Novità nell’odonomastica al femminile in Toscana

Di tanto in tanto è bene fare il punto su una serie di nuove intitolazioni femminili che si possono apprezzare nelle nostre città e che dimostrano una crescente sensibilità delle amministrazioni locali insieme all’efficacia delle sollecitazioni di Toponomastica femminile, sia attraverso la Campagna “8 marzo, tre donne, tre strade” sia attraverso le molteplici attività sul territorio. Mostre, concorso per le scuole, convegni di studio, partecipazione nelle commissioni comunali di Toponomastica, contatti, incontri con gli assessorati competenti, informazioni sui social, biografie, recensioni, articoli su Vitamine vaganti sono volti a risvegliare nella cittadinanza interesse e coinvolgimento nelle scelte, con il fine di diminuire gradualmente quel divario che ci portiamo dietro da secoli. In questo aggiornamento ci soffermeremo solo su alcune novità di particolare rilievo a cui la nostra associazione ha dato un contributo concreto e che alimentano la nostra curiosità, rivolta come sempre alla scoperta e valorizzazione di personaggi femminili degni di memoria.

Iniziamo con un evento recente che ha visto festeggiata una grande donna, Carla Nespolo: a Firenze, nell’anniversario della sua nascita, lo scorso 4 marzo, le è stata infatti dedicata una piazza a poco più di due anni dalla scomparsa. Carla Federica Nespolo, nata a Novara nel 1943 e morta ad Alessandria il 4 ottobre 2020, è stata una figura di spicco nell’antifascismo militante come esponente del Partito comunista italiano (in seguito Partito democratico) di cui è stata deputata e poi senatrice per sedici anni consecutivi. Laureata in Pedagogia fu a lungo docente negli Istituti superiori, ma in particolare la si ricorda per due primati: il 3 novembre 2017 è diventata la prima presidente dell’Anpi che, per motivi anagrafici, non è stata partigiana ed è stata pure la prima donna eletta alla carica.

Firenze, piazza Carla Nespolo, 4 marzo 2023

Rimaniamo in provincia: a Campi Bisenzio l’8 marzo 2022 i giardini di San Cresci sono stati intitolati a Benedetta Liberio. Nata a Bologna nel 1930, si trasferì a Firenze dove si laureò in Lettere. Questa fine intellettuale ha collaborato a case editrici, si è occupata di didattica e dell’associazione “Giardino dei Ciliegi. Centro Ideazione Donna” con l’intento di contribuire alla diffusione del pensiero femminista, creando opportunità di incontro tra esperienze diverse. È stata assessora alla Cultura nel periodo 1985-88 e consigliera comunale fino al 1990, sempre attenta alle problematiche di genere e apprezzata dalla comunità. Nel 2019, ancora l’8 marzo, nella frazione di Capalle si era avuta una vera ondata di novità improntata sul tema “Le madri della Repubblica. Un’intitolazione di genere per festeggiare la Costituzione e la Repubblica” con: Via Madri della Repubblica, Via Teresa Mattei, Via Nilde Iotti, Via Teresa Noce, Via Maria Federici Agamben, Piazza Lina Merlin, Piazza Bianca Bianchi.

In provincia di Pistoia, a Ponte Buggianese, si sono svolte le cerimonie di intitolazione delle due vie i cui nomi erano stati scelti tramite una consultazione popolare, promossa in collaborazione con Toponomastica femminile; ne abbiamo più volte dato conto perché si tratta di una “buona pratica” ovunque raccomandabile e che porta una nuova consapevolezza nella cittadinanza coinvolta (vedi Vv n.114, 142, 191). L’11 marzo una strada centrale ha preso il nome di Nilde Iotti;

Ponte Buggianese (PT). Via Nilde Iotti, taglio del nastro con Susanna Cenni. 11 marzo 2023

