Fotoreportage dalla Francia irriducibile

Le immagini che vediamo giungere dalla Francia negli ultimi mesi, e soprattutto negli ultimi giorni, rappresentano la resistenza a una riforma del sistema pensionistico la cui portata è epocale. Il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron e la Prima ministra Elisabeth Borne vorrebbero portare l’età della pensione a 64 anni.

Marsiglia, Cours Lieutaud, 19 gennaio 2023

L’efficientissimo Stato sociale costituisce l’orgoglio della Francia davanti al mondo intero.

L’età della pensione fu portata da 65 a 60 anni nel 1983, alla fine di un ciclo di importanti riforme sociali, sotto la presidenza di François Mitterrand.

Nel 2019, Emmanuel Macron l’ha posticipata a 62 anni. La riforma era stata già allora talmente tanto contestata che, fino a marzo del 2020, il Paese era completamente paralizzato da un’ondata di scioperi e manifestazioni che soltanto il primo confinement (lockdown) ha potuto interrompere. La nuova legge la posticipa ulteriormente a 64 anni di età. Inoltre, la riforma attuale elimina le eccezioni per alcune categorie lavorative che svolgono compiti faticosi o logoranti, escluse le forze dell’ordine.

Marsiglia, Porte d’Aix, 31 gennaio 2023. «Non batteremo in ritirata» gioco di parole: “retraite” significa sia ritirata che pensione. «Zuccherate le nostre pensioni per salare i vostri profitti»
Marsiglia, Rue de la République, 16 febbraio 2023. «La pensione prima dell’artrite»

Durante il primo mandato presidenziale (2017-2022), Emmanuel Macron ha accumulato moltissime antipatie. Le cause dell’ostilità nei suoi confronti sono da cercarsi in parte nelle sue azioni di governo (la gestione molto autoritaria dell’epidemia, il crescente numero di abusi e violenze gravi da parte delle forze di polizia, le riforme di stampo neoliberista a danno dello stato sociale, la scarsissima attenzione alla crisi climatica…) ma soprattutto nell’atteggiamento sprezzante e arrogante con cui è solito porsi.

Marsiglia, 23 marzo 2023. Macron «Pericolo pubblico»
Marsiglia, Vieux Port, 23 marzo 2023. «Basta disprezzo e menzogne»

Le elezioni legislative del giugno 2022 hanno creato in Francia una situazione di stallo inedita nella storia della V Repubblica: la fine del bipolarismo e la mancanza di una maggioranza in Parlamento. Mentre prima un partito deteneva la maggioranza assoluta dei seggi all’Assemblée Nationale (la Camera, eletta a suffragio universale diretto con sistema uninominale a doppio turno, mentre il Senato è eletto indirettamente dai Consigli dipartimentali), oggi siedono in Parlamento tre macroformazioni, nessuna delle quali è in grado di governare da sola. Il partito di Macron (chiamatosi prima La République En Marche, poi Ensemble e infine Renaissance) è primo per numero di seggi ma ha perso la maggioranza assoluta di cui ha goduto tra il 2017 e il 2022; la coalizione di sinistra nota come Nouvelle Union Populaire Ecologique et Sociale (NUPES), prima forza di opposizione, raccoglie La France Insoumise, la sinistra radicale guidata da Jean-Luc Mélenchon, il partito ecologista, quello comunista e le macerie dello storico partito socialista; il Rassemblement National (RN), ex Front National, rappresentato da Marine Le Pen (anche se oggi non è più la presidente del partito), è l’elemento guida dell’estrema destra, passato nel 2022 da 8 a 88 seggi e spalleggiato da Reconquête, il piccolo e marginale partito xenofobo e misogino creato da Eric Zemmour; Les Républicains, lo storico partito conservatore del centrodestra, ostile a Macron come persona ma con un programma abbastanza simile, detiene pochi seggi ma potrebbe essere l’ago della bilancia. All’indomani di queste elezioni, sarebbe stato prevedibile un governo di coalizione tra il partito presidenziale e quello repubblicano, il quale però, stufo di provocazioni e frasi a dir poco antipatiche, non ha voluto collaborare con il presidente proprio per ridimensionare la sue persona.

Tale situazione particolare potrebbe anche essere vista come un’opportunità anziché un ostacolo, in quanto costringe le varie forze politiche a dialogare tra loro senza che nessuna possa imporsi sulle altre.

Marsiglia, Vieux Port, 31 gennaio 2023. La France Insoumise
Jean-Luc Mélenchon a Marsiglia, 7 marzo 2023
Marsiglia, Quai du Port, 15 marzo 2023. Partito Comunista Francese

La riforma delle pensioni è stata inserita in una legge di bilancio sui fondi destinati alla Sécurité sociale (il risarcimento statale delle spese mediche) anziché posta come riforma ordinaria. Tanto la sinistra quanto l’estrema destra si sono opposte. I sindacati sono compatti nella contrarietà a una riforma giudicata inutile e ingiusta mentre il governo si ostina a definirla necessaria. Persino Les Républicains, in linea di massima non contrari alla politica macronista, hanno rifiutato di approvare questa legge. Per mesi, i rappresentanti dei sindacati hanno chiesto di incontrare il Presidente della Repubblica, ma lui ha sempre rifiutato.

