Vagando all’interno degli indici online di riviste scientifiche di ambito umanistico, ci si rende conto di quanto, nel corso degli ultimi anni, siano andati aumentando gli studi che hanno per oggetto il mondo femminile.
Gli articoli affrontano i temi più vari che, apparendo su riviste non legate specificamente ai temi di genere, spesso non arrivano a una parte di pubblico che potrebbe essere interessato. Da qui l’esigenza di scrivere questa rubrica: offrire alle lettrici e ai lettori di Vitamine vaganti uno scorcio di quanto è stato pubblicato di recente. Raccoglieremo qui qualche proposta di lettura, con un commento e/o una traduzione da abstract, recensioni ecc., con alcuni link di approfondimento.
Intendiamoci: qui non troverete articoli tratti da riviste che si occupano di genere; non troverete, ad esempio, articoli pubblicati su Genesis, la rivista della Società Italiana delle Storiche o su Gender & History; troverete, invece, interventi provenienti da riviste di storia dell’economia o del lavoro, di storia medievale o moderna, ecc.
Non troverete neanche riferimenti ad articoli pubblicati su riviste che non permettono di visionare gratuitamente almeno l’abstract, perché non si ritiene onesto pagare per guardare la vetrina. Una sola eccezione: quando la rivista pubblica un dossier, perché in quel caso l’indice è già in grado di fornire informazioni su come è stato affrontato l’argomento.
La base di raccolta degli articoli segnalati è formata da riviste scientifiche certificate, a partire da quelle classificate dall’Anvur – Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca, e indicizzate in database citazionali e di abstracting di letteratura scientifica, quali Scopus o PubMed.
Diamo inizio a questo incontro periodico con proposte di lettura omogenee: potere, patrimonio, monacazione nei regni iberici.
Dal volume 45/2022 de En la España medieval, la rivista Open Access pubblicata dall’Universidad Complutense di Madrid, sono tratti tre articoli (abstract anche in inglese):
- Silvia-María Pérez-González, Juan Carlos Arboleda Goldaracena: Mulieres religiosae y su vinculación con los cenobios del Reino de Sevilla en la Baja Edad Media. Attraverso lo studio di documenti conservati nell’Archivio Storico Provinciale di Siviglia e quello Comunale di Jerez del la Frontera, l’articolo si propone di esplorare le connessioni tra le religiose e alcuni monasteri e conventi. In lingua castigliana.
- Janire Castrillo: Poder, autoridad e influencia de las mujeres de la nobleza y las élites urbanas en las provincias vascas a finales de la Edad Media. Utilizzando un modello analitico proposto per lo studio delle donne appartenenti alla nobiltà, l’autrice intende mostrare in che modo le donne della nobiltà basca utilizzarono la loro autorità alla fine del Medioevo. In lingua castigliana.
- Inês Sofia Lourenço Olaia: “Este pouoo que em vos tamta fe tem”: Filipa de Coimbra na corte de Afonso V. Una storia oscurata, quella dell’Infanta la cui rete di relazioni, secondo l’autrice, influenzò profondamente la corte di Alfonso V di Portogallo. In lingua portoghese.

Isabella di Castiglia è la protagonista del Quaderno n. 38 di Mediterranea Ricerche Storiche, dell’Università degli Studi di Palermo, che pubblica Open Access: Martina Del Popolo, Il patrimonio reginale di Isabella di Castiglia. Le signorie di Sicilia e Catalogna (1470-1504) «Grazie alle istanze teoriche dei Queenship Studies […] si è cominciato a indagare sulle finanze delle regine e sul modo in cui influissero sul loro status e sulle loro prerogative. La domanda di fondo era capire se si potesse considerare la Queenship, ovvero le funzioni connesse all’ufficio di regina, come una vera e propria istituzione. Sotto questa nuova luce, le donne, e non solo quelle delle famiglie reali, si ritagliavano uno spazio di opportunità per acquisire ricchezze, gestire feudi o assegnazioni individuali.
Molte regine dell’Europa bassomedievale ricevevano delle aree sulle quali potevano esercitare la giurisdizione e che garantivano loro di detenere l’autorità di un signore territoriale. Le città assegnate non potevano essere alienate dal patrimonio regio, ma le loro rendite, derivanti dalle attività agricole, dalla produzione artigianale, dai commerci e da tributi di varia natura, sostenevano le corti delle sovrane, le loro opere di mecenatismo e di patrocinio artistico e religioso». Dall’introduzione dell’autrice.
***
Articolo di Rosalba Mengoni

Laureata in scienze storiche, si è occupata della diffusione della conoscenza del patrimonio culturale del territorio di Fiumicino, soprattutto nelle scuole e della sua accessibilità alle persone disabili. Collaboratrice tecnica all’ISEM – Istituto di storia dell’Europa Mediterranea del CNR, è nel comitato di redazione di RiME – Rivista Mediterranea, gestisce Isemblog e cura il periodico Bibliografia Mediterranea sullo stesso blog.

5 commenti