Il 1° aprile è avvenuta l’intitolazione a Leda Banditori (1922-2008). In entrambi i casi si è vista una nutrita partecipazione con la presenza di varie classi delle scuole medie locali, segnale importante di coinvolgimento delle nuove generazioni. A ricordare la nobile figura della madre costituente è stata chiamata Susanna Cenni, esponente della Fondazione Iotti, che ha trovato le parole giuste per rivolgersi all’uditorio e per incoraggiare l’amministrazione sulla strada intrapresa. Ma chi era Leda Banditori? Si tratta di una donna del paese, partigiana della Brigata Fedi come i due eroici fratelli Leo e Nicola, uccisi durante la ritirata tedesca. Il figlio Nicola Giuntoli l’ha definita “resistente” non solo per quanto ha compiuto con l’entusiasmo della gioventù e l’appoggio di una intera famiglia di idee socialiste, ma per la vita di sacrifici, di lavoro, di dedizione al prossimo che ha vissuto. Rimasta orfana di madre giovanissima, ha allevato il fratello minore, è stata balia ed emigrante; attiva e instancabile si è occupata della famiglia e ha svolto mille mestieri, restando fedele a sé stessa e ai suoi ideali, amata e rispettata dalla comunità locale.

Passando nella limitrofa provincia di Lucca sono da segnalare le adesioni di due amministrazioni alla Campagna “8 marzo, tre donne, tre strade”; riguardo le scelte attuate nell’antico borgo di Montecarlo ci sarà quanto prima un articolo incentrato sull’importante cantante lirica Anna Maria Canali, che vi nacque e morì, mentre per Capannori possiamo fornire alcune informazioni desunte dal sito ufficiale. Qui si procederà con cinque intitolazioni, in cui sono state coinvolte le scuole del territorio, ma già si parla di prevedere una nuova dedica legata a un mestiere antico quanto il mondo, quello delle Lavandaie.

A Lida Basso Frisini (1919-2007) e a Clotilde Nardini (1900-82), riconosciute Giuste fra le Nazioni, sarà dedicato un olivo ciascuna nel realizzando Giardino dei giusti in piazza Aldo Moro dove si trova già la pianta con il nome di Giovanni Palatucci, poliziotto eroico deportato e morto di stenti a Dachau. La prima aiutò una famiglia ebrea fuggita dalla Francia e la ospitò in casa, nell’estate del 1943. Dopo l’8 settembre, con l’intervento del parroco, fu indirizzata dai Padri Carmelitani per continuare a proteggere e salvare quelle persone. Clotilde era bambinaia presso la famiglia ebrea fiorentina dei Sorani; al momento delle leggi razziali del 1938, prese con sé i due piccoli Silvano e Ornella, facendoli passare per suoi nipoti grazie a documenti falsi, mentre i genitori si nascosero in un convento nelle vicinanze di Sesto Fiorentino.

Fotomontaggio d’epoca di Dina con i figli; a destra in alto Paola Innocenti

Paola Innocenti è ricordata per essere stata vittima dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema (vero e proprio attacco terroristico premeditato con 560 vittime di cui 130 bambini/e), il 12 agosto 1944, nella minuscola località di Coletti di Sotto, dove una trentina di persone furono radunate dinanzi al muro di una casa e uccise dal commando tedesco con una scarica di mitragliatrice. Tra le donne, c’erano anche Paola e sua sorella Dina con i figli Maria Grazia e Piero, di 7 e 2 anni; morirono tutti, eccetto il piccolo Paolo di circa un anno a cui la madre Paola aveva fatto da scudo. Si deve a uno studioso, Marco Piccolino, una accurata ricostruzione degli eventi e soprattutto della vita delle due sorelle, delle loro famiglie, dei discendenti e dei sopravvissuti. Alla coraggiosa mamma sarà intitolato uno spazio verde invia di San Lorenzo in Treponzio.

