L’amore che non è. Un esempio di straordinaria empatia maschile

Solo raramente, durante la mia vita di lettrice, mi è capitato di avere la sensazione di conoscere già l’autore delle pagine che avevo per le mani, di camminare al ritmo dei suoi pensieri, suonare la stessa musica esistenziale. È una percezione piacevole, di familiarità, la stessa che provavo quando, da bambina, mia madre e mio padre mi prendevano sotto le ascelle e mi facevano volare in aria, tenendomi ognuno per un braccio. Nel leggere i racconti del meraviglioso testo di Gianpaolo Trevisi, dedicato alla violenza di genere, il profumo di un riconoscimento reciproco e profondo è stato assoluto, immediato, avvolgente dalla prima all’ultima pagina. E dire che neppure avevo mai sentito nominare questo autore. Un uomo – finalmente! – che non solo sa parlare di donne, ma che sa anche farle parlare con voce credibilissima, vera, umanamente femminile.

Come la diciottenne che confessa gli abusi del padre davanti all’ispettore Stefano, in un ufficetto della questura, o la mamma di Amal, che non ha saputo proteggere la figlia dalla violenza del marito. Stupendo il racconto intitolato Il Perdono, che, lo confesso, mi ha strappato più di una lacrima. L’amore che non è, edito nel 2017 da Gabrielli Editore, è una raccolta sorprendente, intensa e mai scontata di storie di donne. E di violenza. La voce narrante spiazza continuamente il lettore e la lettrice passando da quella della vittima a quella del carnefice, da quella della figlia a quella della madre, dalla lettera scritta alla preghiera, al dialogo, ai messaggi nella rete. Ora, come può un autore uomo, che di mestiere neppure fa lo scrittore, avere una così perfetta padronanza di stili differenti, una capacità tanto puntuale di analisi delle relazioni e, soprattutto, una così profonda conoscenza dell’animo femminile? Mistero. O talento, più semplicemente. Per quanto mi riguarda, Gianpaolo Trevisi ha qualità narrative e introspettive notevolissime. Chi conosce anche solo un pochino il mondo dell’editoria, sa benissimo che le raccolte di racconti sono, in assoluto, il genere più difficile da distribuire sul mercato. È quello, per essere brutale, che si vende meno, che insospettisce e scoraggia maggiormente i compratori e le lettrici.

Eppure l’editore Gabrielli, evidentemente, ha creduto in questo progetto, tanto da pubblicare un testo su un argomento spinoso, che non può nemmeno vantare l’etichetta di romanzo di genere, né un nome famoso sulla copertina. Ebbene, mi permetto di dire che questo coraggioso editore ha scoperto una vera perla. Un testo che andrebbe fatto leggere ovunque: nelle scuole secondarie, nei commissariati, nei centri antiviolenza, nelle palestre dove di testosterone sono intrise persino le pareti. Una carrellata di storie che sono un pugno nello stomaco, ma che hanno anche il pregio inestimabile di restituire e trasmettere un amore per la vita, una forza interiore che solo chi ha vissuto sulla propria pelle o ha ascoltato con le proprie orecchie narrazioni di donne violate può avere. Non a caso Gianpaolo Trevisi è il direttore della Scuola di polizia di Peschiera del Garda ed è stato dirigente dell’Ufficio immigrazione e della Squadra mobile di Verona, nonché Vicequestore: chissà, in carriera, quante ne deve avere aiutate di donne vittime di violenza. Un uomo, questo, che restituisce, attraverso i suoi racconti, la sensazione di una capacità empatica maschile rarissima e preziosa.

L’amore che non è va assolutamente letto, meditato e fatto riposare in noi, senza tralasciare le ultimissime pagine, dedicate alla post-fazione. In esse Antonia De Vita, docente di Pedagogia generale e sociale all’Università degli studi di Verona, ci regala una riflessione illuminante sulla crisi del patriarcato e sui retaggi che ancora persistono, ostinati, anche dentro le stesse donne. La domanda è: sapremo mai liberarcene? Certo è che si tratta di un cambiamento culturale di non poco conto. Ma io credo che, anche grazie all’aiuto di testi come quello di Gianpaolo Trevisi, la meta sia possibile.

Gianpaolo Trevisi
L’amore che non è
Gabrielli editori, 2017
pp. 110

***

Articolo di Chiara Baldini

BALDINI-PRIMO PIANO.jpg

Classe 1978. Laureata in filosofia, specializzata in psicopedagogia, insegnante di sostegno. Consulente filosofica, da venti anni mi occupo di educazione.

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