Domenica 22 gennaio, presso il Centro Visite Riserva Naturale del Padule di Fucecchio, a Castelmartini (Larciano-Pistoia), si è tenuto un convegno organizzato dal Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio e dall’associazione Amici del Padule di Fucecchio per la Biodiversità.

Nel corso del pomeriggio, davanti a un folto pubblico, sono stati presentati due volumi di straordinario valore: il primo è Rachel dei pettirossi, scritto dal filosofo ecologista Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu-BirdLife Italia, l’altro è Painted Park – Il Parco dipinto di Ars et Natura, entrambi editi da Pandion. Svolgeva funzioni di moderatore e coordinatore Sandro Landucci, docente del Dipartimento di Sociologia all’Università di Firenze; era presente anche l’editore Alessandro Troisi. La sindaca di Larciano Lisa Amidei e l’assessora all’Ambiente Sara Sostegni hanno portato il saluto dell’amministrazione comunale.

Foto di Laura Salaris

Partiamo dal secondo libro, «omaggio alla bellezza e alla natura più autentica e selvaggia», che rappresenta la celebrazione dei cento anni dalla nascita del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise ed è stato realizzato con il contributo della Fondazione Segré impegnata nel sostenere e proteggere la biodiversità del Pianeta attraverso la protezione attiva di specie in pericolo, del loro habitat e il restauro degli ecosistemi degradati. La vicenda assai travagliata ma a lieto fine del Parco si interseca strettamente con la storia della conservazione della natura in Italia e a raccontarla è stato il giornalista, scrittore e artista Fabrizio Carbone, uno dei 16 autori degli splendidi disegni originali che corredano il bellissimo volume. Passando a Rachel dei pettirossi, alcune informazioni sono indispensabili; stiamo infatti per parlare di Rachel Carson e del suo Silent Spring (Primavera silenziosa), uscito il 27 settembre 1962, una pietra miliare dell’ecologismo, tradotto in Italia sessanta anni fa.

Rachel era nata a Springdale (Usa) il 27 maggio 1907 e morì per le conseguenze di un tumore a Silver Spring il 14 aprile 1964, neppure due anni dopo la pubblicazione dell’opera rivoluzionaria che le diede fama ma anche le costò ogni genere di critiche. Portata per le lettere e la scrittura fin da ragazzina, spostò poi il suo interesse verso l’ambito scientifico e l’osservazione dell’ambiente naturale, guidata dalla mamma Maria; laureata in Biologia marina e poi in Zoologia, lavorò (seconda donna assunta) al Dipartimento della pesca degli Usa come scrittrice scientifica; ebbe così la rara opportunità di imbarcarsi su navi di ricerca. Curò una lunga serie di trasmissioni radiofoniche sul mare e pubblicò articoli e due libri di notevole interesse che riscossero il favore del pubblico: Under the Sea-Wind (1941) e The Sea Around Us (1951), un vero bestseller pluripremiato che fruttò all’autrice due dottorati onorari e ispirò un documentario premiato dall’Oscar.
Nel 1953 acquistò un cottage sulle coste del Maine e ciò le permise di fare amicizia con Dorothy Freeman che divenne ben presto una preziosa compagna di escursioni nella natura incontaminata, nell’osservazione delle farfalle in migrazione, nella condivisione di comuni passioni, come la musica classica. Nel 1955 Carson completò la trilogia dedicata al mare con The Edge of the Sea, mentre era alle prese con gravissimi problemi familiari: lei non si sposò mai ma si dovette prendere cura della madre vedova, poi di due nipoti rimaste orfane, ora anche di Roger, il figlioletto di una di queste morta giovanissima. L’acquisto di una casa rurale nel Maryland dove far crescere il piccolo da lei adottato imprime una svolta ulteriore alle sue ricerche che già dagli anni Quaranta avevano cominciato a rivolgersi all’ambiente, alla sua salvaguardia, all’abuso di pesticidi e fitofarmaci, all’uso smodato di Ddt con le relative conseguenze. Nacque così, dai suoi studi rigorosi e inattaccabili scientificamente, Primavera silenziosa, silenziosa perché gli uccelletti canterini non cantano più, sono morti insieme ai parassiti, agli insetti, sterminati anch’essi dai veleni sparsi in abbondanza sui campi, i boschi, i giardini. Il volume di Selvaggi, di piacevolissima lettura, si divide in quattro parti: la prima racconta la vita e le esperienze di Carson prima della messa a punto della sua opera più celebre; la seconda è «un resoconto ragionato dei principali casi e temi affrontati nel libro»; la terza «affronta i frenetici avvenimenti successivi alla pubblicazione del libro e le sue straordinarie conseguenze sotto il profilo normativo e culturale». La quarta sezione parla di quanto il suo esempio ci ha lasciato, del significato inestimabile del suo lavoro, della spinta che fornisce oggi più che mai. Un libro che mancava per far conoscere al pubblico italiano «una gigante della cultura del Novecento», una grande donna, una studiosa indomita. Veniamo ora ai pettirossi citati nel titolo: in verità Carson, vivendo negli Stati Uniti, si riferiva all’american robin, appartenente al genere dei tordi, ma simile al pettirosso europeo perché ha il petto rosso (anzi arancio), ma pure l’addome. Ma da quando il libro fu tradotto in italiano, nel 1963, si è sempre usato questo nome, e per semplicità va bene lasciarlo.

Nel corso del convegno l’autore si è soffermato nel dettaglio sulla vicenda umana e professionale di Carson, vittima dei pregiudizi allora fortissimi contro le scienziate, “aggravati” nel suo caso dalla circostanza che Rachel non era sposata ed in più era una birdwatcher, fatto considerato ai tempi assai bizzarro.
Ha sottolineato come si scatenò contro di lei un attacco da parte del mondo dell’industria chimica, dell’agricoltura e della politica, arrivando ad accusarla di essere una spia sovietica, una comunista, per di più “isterica” in quanto donna: in una rivista fu ritratta a cavallo di una scopa, come la strega cattiva delle fiabe! Nel suo libro, senza mezzi termini, venivano denunciati i danni enormi derivati dall’uso indiscriminato del Ddt che colpivano l’intera catena alimentare danneggiando la vita a vari livelli, dagli insetti fino agli uccelli. A un pettirosso bastava mangiare undici lombrichi contaminati per cadere al suolo, ma i rischi erano anche per gli animali allevati e domestici e per le famiglie residenti vicino ai luoghi dove le sostanze velenose venivano largamente sparse con gli aerei. Fu accusata di aver chiesto l’abolizione del Ddt, visto come una conquista che avrebbe fatto progredire l’agricoltura, mentre lei in realtà ne aveva solo denunciato l’uso abnorme e privo di regole; fu sostanzialmente ritenuta colpevole di voler riportare indietro la società e di essere contro il progresso. In quegli anni fra l’altro Rachel si ammalò di cancro al seno e subì vari interventi, tuttavia non si lasciò piegare e continuò per la sua strada, senza rendere nota la sua malattia per non farsi strumentalizzare dai detrattori; grazie al suo lavoro rigoroso e documentatissimo e alla sua determinazione è considerata la madre dell’ambientalismo moderno. La natura, attraverso l’impegno comune e diffuso nella salvaguardia degli ambienti naturali e della biodiversità, deve essere protetta non solo perché garantisce agli esseri umani una vita sana, ma anche per la sua intrinseca bellezza che è fondamentale per il nostro più generale benessere. Selvaggi ha pure sottolineato le qualità letterarie, quasi poetiche di Silent Spring, di cui ha messo in luce anche la grande capacità di comunicare e di toccare le emozioni di lettori e lettrici, un approccio allora nuovo e potente. Nel corso della serata ha inoltre parlato della Restoration Law, di cui tratta nel libro. È una proposta di legge europea, con obiettivi vincolanti per gli Stati membri, che mira a ripristinare entro il 2030 almeno il 20% degli ecosistemi danneggiati e bisognosi di recupero.

Ma riprendiamo rapidamente il corso degli eventi: cosa accadde dopo la pubblicazione di Primavera silenziosa?
Nonostante le feroci critiche, il dibattito si fece acceso e si parlò finalmente del tema sui giornali, alla televisione, in commissioni politiche, in convegni; Carson venne riconosciuta la grande scienziata che era, ricevette premi e onori e fu eletta all’Accademia americana delle Scienze.
Una delle sue ultime apparizioni pubbliche fu di fronte alla Commissione Consultiva Scientifica voluta dal presidente Kennedy che in una relazione aveva già manifestato di appoggiare le sue teorie.
Purtroppo non fece in tempo a vedere messo al bando il Ddt.
Nel 1980 venne premiata post mortem con la Medaglia Presidenziale della Libertà, la più alta onorificenza civile americana.
Numerosi eventi, intitolazioni, spettacoli, celebrazioni si sono susseguiti per ricordare sia il centesimo anniversario della nascita sia il sessantesimo della pubblicazione del suo libro prezioso. Ora non resta che dedicarle una serie televisiva, suggerisce Selvaggi: chi meglio di lei può rappresentare «le drammatiche crisi ambientali ― clima, biodiversità, risorse ― che stiamo vivendo», ma pure «l’invito a un nuovo inizio, ancora più convinto e consapevole»?

Ha collaborato Laura Salaris.
In copertina: Rachel Carson nel 1962 a Southport, Maine.
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Articolo di Laura Candiani

Ex insegnante di Materie letterarie, dal 2012 collabora con Toponomastica femminile di cui è referente per la provincia di Pistoia. Scrive articoli e biografie, cura mostre e pubblicazioni, interviene in convegni. È fra le autrici del volume Le Mille. I primati delle donne. Ha scritto due guide al femminile dedicate al suo territorio: una sul capoluogo, l’altra intitolata La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne.