forme di disabilità. E proprio nella gara regina della corsa si afferma la brasiliana Terezinha Guilhermina (1978), nello specifico nei 100 metri T11, la competizione riservata alle atlete non vedenti. Guilhermina, già oro nei 200 metri e argento nei 100 metri a Pechino, e bronzo nei 400 nel 2004 e nel 2008, ottiene l’oro paralimpico insieme alla sua guida, Guilherme Soares de Santana, sia nei 100 che nei 200 metri. Un risultato notevole, impreziosito dal record del mondo proprio nella finale dei 100 metri.

Terezinha Guilhermina
Hannah Cockroft

Nei 100 metri su sedia a rotelle, categoria T34, vince invece la britannica Hannah Cockroft(1992), che esordisce ai Giochi proprio nell’edizione londinese. Cockroft si dimostra una vera a propria campionessa della sua specialità: in patria infatti consegue un doppio oro nei 100 e 200 metri. E non solo: vince in tutte le edizioni successive dei Giochi, detenendo record mondiali e senza avere rivali. Nel suo palmarès ricordiamo tre ori a Rio (nei 100, 400 e 800 metri) e due ori a Tokyo (nei 100 e 800 metri). 
Tra le velociste italiane nella manifestazione di Londra 2012 si afferma nei 100 metri, categoria T42 (destinata a persone che hanno subito amputazioni degli arti inferiori sopra al ginocchio), Martina Caironi (1989). La campionessa nei 100 metri conquisterà l’oro pure a Rio e un argento a Tokyo (nel T63), mentre nel salto in lungo T42 a Rio è medaglia d’argento. Tra i suoi splendidi successi ricordiamo anche cinque ori e un argento nei Campionati del Mondo, e sei ori e due argenti nei Campionati Europei, per un totale di diciannove medaglie. 

Martina Caironi
Amalia Pérez

Torniamo a Londra 2012 e cambiamo disciplina, spostandoci sul sollevamento pesi femminile, sport in cui eccelle la messicana Amalia Pérez (1973). Pérez esordisce alle Paralimpiadi già nel 2000, con un argento nei 48 chilogrammi, medaglia che si ripete quattro anni dopo ad Atene nella stessa categoria. A Pechino inizia a vincere in modo continuo: sono quattro gli ori ottenuti in quattro edizioni consecutive, da Pechino a Tokyo, in quattro eventi diversi: 52, 55, 60 e 61 chilogrammi. In questo modo entra nella storia: è l’unica atleta al mondo ad aver ottenuto così tante vittorie in un numero di specialità così vario. Quattro anni dopo le Paralimpiadi si spostano a Rio de Janeiro, in Brasile. Questa quindicesima edizione si contraddistingue per l’inserimento di due novità nel programma di gara: la canoa e il paratriathlon. Nella canoa la Gran Bretagna risulta vincente nelle categorie femminili: in tutti e tre gli eventi calendarizzati infatti si affermano tre britanniche; si tratta di Emma Wiggs (1980), Jeanette Chippington (1970) e Anne Dickins (1967). Wiggs vince nella KL2, mentre a Tokyo otterrà un oro nella VL2 e un argento nella KL2, Dickins invece in Brasile si dimostra vincente nella KL3. Chippington ha una lunga storia sportiva. Debutta ai Giochi di Atlanta nel nuoto, conquistando tra il 1996 e il 2000 due ori, quattro argenti e sei bronzi. Nella canoa vince a Rio nella KL1, mentre a Tokyo è bronzo nella VL2. 

Jeanette Chippington

Il paratriathlon è una specialità che comprende tre discipline: 750 metri nel nuoto, 20 chilometri nel ciclismo e 5 chilometri di corsa. In questa prima edizione una medaglia d’oro appartiene alla statunitense Allysa Seely (1989) nella PT2, medaglia che si ripete a Tokyo 2020, quattro anni dopo. Tra i suoi successi ricordiamo anche tre titoli mondiali tra il 2015 e il 2018. 

Allysa Seely
Yip Pin Xiu

Tra le numerose campionesse del nuoto bisogna menzionare Yip Pin Xiu (1992) di Singapore. Nata con distrofia muscolare la nuotatrice a Rio è doppio oro nei 50 e 100 metri dorso S2. Questo non è il suo unico brillante successo: l’atleta era stata infatti anche oro e argento a Pechino 2008 nei 50 metri dorso e stile libero S2, mentre a Tokyo si confermerà nuovamente vincitrice sia nei 50 che nei 100 metri dorso S2. 
Nel 2020 gli eventi olimpici e paralimpici non hanno avuto luogo a causa della pandemia globale dovuta al virus covid-Sars 19. Pertanto la sedicesima edizione dei Giochi paralimpici si è tenuta eccezionalmente l’anno successivo, nel 2021. Diverse le novità di questo evento, soprattutto in ottica di genere: per la prima volta infatti il Cio adotta delle politiche dichiaratamente inclusive, volte al raggiungimento dello stesso numero di sportivi e sportive nelle competizioni. 

Tra le specialità introdotte il badminton e il taekwondo che hanno fatto qui il loro debutto. E proprio nel taekwondo la prima donna a vincere ai Giochi è la giovanissima peruviana Angélica Espinoza (1998) che è medaglia d’oro nei 49 chilogrammi. Nei 58 chilogrammi invece si afferma la danese Lisa Kjær Gjessing (1978), mentre nella gara dei pesi superiori ai 58 chili vince dall’Uzbekistan Guljonoy Naimova (2001). Il badminton nel 2021 si apre con quattordici eventi diversi: tra questi è interessante ricordare il successo della giapponese Sarina Satomi (1998) sia nel singolo che nel doppio femminile della categoria WH1-WH2. 

Angélica Espinoza
 Sarina Satomi

Nel paradressage di grado 1 la medaglia d’oro è di Roxanne Trunnell (1985) dagli Stati Uniti che vince sia nella ripresa tecnica che nel freestyle; a poca distanza troviamo sul terzo gradino del podio l’italiana Sara Morganti (1976) che in sella a Royal Delight regala la prima medaglia paralimpica all’equitazione italiana. 

In copertina: podio Paradressage di Tokyo.

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Articolo di Marta Vischi

Laureata in Lettere e filologia italiana, super sportiva, amante degli animali e appassionata di arte rinascimentale. L’equitazione come stile di vita, amo passato, presente e futuro, e spesso mi trovo a spaziare tra un antico manoscritto, una novella di Boccaccio e una Instagram story!

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