Marsiglia, Vieux Port, 7 marzo 2023. La presenza della CGT, storico sindacato della sinistra francese

A partire da gennaio, milioni di persone in tutte le città del Paese hanno sfilato ogni settimana in difesa dei propri diritti. La risposta del governo è stata che la legge è necessaria e pertanto le contestazioni non saranno ascoltate. Eppure il Consiglio di orientamento per le pensioni ha dichiarato che «non c’è nessun rischio di traiettoria incontrollata a causa delle spese per le pensioni».

Marsiglia, Cours Lieutaud, 19 gennaio. Studenti in marcia
Marsiglia Bd des Dames, 16 febbraio 2023
Marsiglia Bd Nédelec, 16 febbraio 2023
Marsiglia, La Canebière, 7 marzo 2023
Marsiglia, Quai de la Joliette, 15 marzo 2023
Marsiglia, Quai du Port, 23 marzo 2023
Marsiglia, Cattedrale La Major, 23 marzo 2023

Il 16 marzo il governo ha attivato l’articolo 49.3 della Costituzione (scritta nel 1958, in piena guerra d’Algeria, proprio per rafforzare i poteri dell’esecutivo). Questo elemento prevede che una legge sia automaticamente considerata approvata, senza votazione parlamentare, a meno che l’Assemblée non faccia cadere il governo con una mozione di sfiducia che deve essere presentata entro 24 ore e votata nei due giorni lavorativi successivi.

Marsiglia, 19 gennaio 2023. «La pensione a 49 anni e 3 mesi»

Normalmente, il ricorso a questo articolo rappresenta un’eccezione da usare per qualche emendamento in condizioni straordinarie. È così che, nel 2016, sotto la presidenza di François Hollande, entrò in vigore la Loi Travail, che precarizzava il mercato del lavoro: il Partito Socialista, allora maggioritario in Parlamento, non avrebbe mai votato una legge così tanto contestata ma non avrebbe nemmeno fatto cadere il proprio stesso governo. Negli ultimi undici mesi, in assenza di una maggioranza (e, evidentemente, anche di una volontà di dialogo), questo articolo è stato attivato dodici volte.

La Nupes, l’estrema destra e un gruppo misto hanno presentato le rispettive mozioni di sfiducia; Les Républicains si sono divisi, in quanto non voterebbero questa legge ma non sono davvero ostili al governo. Con uno scarto di 9 voti, la sfiducia non è passata.

La popolazione ha vissuto il 49.3 come un oltraggio.

Marsiglia, 16 marzo 2023. Manifestazione davanti alla Prefettura dopo l’attivazione del 49.3

Nelle settimane precedenti, le manifestazioni si erano svolte tranquillamente fino al nuovo inizio delle violenze da parte della polizia. Centinaia di persone sono state ferite e numerose altre arrestate in maniera del tutto arbitraria. Più che spaventarsi, numerose cittadine e cittadini si procurano una maschera antigas ma non rinunciano al diritto di manifestare.

In un contesto di tensione crescente, l’articolo 49.3 ha scatenato un’ondata di rabbia.

Marsiglia, La Canebière, 7 marzo 2023. La polizia spara lacrimogeni
Marsiglia, La Canebière, 7 marzo 2023. Un manifestante ferito alla testa

Il 22 marzo il discorso di Macron alla televisione ha gettato benzina sul fuoco. Da un lato c’è «una folla illegittima» – spiega il Presidente – e dall’altro c’è «il popolo che si esprime attraverso i suoi eletti». «L’articolo 49.3 permette ai deputati di esprimersi attraverso la mozione di sfiducia mostrando un’altra maggioranza; il fallimento della mozione di sfiducia dimostra che quest’altra maggioranza non esiste», è stato il commento del Presidente sul fatto che questi eletti non si sono potuti effettivamente esprimere, dal momento che – continua lui –  «il 49.3 è uno strumento costituzionale e per tanto legittimo». Dopo aver rifiutato l’incontro richiesto, Macron ha accusato i sindacati di «non aver cercato alcun compromesso, come ad esempio la pensione a 63 anni e mezzo».

L’indomani, scioperi e scontri hanno paralizzato di nuovo il Paese.

Marsiglia, Quai de la Joliette, 23 marzo. Cassonetto in fiamme
A sinistra: Marsiglia, Place Charles de Gaulle, 23 marzo. In mezzo ai lacrimogeni. A destra: Bd d’Athènes, 23 marzo 2023

Spetterà ora al Consiglio costituzionale stabilire se approvare o meno la riforma e il modo in cui è stata varata.

Marseille, Quai du Port, 7 marzo 2023

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Articolo e fotografie di Andrea Zennaro

Andrea Zennaro, laureato in Filosofia politica e appassionato di Storia, è attualmente fotografo e artista di strada. Scrive per passione e pubblica con frequenza su testate giornalistiche online legate al mondo femminista e anticapitalista.

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