Gabriela Mistral. Nobel per la letteratura

«La sua opera lirica, ispirata da potenti emozioni, ha reso il suo nome un simbolo delle aspirazioni idealiste di tutto il mondo latino americano».

Gabriela Mistral

Nasce a Vicuña, in Cile, il 7 aprile 1889 da Juan Jerónimo Godoy Villanueva e Petronilla Alcayaga Rojas. Il padre avrà un’influenza particolare sulla sua carriera, nonostante abbandoni la figlia quando ha solamente tre anni: saranno infatti versi scritti dal genitore e casualmente ritrovati a risvegliare la sua passione poetica. Fondamentale è anche l’incontro a quindici anni con il direttore di un periodico locale, Bernardo Ossandón, grazie al quale conosce la poesia di Frédéric Mistral, i novellisti russi e la prosa di Montaigne. Proprio sul giornale di Ossandón pubblica i primi articoli, firmati con il suo vero nome, Lucila Goldoy. In seguito diventerà, invece, Gabriela Mistral, in onore di Gabriele D’Annunzio e del poeta francese. Nel 1905 decide di seguire la sua vocazione e di diventare insegnante, ma presto viene espulsa a causa di alcuni articoli in cui propone un’educazione libera e accessibile a tutte le classi sociali. Grazie alla sorella Ermelina riesce comunque ad avere un incarico in alcune scuole minori del Paese finché, dopo aver vinto una competizione letteraria nazionale, ottiene dapprima la cattedra di direttrice al liceo di Punta Arenas e successivamente quella del prestigioso Liceo de Santiago. Non sempre e non da tutti apprezzata in patria, riceverà molti riconoscimenti sia in altri Paesi dell’America Latina (Cuba, Messico, Brasile, Uruguay, Argentina) che negli Stati Uniti e in Europa. Morirà a New York il 10 gennaio 1957.

I libri poetici di Mistral sono quattro: Desolación (1922), Ternura (1924), Tala (1938), Lagar (1954).
La più famosa e apprezzata è la prima raccolta, il cui titolo è lo stesso della lirica che apre il gruppo intitolato Naturaleza ed è riferito al paesaggio della Patagonia. L’edizione del 1922 comprendeva sette sezioni: Vida, Escuela, Infantiles, Dolor, Naturaleza in versi; Poemas en prosa e Cuentos in prosa. Vi furono poi aggiunte, spostamenti e sostituzioni nelle edizioni successive finché la più recente (Poesias completas) comprende Vida, Escuela, Dolor, Naturaleza. Il cuore della raccolta è senza dubbio Dolor che si ricollega alla tragedia vissuta con la perdita di Romelio Urreta, uomo da lei amato e morto suicida. Un altro tema molto presente è un forte sentimento religioso che la induce a cercare la trascendenza attraverso l’amore, l’istinto della maternità, la natura, la morte.
Famosa anche Ternura, una raccolta di poesie dedicata all’infanzia, dove dà sfogo al suo istinto di maternità così violento da portarla a crearsi un bimbo immaginario. Notevoli i richiami al tema indigeno, come in Canzone quechua, Seme, Ninnananna patagone, Ninnananna di Elqui, Terra cilena.

Gabriela Mistral, Desolacion, 1922
Gabriela Mistral, Ternura, Editorial Universitaria de Chile, 2014, pp. 248

Tala è un libro in gran parte drammatico e per questo viene dalla critica collegato a Desolación, da cui tuttavia si distingue per una maggiore apertura al mondo esterno e per l’uso di un linguaggio oscuro ed ermetico grazie anche alla presenza di forme popolari e arcaiche. Il libro si apre con la sezione Muerte de mi madre e, nelle note in calce al volume, Gabriela Mistral confida: «Questa morte è stata per me una lunga e oscura sosta, un paese dove ho vissuto cinque o sei anni, paese amato per la presenza di mia madre, paese odiato per la lunga stasi della mia anima in una profonda crisi religiosa». La madre, a causa dell’abbandono paterno, è stata, infatti, una figura importante a livello esistenziale e quindi anche celebrata nelle sue opere.
La sua ultima raccolta Lagar introduce tematiche più personali e più caratterizzate in senso femminista. In particolare la sezione Donas loucas contiene i ritratti di sedici donne che non solo rappresentano l’universo femminile, ma anche differenti aspetti dell’animo di Gabriela poeta: l’abbandonata, l’ansiosa, la sradicata, l’insonne, la devota, l’umiliata…
Nel libro, pubblicato postumo, Niña Errante, sono raccolte le lettere scambiate con la scrittrice statunitense Doris Dana, con cui Gabriela Mistral ebbe una lunga e tormentata relazione.

Nonostante la sua produzione, tradotta in più di venti lingue, sarebbe riduttivo tuttavia considerarla solo per la sua opera poetica. L’attività letteraria e giornalistica, la sua opera di educatrice e le sue numerose collaborazioni con istituzioni prestigiose fanno di lei un’intellettuale a tutto tondo.


Strisce di francobolli dedicati a Gabriela Mistral

Gabriela Mistral

In Messico collaborò ai programmi di riforma in campo educativo con José Vasconcelos, politico, pensatore e scrittore. A Ginevra, in Svizzera, fu nominata segretaria dell’Istituto di cooperazione intellettuale della Società delle Nazioni e fu invitata a partecipare ai lavori sulla Dichiarazione dei diritti dell’infanzia dell’Onu.
Collaborò con diverse università degli Stati Uniti e del Centro America e fu anche console del Cile in diverse città tra cui Madrid, Nizza, Lisbona, Los Angeles. Visse anche in Italia, dove fu console onoraria a Napoli.

Nella lirica I miei libri dichiara quali sono le letture che l’hanno ispirata

Libri, degli scaffali libri silenziosi,
nel lor silenzio vivi, ardenti nella calma,
libri che ci consolano, velluto dell’anima,
e che pur così tristi, ci donano allegria!

Le mie mani nel giorno di affanni si stancarono;
ma al giungere della notte, li cercarono, amanti,
entro il buco del muro, dove come figure
mi guardano e confortano quelli che un giorno vissero.

Bibbia, mia Bibbia nobile, stupendo panorama
su cui lo sguardo mio a lungo si posò,
sopra i Salmi tu hai le lave più brucianti;
nel lor fiume di fuoco accendo il sangue mio.

Col tuo robusto vino le mie genti allevasti
e forti le erigesti in mezzo agli altri uomini,
e si innalza il mio cuore solo a dire il tuo nome,
e poiché da te vengo, ho sconfitto il Destino.

Dopo di te soltanto mi trafisse le ossa,
con il grande suo grido, il sommo Fiorentino,
Alla sua voce ancora come un giunco mi inchino
e attraverso la rossa sua fantasia infernale.

E poi per rinfrescare in muschi rugiadosi
la bocca bruciacchiata dalle fiamme dantesche,
i Fioretti di Assisi cercai, i sempre freschi,
e in quelle dolci felpe rimase il cuore mio!

Vidi Francesco, Quello gentile come rosa
Passare per i campi più lieve di un respiro,
baciando il giglio schiuso e il petto del lebbroso,
per baciare il Signore che dorme fra le cose.

Poema di Mistral, odor di solco aperto
Che profuma i mattini, io ebbra ti aspirai!
Vidi Mirella spremere la frutta insanguinata
dell’amore e poi correre per l’atroce deserto.

Ancora ti ricordo, disfatta di dolcezze,
verso di Amado Nervo, con petto di colomba,
che più dolce facesti il profilo del colle,
quando io ti leggevo nelle pure mattine!

Nobili libri antichi, con i fogli ingialliti,
siete labbra mai stanche di confortare i tristi,
siete l’antico amaro che nuovo manto veste;
da Giobbe fino a Kempis la stessa voce afflitta.

Quelli che come Cristo la Via-Dolente seppero,
il loro verso misero sulla rossa ferita
e la strofa dolente è panno di Veronica;
ogni libro è purpureo come rosa di sangue.

Bocche di antichi poeti, io vi amo;
in polvere disfatte mi seguite a conforto,
e, al giunger della notte, state con me a parlare
presso la dolce lampada, con dolcezza di gemiti!

Dalla pagina aperta io distolgo lo sguardo,
-o morti! – ed il mio sogno vi tesse tutti uguali:
le pupille febbrili, anelanti le labbra
che lente si disfanno nella terra premuta.

Qui le traduzioni in francese, inglese, spagnolo e ucraino.

***

Articolo di Annamaria Vicini

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Giornalista pubblicista con laurea in Filosofia e master in Comunicazione, ha collaborato con alcune delle maggiori testate nazionali oltre che con organi di stampa a livello locale. È stata direttrice responsabile di un sito internet e autrice di un blog di successo. Ha pubblicato il romanzo Non fare il male (I Libri di Emil, 2012) e l’eBook Abbracciare il nuovo mondo. Le startup cooperative (2017).

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