«Ogni due o tre ore resuscitiamo il passato, lo rispolveriamo e lo gettiamo in faccia a qualcuno. Io stessa preferisco domani a ieri. Questo premio non è stato assegnato per ciò che si è fatto ma per ciò che si spera di fare in futuro». (Betty Williams)

Elizabeth (“Betty”) Smyth era nata il 22 maggio 1943 a Belfast nell’Irlanda del Nord, da una famiglia mista cattolica-protestante-ebrea, ma fu allevata ed educata da cattolica. Il background di Elizabeth era alquanto insolito per una donna che, a quei tempi e in quei luoghi, sviluppasse un’identità cattolica abbastanza convenzionale. Sua madre proveniva da un grande famiglia cattolica sebbene il padre fosse ebreo. Il padre di Betty, macellaio, era invece protestante. Il suo matrimonio con la futura moglie causò l’aggressione e il ripudio da parte del suocero nel cantiere navale di Belfast dove lavorava. Betty frequentò le scuole cattoliche e, come Mairead Corrigan, terminati gli studi, lavorò come segretaria. Nel 1961 sposò Ralph Williams, un presbiteriano inglese impiegato nella marina mercantile che doveva trascorrere lunghi e frequenti periodi lontano dalla famiglia. Betty apprezzava molto l’ottimo stipendio del marito (una cosa rara per quei tempi e per i quartieri di West Belfast) mentre lei stessa svolgeva un secondo lavoro di sera.
I suoi due figli avevano cinque e dodici anni quando la famiglia di Mairead Corrigan fu colpita dalla tragedia che le unì e le condusse lungo la strada che valse loro il Premio Nobel per la Pace. Tre nipoti di Mairead furono infatti investiti e uccisi da un’auto il cui guidatore, militante dell’esercito repubblicano, era stato colpito dal fuoco di un soldato. Nonostante le atrocità terroristiche che segnarono mesi di attività aggressiva da parte dell’esercito nelle zone cattoliche, seguite da ulteriori efferatezze, Williams arrivò gradualmente a vedere i partecipanti al conflitto ― soldati, paramilitari e le loro vittime ― come esseri umani sfortunati intrappolati in una tragedia con radici che risalivano ad un periodo precedente alla loro nascita. Diversi anni prima della tragedia della famiglia Corrigan-Maguire, Williams era rimasta inorridita dal graduale abbandono da parte dei suoi vicini di qualsiasi rispetto per la vita degli altri esseri umani. I paramilitari, per quanto indegni come persone e per quanto discutibili fossero le loro motivazioni, erano diventati eroi presso gran parte del popolo; assiomaticamente tutta la polizia e i soldati erano allora diventati nemici anonimi da annientare a vista. Vivendo in prossimità al cuore della lotta ad Andersonstown, fu sconvolta dalla vacuità degli slogan tribali dei paramilitari e dall’aggressività cieca e sconsiderata delle loro tattiche. Come Corrigan, Williams non proveniva da una famiglia dalla forte tradizione repubblicana per cui aveva la capacità di leggere tra le righe delle parole d’ordine degli uomini armati e vedere oltre le loro facili giustificazioni anche delle barbarie più atroci.
A differenza di Corrigan, la cui mente le consentiva di lavorare ancora in stretta armonia con la Chiesa cattolica, la profonda fede in Dio di Betty Williams era caratterizzata da una visione alquanto disillusa della Chiesa nella quale era stata allevata. Era turbata dall’apparente incapacità della Chiesa di stare al passo con i bisogni della gente comune e dal suo rifiuto di opporsi con maggiore chiarezza al comportamento moralmente discutibile sia dei paramilitari che dell’establishment. Era sdegnata dalla prevalenza della tradizione patriarcale evidente anche nella Belfast tormentata dal conflitto, dagli onnipresenti doppi standard e dall’accettazione passiva da parte delle donne di questa situazione. Il movimento per la pace e i suoi obiettivi, tuttavia, nonostante la sua leadership e i membri fossero prevalentemente femminili, non era femminista. Era stato fondato e promosso a causa di una urgenza ben diversa.

A differenza di Corrigan, che aveva esperienza di lavoro intercomunitario in una associazione cattolica, Betty era incerta se assumere un ruolo attivo e quale forma dovesse assumere la sua eventuale partecipazione. Tuttavia, non fu meno colpita di Corrigan o della popolazione di West Belfast dal conflitto e dalle condizioni che i troubles (disordini) creavano. In un ambiente di tale instabilità, molte persone, Betty compresa, agivano e reagivano secondo le circostanze contingenti piuttosto che in base a nozioni ideologiche e princìpi astratti. Prima di entrare a far parte del movimento pacifista, fu brevemente membro dell’Ira (1972). Successivamente riuscì a convincere diversi uomini ad abbandonare il repubblicanesimo, trasportò un paramilitare ferito in salvo nella Repubblica irlandese, pregò e confortò un soldato britannico morente. Conobbe anche un periodo di ribellione quando scagliava insulti contro i giovani soldati inglesi in servizio nella città. Durante i disordini settari dell’estate del 1969 la casa nuova di sua sorella era stata incendiata da una folla protestante, e lei stessa erroneamente arrestata e detenuta come terrorista (un’esperienza piuttosto frequente in Irlanda del Nord). Durante i disordini due dei suoi cugini furono uccisi, uno dai repubblicani, l’altro dai lealisti. Con Mairead Corrigan fondò e si impegnò nel movimento Peace People. Nel 1976 il Premio Nobel per la Pace fu assegnato congiuntamente a lei e a Mairead Corrigan «per i coraggiosi sforzi nel fondare un movimento per porre fine al violento conflitto in Irlanda del Nord».
Quando il suo matrimonio con Ralph Williams fu sciolto nel 1981, si trasferì in Florida, dove sposò un uomo d’affari, James Perkins, nel dicembre 1982. Negli Stati Uniti fu a capo della Global Children’s Foundation e presidente del World Center of Compassion for Children International. È stata anche presidente dell’Institute for Asian Democracy di Washington DC.

Ha tenuto numerose conferenze su temi di pace, istruzione, comprensione interculturale e interreligiosa, antiestremismo e diritti dell’infanzia. È stata membro fondatrice del Nobel Laureate Summit, che si tiene annualmente dal 2000. Nel 2004 è tornata a vivere a Belfast e due anni dopo ha fondato la Nobel Women’s Initiative insieme alle altre premiate per la pace Mairead Corrigan Maguire, Shirin Ebadi, Wangari Maathai, Jody Williams e Rigoberta Menchú Tum. Queste sei donne, in rappresentanza dell’America del Nord e del Sud, del Medio Oriente, dell’Europa e dell’Africa, hanno messo le loro esperienze a disposizione di una lotta congiunta per la pace, la giustizia e l’uguaglianza. L’obiettivo è di contribuire a rafforzare il lavoro svolto a sostegno dei diritti delle donne in tutto il mondo.
Nella sua città d’origine è morta il 17 marzo 2020, all’età di 76 anni.
Qui le traduzioni in francese, inglese, spagnolo e ucraino.
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Articolo di Kay McCarthy

Nata a Dublino e italiana d’adozione, insegnante, traduttrice e musicista, è da oltre quarant’anni portavoce della tradizione musicale irlandese in Europa. Con uno stile proprio, unico e inconfondibile, trae la sua ispirazione da radicati elementi costitutivi della terra d’origine. Il suo repertorio è composto da brani di musica tradizionale ai quali si aggiungono pezzi originali firmati dalla stessa vocalist.