Nara Marchetti (1924-2020) dopo l’8 settembre si unì alla lotta partigiana. Nel gennaio del 1944 si trasferì con la famiglia a Camigliano, dove continuò la sua attività e mise in salvo una quarantina di uomini sfuggiti ai rastrellamenti; trasportava grano dalle campagne alla città, sottraeva medicinali ai tedeschi, teneva continui contatti con il Comando militare di Lucca e faceva da collegamento con le formazioni che operavano nei dintorni. A lei sarà dedicato il parco in via Martiri Lunatesi nel capoluogo. Significativo il fatto che le scolaresche coinvolte nella scelta abbiano privilegiato figure legate alla nostra storia recente, alla Resistenza e all’antifascismo; donne “normali”, semplici, apprezzate localmente, che hanno reso significative le proprie esistenze, correndo enormi rischi. Il quinto nome si distingue, però, perché viene giustamente rivalutata una intellettuale di cinquecento anni fa: Chiara Matraini (1515-1604). Appartenente a una famiglia borghese di artigiani tintori della seta originaria di Matraia, da cui trasse il cognome, ma stabilitasi a Lucca, è stata una poeta esponente del petrarchismo.

Rime et prose di Chiara Matraini

Le sue doti erano note ancor prima che nel 1555 pubblicasse l’opera di esordio, Rime et prose, composta proprio nella frazione collinare di Matraia, dove era andata a vivere per rimanere estranea a una serie di vicissitudini che l’avevano coinvolta. La sua vita fu libera, lontana dai canoni dell’epoca, all’insegna della scrittura, della musica, dell’arte e dell’amore. Forse è per questo che dopo la sua morte fu presto dimenticata. Solo nel Novecento fu riscoperta e le venne restituita la dovuta dignità letteraria; nel 2008 Daniela Marcheschi ne ha scritto la biografia e nel 2017 il romanzo Per seguire la mia stella (di Laura Bosio e Bruno Nacci) è incentrato sulla sua intensa vita. Il suo nome sarà dato a un parco nella frazione di Marlia.

Nel vicino territorio di Altopascio sono previste due intitolazioni al femminile di giardini in fase di allestimento e si sta concretizzando per l’autunno prossimo l’idea di una rotatoria che celebri le Madri della Repubblica. Nell’occasione verrà esposta al pubblico e a beneficio delle scuole la nostra mostra di pannelli sul tema.

Ma è il capoluogo, Lucca, a dare il buon esempio: in breve tempo, nonostante la pandemia e diverse difficoltà burocratiche, sono avvenute le intitolazioni che l’assessora nostra socia e amica Ilaria Vietina aveva promesso e fortemente voluto: dieci rotatorie ai margini delle bellissime mura e in corrispondenza delle porte di accesso alla città sono state dedicate a significative personalità della politica italiana e a costituenti.

Lucca, evento del 19 marzo 2022

Si tratta di Maria Eletta Martini (1922-2011), parlamentare lucchese, Linda Bimbi (1925-2016), missionaria e pedagoga, e poi le madri della Repubblica: Angela Gotelli, Angela (Lina) Merlin, Angela Guidi Cingolani, Maria Agamben Federici, Maria de Unterrichter Jervolino, Nilde Iotti, Teresa Mattei, Teresa Noce. Il 12 novembre 2021 una via ha preso il nome di Anna Maria Mozzoni (1837-1920), giornalista, scrittrice, insegnante, traduttrice e pioniera nella rivendicazione dei diritti femminili; convinta repubblicana, fu una intellettuale importantissima conosciuta in Italia e all’estero per le sue battaglie a favore del voto alle donne e per l’emancipazione in tutte le sue forme. Dopo aver dato visibilità a tante belle figure di donna, per il momento ci fermiamo, ma contiamo di riprendere l’argomento non appena avremo novità significative da segnalare.

In copertina: Lucca, via Anna Maria Mozzoni, 12 novembre 2021.

***

Articolo di Laura Candiani

Ex insegnante di Materie letterarie, dal 2012 collabora con Toponomastica femminile di cui è referente per la provincia di Pistoia. Scrive articoli e biografie, cura mostre e pubblicazioni, interviene in convegni. È fra le autrici del volume Le Mille. I primati delle donne. Ha scritto due guide al femminile dedicate al suo territorio: una sul capoluogo, l’altra intitolata La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne.

Lascia un commento

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...