Premio Nobel per la Pace nel 1931, fu scrittrice, femminista, riformatrice e pacifista, prima statunitense a ricevere questa onorificenza, insieme a Nicholas Murray Butler, promotore del Patto di Parigi, «per il loro assiduo sforzo di ravvivare l’ideale della pace e per riaccendere lo spirito di pace nella propria nazione e nell’umanità intera». Fu la seconda donna premiata per la pace, dopo Bertha von Suttner (1905), sarà seguìta dall’amica e prosecutrice della sua attività Emily Greene Balch (1946).

Era nata nell’Illinois, nel villaggio di Cedarville, il 6 settembre 1860, ultima di otto figli, quattro dei quali morirono molto giovani. Il padre era un agiato uomo d’affari, attivamente impegnato in politica e sostenitore di Lincoln. Quando aveva due anni, le morì la madre e a quattro ebbe una grave malattia alla colonna vertebrale che le lasciò strascichi per tutta la vita e le impedì di giocare e muoversi liberamente. Jane avrebbe voluto praticare la medicina, ma il padre la fece studiare vicino a casa, tuttavia alla sua morte improvvisa poté trasferirsi a Filadelfia con la matrigna e una sorella dove iniziò a frequentare l’università. Nuovi seri problemi di salute suoi e della matrigna stessa le costrinsero a rientrare nel villaggio d’origine.
Nel 1883 tuttavia le due donne affrontarono un viaggio in Europa, dove Jane ritornò a più riprese negli anni successivi. Intanto cominciò a prendere coscienza dei problemi sociali e a interessarsi alla questione femminile, leggendo testi di Tolstoj, Mazzini, Stuart Mill. Una svolta avvenne quando seppe della nascita a Londra della prima casa di accoglienza al mondo, e poi la potè visitare, traendo ispirazione per la propria: insieme all’amica Ellen Gates Starr fondò infatti Hull House a Chicago, in cui venivano accolte donne in difficoltà, ma si facevano anche dibattiti, studi, ricerche. Era dotata di scuola per adulte/i, di un centro giovanile, di laboratori artistici, palestra, bagno pubblico, cucina, teatro, biblioteca, sale riunioni che accoglievano persone della più varia provenienza e condizione; tutta la struttura costituiva di fatto un banco di prova per le assistenti che si venivano formando e un forte legame con l’ambiente sociale circostante.

Nel 1901 fondò la Juvenile Protective Association volta alla salvaguardia delle lavoratrici e dei minori, sfruttati all’inverosimile nelle fabbriche. A partire dal 1907 fino a tutti gli anni Quaranta vennero portate avanti analisi sugli effetti delle droghe, sulla prostituzione, sulle discriminazioni, ma pure sulla corruzione della politica e sulla mancanza di riforme. Studiò con le collaboratrici, fra l’altro, le cause e conseguenze del tifo, dovuto soprattutto a carenze igienico-sanitarie. Non per nulla venne organizzata la “guerra della spazzatura”, con il relativo controllo sul territorio, a cui seguivano continui esposti alle autorità cittadine, che ottennero il risultato di migliorare la situazione e di contenere le epidemie. Ma già dal 1894 Addams era diventata la prima ispettrice sanitaria del 19° distretto di Chicago.
Nel 1909 pubblicò il saggio The Spirit of Youth and the City Streets in cui esprimeva le sue convinzioni relative al bene della gioventù, alla necessità di una crescita morale e culturale, al bisogno di cooperazione. Si batté per ottenere tribunali minorili, edificazione di decorose case popolari, ispezioni sui luoghi di lavoro, giornata lavorativa di otto ore per le donne e giuste retribuzioni. Ma Addams si era avvicinata anche ai movimenti a favore del suffragio femminile e con le attività via via promosse dimostrava l’importanza delle donne, non solo nei ruoli tradizionali, ma pure nell’arte, nella cultura, nello studio, nelle professioni. A questo proposito scrisse due autobiografie dedicate al suo impegno per la promozione sociale, nel suo ruolo di “Mother of Social Work” (Twenty Years at Hull House; The Second Twenty Years at Hull House) e continuò a occuparsi di temi scottanti per l’epoca come la schiavitù sessuale e la prostituzione (A New Conscience and an Ancient Evil).

