Niente donne perfette per favore

Leggere i prodotti letterari di uno scrittore o una scrittrice spesso è un passo fondamentale per comprenderne l’anima, il pensiero. Tuttavia esistono degli scritti che non vengono necessariamente pubblicati e che non hanno un taglio letterario, ma sono ugualmente fondamentali per scavare a fondo e mettere in luce la personalità dell’autore o dell’autrice. Per questo motivo nasce Niente donne perfette per favore. Lettere di profonda superficialità: un libro, a cura di Eusebio Trabucchi, che raccoglie e cataloga alcune delle lettere più interessanti di Jane Austen, l’autrice inglese che non ha certo bisogno di presentazioni.  

Si pensa che Austen fosse una scrittrice “seriale” di epistole , ma purtroppo delle migliaia che avrebbe scritto nel corso della sua vita, se ne contano appena centosessanta, un numero decisamente esiguo. Questa lacuna è dovuta al fatto che, misteriosamente, i membri della sua famiglia (prima tra tutte sua sorella Cassandra) distrussero dopo la morte di Jane la gran parte delle sue missive.  

In ogni caso, da quel che resta dell’epistolario emergono in maniera nitida moltissimi elementi che meritano di essere colti e che permettono di approfondire una figura femminile che ha decisamente segnato la storia della letteratura inglese. Per questo motivo Trabucchi ha selezionato, tradotto e commentato alcune delle lettere più suggestive della scrittrice. Il libro risulta diviso in due sezioni: Il genio della scelta e Il talento della saggezza. Nella prima parte Trabucchi raccoglie e commenta una serie di epistole che delineano un mondo di balli, pettegolezzi, notizie e amori. In particolare si dà rilievo al punto di vista di Austen che racconta del suo primo amore per Tom Lefroy, il ricco giovane inglese che non la potrà sposare a causa della sua mancanza di dote. Le lettere sono solitamente inviate alla sorella Cassandra, la più intima confidente, e raccontano di una realtà fatta sì di balli e di innamoramenti, ma anche di un universo parallelo in cui emerge una tranquilla vita quotidiana e familiare, fatta di gite, pranzi e pomeriggi passati a scrivere. L’elemento sicuramente più interessante da notare è l’ironia: Jane nelle sue missive alla sorella è ironica e autoironica, un tratto fondamentale della sua scrittura. Emerge, progressivamente e sempre in questa prima sezione, una certa insoddisfazione nei confronti del mondo da parte della scrittrice, che dichiara: «ti confesso che le persone, spessissimo, non riescono più a farmele piacere!». I commenti agli oggetti, agli abiti, agli stessi individui che animano la sua vita sono assai schietti, quasi distaccati, a tratti caustici, ma sicuramente attuali. Nello stile delle epistole, molto meno narrativo rispetto a quello dei romanzi, emergono infatti elementi colloquiali che si avvicinano parecchio alla modernità. In fase di lettura ci si potrebbe dimenticare che queste lettere sono state scritte nei primi anni dell’Ottocento! 

La seconda sezione, Il talento della saggezza, racchiude le epistole scritte dopo il 1811, anno in cui Austen inizia ad affermarsi come scrittrice e a ottenere un discreto successo. Qui emerge un nuovo atteggiamento da parte della donna che sicuramente è maturata e ha preso consapevolezza di sé. L’attenzione si sposta dalla mondanità sociale verso i suoi «bambini», ovvero il modo ironico con cui lei definisce i suoi romanzi. Si registrano in molte di queste lettere le reazioni del mondo esterno ai suoi scritti letterari: colpisce, ad esempio, la lettera in cui racconta, sempre alla sorella Cassandra, dei commenti della madre alla lettura di Orgoglio e Pregiudizio; risulta inoltre entusiasmante la serie di consigli letterari (e non) che fornisce alla nipote Fanny, romanziera in erba.  

Di estremo interesse proprio una lettera destinata a Fanny Knight in cui sentenzia, in riferimento a un pretendente della nipote: «Lui e io non dobbiamo certo essere d’accordo in materia di romanzi ed eroine; niente donne perfette, per favore: come sai, mi danno il voltastomaco». Una frase secca, in cui si può racchiudere tutto l’universo dei personaggi austeniani.  

La lettura delle ventitré missive (questo il numero di testi selezionati da Trabucchi) presenti nel libro permette quindi di delineare una Jane Austen allegra, perspicace, autoironica, ma anche sempre più consapevole di sé stessa: tutte queste caratteristiche sicuramente vengono fuori dalla sua penna più letteraria, tuttavia nel suo epistolario assumono una connotazione decisamente più tangibile e veritiera, e ci permettono di esplorare il suo mondo più in profondità. Una lettura leggera e consigliatissima che consente quindi agli appassionati e alle appassionate di Austen di entrare in intima confidenza con la donna e la straordinaria scrittrice.  

Jane Austen
Niente donne perfette, per favore. Lettere di profonda superficialità
L’orma editore, Roma, 2016
pp. 64

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Articolo di Marta Vischi

Laureata in Lettere e filologia italiana, super sportiva, amante degli animali e appassionata di arte rinascimentale. L’equitazione come stile di vita, amo passato, presente e futuro, e spesso mi trovo a spaziare tra un antico manoscritto, una novella di Boccaccio e una Instagram story!

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