Non tutti e tutte sanno che il concorso didattico Sulle vie della parità nelle Marche nasce nel lontano 2015 quando l’Osservatorio di Genere lanciò sui propri canali social il contest #leviedelledonnemarchigiane. L’iniziativa prendeva spunto da una proposta lanciata nel 2014 dall’Istituto Catalano delle Donne: tramite il quotidiano Lavanguardia (o tramite twitter con l’hashtag #calledemujer) la popolazione di Barcellona è stata chiamata a dare un nome femminile agli spazi urbani. L’Osservatorio di Genere chiese, invece, di scrivere nei propri profili facebook, twitter e instagram il nome della donna marchigiana a cui si sarebbe voluta intitolare una via o una piazza, seguito dall’hashtag appunto #leviedelledonnemarchigiane. Parteciparono oltre 400 persone, votando 47 donne diverse, tutte marchigiane o naturalizzate marchigiane, tutte da ricordare per essersi distinte in campi diversi, alcune molto note, altre quasi sconosciute ai più, ma sicuramente degne di valorizzazione e di lasciare traccia nella nostra memoria storica. Grazie a quell’iniziativa l’Osservatorio di Genere iniziò a lavorare sul volume #leviedelledonnemarchigiane: non solo toponomastica (ODG Edizioni, 2017), decise di dotarsi di un proprio marchio editoriale – la ODG Edizioni appunto – e da ultimo, ma non per questo meno importante, entrò in contatto con l’associazione Toponomastica femminile.
Tra una telefonata e l’altra tra l’OdG e Tf, spuntò l’idea di dar vita a un concorso regionale collegato a quello nazionale Tf Sulle vie della parità per promuovere e far conoscere alle nuove generazioni le donne protagoniste de #leviedelledonnemarchigiane.

Tra queste, c’erano Margaret Collier e le dieci maestre che vollero votare e proprio a queste donne sono dedicati i due progetti vincitori della V edizione di Sulle vie della parità nelle Marche di cui parleremo oggi. Il mistero della nostra casa nell’Adriatico è il progetto che ha visto lavorare otto studenti del Liceo delle Scienze Umane “Laurana Baldi” di Urbino con la supervisione dei docenti Valerio Bergamaschi, Marco D’Errico e della professoressa Veronica Marchi su Margaret Collier, «capostipite di tre generazioni di scrittrici, viaggiatrici e attiviste anglo italiane – per dirla con Silvia Alessandrini Calisti che ha scritto la prefazione alla nuova edizione de La nostra casa sull’Adriatico (Giaconi, 2022) – che si sono distinte per la loro vita, i loro pensieri e le loro opere».
Una di loro, nipote di Margaret, fu Joyce Lussu, intellettuale, antifascista, militante e scrittrice. Come si legge nella motivazione, due sono le ragioni fondamentali per cui questo progetto si è aggiudicato il “Premio percorsi di parità a scuola”: «da una parte il recupero della figura di una scrittrice non marchigiana ma che ha saputo raccontare le Marche con originalità meglio di tanti altri e altre e dall’altra l’elaborazione di un racconto a puntate veicolato attraverso uno strumento innovativo, il podcast. Il carattere inclusivo del progetto, l’individuazione di una donna indipendente e considerata “diversa”, capace di scartare dalle regole del suo tempo per affermare la propria identità, la proposta di intitolare laboratori e aule all’interno del Liceo “Laurana Baldi” a donne marchigiane, la scelta di utilizzare lo storytelling come strumento di elaborazione della storia, rafforzano la solidità del progetto stesso e lo rendono un formidabile percorso educativo-didattico da utilizzare per contrastare atteggiamenti violenti e discriminatori».

Per realizzare il progetto, ragazzi, ragazze e docenti hanno dapprima letto La nostra casa sull’Adriatico, poi, a partire da una discussione collettiva in classe, hanno iniziato a costruire lo storyboard del loro racconto a puntate ispirato alla vita di Margaret Collier sulle colline fermane. Sei le puntate a cui i ragazzi e le ragazze danno vita: in ognuna si incontrano alcuni dei personaggi protagonisti del libro. I Sibillini fanno da cornice alla narrazione, la Sibilla appare e scompare magicamente, mentre tra le pieghe del podcast emergono le contraddizioni della vita nelle campagne marchigiane, la chiusura degli abitanti, la diffidenza nei confronti del nuovo ma anche gli slanci e le espressioni dialettali che raccontano esse stesse storie di uomini e donne del passato.
Come già detto il progetto è stato premiato da Paola Malacarne di Toponomastica femminile a Camerino il 19 maggio 2022 con un contributo della COOP Alleanza 3.0 e un’opera d’arte realizzata da Elena Borioni.

Ma un riconoscimento a questo bel progetto di storytelling è arrivato anche da Toponomastica femminile che ha premiato il 14 ottobre 2022 a Roma i ragazzi e le ragazze del Liceo “Laurana Baldi” assegnando al progetto Il mistero della nostra casa nell’Adriatico il 3° Premio ex aequo per la sezione C3 – Percorsi di Vita, Lavoro e Memoria del concorso nazionale Sulle vie della parità: «La Toponomastica femminile – si legge nella motivazione – diviene in questo progetto il mezzo indicato anche dalle nuove generazioni per raggiungere la parità e superare la differenza tra i generi, attraverso l’intitolazione di alcune aule del nuovo plesso scolastico che sorgerà al posto del vecchio liceo “Baldi”. Con la consapevolezza che il confronto intergenerazionale faciliti la riflessione sul valore delle conquiste fatte dalle donne delle generazioni precedenti e sulla necessità di tutelarle e valorizzarle.


Assegnazione del Premio al Liceo “Laurana Baldi”. Roma, 14 ottobre 2022.
Foto di Emma de Pasquale
Il 3° Premio ex aequo il Liceo “Laurana Baldi” se lo è aggiudicato insieme a un’altra scuola marchigiana: l’Istituto d’Istruzione Polo3 Fano con il progetto Giulia e le altre. La straordinaria storia delle dieci maestre che vollero votare. L’Istituto di Istruzione Polo3 Fano è una vecchia conoscenza del concorso didattico Sulle vie della parità nelle Marche. Sin dalla prima edizione del concorso didattico regionale, infatti, le professoresse Annamaria Ucci e Tiziana Conti hanno lavorato con colleghi e colleghe, ragazzi e ragazze di classi via via diverse presentando di anno in anno, di edizione in edizione progetti ogni volta sempre più originali e innovativi. E anche questa volta non si sono smentite: il progetto realizzato dalla classe 3^B Grafica e comunicazione “Seneca” è straordinario e dimostra che il concorso didattico può essere un efficace strumento per approfondire temi di grande attualità e far conoscere storie dimenticate.
«La storia delle dieci maestre che vollero votare – scrive la Commissione di valutazione che ha assegnato al progetto il Premio Donne, lavoro, diritti nell’ambito della sezione A Cittadinanza attiva –è davvero una storia straordinaria che andrebbe di più raccontata, diffusa e capita. Dieci donne coraggiose tutte con il diploma magistrale, di estrazione sociale modesta, professionalmente precarie come tante donne ancora oggi e soprattutto caparbie. Sicure di essere nel giusto nella loro rivendicazione e, va ricordato, lasciate sole all’epoca nella lotta, uscirono sconfitte per non aver ottenuto quanto richiesto ma la loro memoria costituisce un patrimonio di coraggio che la scuola ci permette di ricollocare come tappa centrale nella storia delle donne italiane».


Il progetto, premiato presso l’Università di Camerino il 19 maggio 2022 con un contributo di Cgil, Cisl e Uil e con l’opera d’arte realizzata da Aurora Carassai, nasce dalla collaborazione di diverse materie, Storia, Educazione Civica, Grafica, Fotografia, Religione, Tecniche di Comunicazione, e si è sviluppato nell’arco del primo quadrimestre, dal mese di novembre 2021 a gennaio 2022, grazie al cooperative learning e a ricerche individuali.


In un primo momento i ragazzi e le ragazze hanno interrogato la storia locale alla ricerca di esperienze significative. Alla fine le e gli studenti sono rimasti affascinati dalla storia delle dieci maestre che nel 1906, quarant’anni prima del riconoscimento del suffragio universale, rivendicarono il diritto al voto chiedendo alla Commissione elettorale di Ancona di essere iscritte nelle liste dei Comuni di Senigallia e Montemarciano. E allora, si chiedono i ragazzi e le ragazze, come fare per rendere omaggio a queste pioniere dell’emancipazionismo femminile italiano completamente dimenticate dalla storia in modo creativo e originale? Come sempre la creatività dei ragazzi e delle ragazze riesce a trovare risposte sorprendenti. La classe si divide in gruppi: c’è chi lavora alla realizzazione di una presentazione con tanto di approfondimento storico attraverso la piattaforma Genially; c’è chi ha il compito di realizzazione di un opuscolo e un fumetto intitolato Giulia e le altre: storia a fumetti delle dieci maestre che vollero votare; c’è chi infine realizza una linea di shoppers personalizzate con un logo creato ad hoc da studentesse e studenti con l’obiettivo di dare visibilità ai nomi dimenticati delle dieci maestre.



«Tutto il percorso, iniziato con l’approfondimento teorico e concretizzatosi con la produzione di materiali – si legge nella scheda di presentazione del progetto – ha costituito un vero e proprio viaggio nel “femminismo dell’uguaglianza”, evidenziando forti differenze tra uomo e donna consolidate nella cultura e nella vita dell’Italia del passato e tradotte in discriminazione, subordinazione, esclusione.
Altro elemento che ha molto colpito la commissione di valutazione è che tutti i prodotti della ricerca sono stati poi presentati dalla classe 3B a ragazzi e ragazze delle classi quinte in una sorta di peer education.
«In questo modo – scrivono le docenti sulla scheda – si vuole stimolare alla riflessione i ragazzi e soprattutto le ragazze che hanno il “privilegio” del voto in quanto maggiorenni, affinché non rinuncino a questo diritto, in onore a tutte quelle donne del passato, e anche alle 10 maestre, che hanno lottato con tutte sé stesse per ottenerlo».
Gianni Rodari scriveva che «Occorre una grande fantasia, una forte immaginazione per essere un grande scienziato, per immaginare cose che non esistono ancora, per immaginare un mondo migliore di quello in cui viviamo e mettersi a lavorare per costruirlo»: noi crediamo che il risultato più grande ottenuto in questi anni dal concorso didattico, regionale e nazionale, sia proprio quello di dimostrare che i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze che frequentano le nostre scuole abbiano tutte le carte in regola per poterlo non solo immaginare ma anche costruire un altro mondo possibile.
Noi ci speriamo e ci crediamo!
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Articolo di Silvia Casilio

Silvia Casilio ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia contemporanea presso l’Università di Macerata e attualmente collabora con l’Università di Teramo. È autrice di saggi sull’Italia repubblicana e dal 2009 collabora con l’associazione culturale Osservatorio di genere.