Intanto aveva una fitta agenda di incontri pubblici, conferenze, lezioni, ma senza legarsi ad alcuna università o ente. Preziosa fu la collaborazione con l’amica Ellen Starr, ma anche Marie Rozet Smith fu determinante sia perché contribuì largamente con il suo patrimonio ai progetti condotti a Hull House sia perché fu sua compagna di vita per quasi quaranta anni. L’attivismo di Addams era assiduo pure in campo politico, si prodigò a favore dell’elezione di Theodore Roosevelt e contestò duramente l’annessione delle Filippine da parte degli Usa, unendosi alla Lega anti-imperialista (tematiche affrontate nei saggi Democracy and Social Ethics, del 1902, e Newer Ideals of Peace, del 1907). Nel 1915 fu alla presidenza dell’International Congress of Women, esperienza di cui trattò con altre delegate nel libro Women at Hague. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale Addams si espose a tal punto contro l’intervento e l’uso delle armi da venire giudicata antipatriottica; raggiunse L’Aja dove era in corso una conferenza per la pace indetta dalla suffragista olandese Aletta Jacobs e fece parte di una delegazione che cercò di convincere i capi di Stato a trovare una soluzione pacifica agli eventi. In Europa assisté invece all’orrore del conflitto, ma il suo pacifismo sincero e duraturo continuò a mostrarsi anche dopo, con la vicinanza alle posizioni di Gandhi che le espresse tutta la sua stima. Fu eletta presidente del Comitato internazionale femminile per una pace duratura, divenuto nel 1919 Women’s International League for Peace and Freedom, a cui donò buona parte dei proventi del Premio Nobel. Proprio in quel periodo pubblicò il saggio Tolstoj and Gandhi in cui ribadiva l’uso di mezzi non violenti, unica forma possibile di resistenza.

Fu una grande sostenitrice della giustizia per le persone immigrate e le genti di colore, tanto che diventò socia fondatrice della National Association for the Advancement of Colored People. Tra i progetti promossi dai membri di Hull House si ricordano pure l’Immigrants’ Protective League e la Juvenile Psichopathic Clinic. Gli scritti e i discorsi di Addams a difesa della pace e a favore della formazione della Società delle Nazioni influenzarono la successiva nascita ed evoluzione dell’Onu. Morì il 21 maggio 1935 a Chicago e fu sepolta nel paese di nascita.

In suo ricordo sono stati edificati vari memoriali, fra cui il Memorial Park a Chicago; le è stato dedicato un francobollo, alcune scuole hanno preso il suo nome e nell’Illinois, dal 2007, viene celebrato il Jane Addams Day. Nel 2014, è stata una delle 20 celebrità premiate con una targa di bronzo del San Francisco’s Rainbow Honor Walk rendendo omaggio a eroi ed eroine LGBT. Una curiosità riguarda un film muto del 1916: Shoes è infatti basato su un racconto della suffragista americana Stella Wynne Herron che si era ispirata a una storia vera rintracciata e riferita da Addams, quella di una giovane talmente povera da non avere i soldi per risuolare l’ennesima volta le scarpe così malridotte da doverci inserire pezzi di cartone, e poi costretta a prostituirsi per sopravvivere.
«Per Pace non si intende semplicemente assenza di guerra, ma il dispiegamento di tutta una serie di processi costruttivi e vitali che si rivolgono alla realizzazione di uno sviluppo comune. La Pace non è semplicemente qualcosa su cui tenere congressi e su cui discutere come se fosse un dogma astratto. Essa assomiglia piuttosto a una marea portatrice di sentimenti morali che sta emergendo sempre di più e che piano piano inghiottirà tutta la superbia della conquista e renderà la guerra impossibile»: parole, le sue, oltremodo attuali e profetiche.

Qui le traduzioni in francese, inglese, spagnolo e ucraino.
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Articolo di Laura Candiani

Ex insegnante di Materie letterarie, dal 2012 collabora con Toponomastica femminile di cui è referente per la provincia di Pistoia. Scrive articoli e biografie, cura mostre e pubblicazioni, interviene in convegni. È fra le autrici del volume Le Mille. I primati delle donne. Ha scritto due guide al femminile dedicate al suo territorio: una sul capoluogo, l’altra intitolata La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne.