Sport e digitale. Un’unione (quasi) imperfetta

La rivoluzione digitale ha colpito ogni aspetto delle nostre vite: dalla scuola al turismo, dalla musica alla lettura, tutti i digital media hanno in qualche modo contribuito a cambiare il nostro modo di vivere. Inaspettatamente ci troviamo a valutare, considerare e riflettere sugli effetti di questi cambiamenti anche nel mondo dello sport, un ambito che, almeno in linea teorica, sembrerebbe lontano dal mondo virtuale, ma che negli ultimi anni si è completamente trasformato.

La pandemia del triennio 2020-2022 probabilmente ha innescato e velocizzato questo mutamento (che secondo molti e molte era già in atto), portando numerose persone a fare sport online e/o a utilizzare mezzi digitali per praticare attività sportiva a livello amatoriale.
Ad esempio una grande percentuale, proprio in epoca pandemica, ha deciso di iscriversi a corsi sportivi online, da seguire comodamente da casa: pilates, crossfit, yoga sono solo alcuni esempi di un vastissimo panorama di sport accessibili e praticabili via internet grazie al lavoro di un/una personal trainer che fa delle vere e proprie lezioni attraverso piattaforme come Skype, Webex, Zoom. La maggior parte di questi/queste utenti è, secondo le statistiche, composta da donne di differenti età.
E non solo: il digitale permette di usufruire di numerosi contenuti sportivi gratuiti anche sui social. Non mancano infatti, su piattaforme come Tik Tok o Instagram, video di argomento sportivo con consigli, esercizi, trucchi e tecniche; tutto questo ha il preciso intento di colpire gli spettatori e le spettatrici del web, cercando in qualche modo di avvicinare le persone alle diverse discipline sportive e di trasmettere emozioni positive. Nasce così una nuova professione, quella dell’influencer sportiva che promuove contenuti a un target ben definito di persone che praticano attività fisica.

Parlando di sport fuori casa, anche qui la rivoluzione digitale ha fatto irruzione: smartwatch, app, intelligenza digitale, cuffiette bluetooth sono strumenti ormai all’ordine del giorno per sportivi e sportive e aiutano, rispettivamente, a monitorare l’attività sportiva rilevando distanze percorse, saturazione dell’ossigeno, battiti cardiaci, chilocalorie bruciate e ad essere multitasking anche mentre facciamo sport. Siamo infatti sempre connessi e connesse: in quaranta minuti di corsa all’aperto posso contemporaneamente parlare al telefono, monitorare e gestire la mia casella di posta elettronica, pianificare le cose da fare e controllare lo stato del mio allenamento.
E negli sport a livelli agonistici? Anche qui, il digitale è un valido aiuto: nuove tecnologie permettono infatti di verificare lo stato di salute di atleti e atlete prevenendone gli infortuni, di aiutare le squadre nelle analisi delle strategie e, più banalmente, di distrarre e far concentrare sportivi e sportive in prossimità di una competizione.
I social media, poi, sono uno strumento digitale di comunicazione fondamentale per team, campioni e campionesse; ogni profilo è un vero e proprio biglietto da visita per sponsor e per il pubblico in modo da poter mostrare e far conoscere i propri risultati e far avvicinare alla propria disciplina sportiva.

Eppure, di fronte a così tanti benefici non si può non riflettere anche sui rischi del digitale. Iniziamo dicendo che spesso i digital media, è vero, ci offrono la possibilità di guadagnare tempo praticando sport direttamente da casa o di eseguire più attività nello stesso tempo; tuttavia bisogna considerare che, così facendo, forse ci si allontana molto dal concetto di sport, la cui definizione deriva dall’abbreviazione della parola inglese disport, che significa letteralmente divertimento (dal francese desport). Per cui, ci divertiamo davvero quando rimaniamo a casa e, dopo ore passate al computer, ci alleniamo davanti a uno schermo, senza alcun contatto diretto con altre persone? Ci divertiamo davvero mentre corriamo con il solo scopo di raggiungere l’obiettivo calorico o chilometrico che la tecnologia ci ha dato? Ci divertiamo a pianificare altre migliaia di attività future mentre pratichiamo attività sportiva? Ci divertiamo a comunicare a un mondo social esterno tutto quello che facciamo mentre facciamo esercizio fisico? Oppure siamo costretti e costrette a trovare queste soluzioni, non abbiamo scelta e/o non abbiamo abbastanza tempo? Chiaramente non esiste una risposta oggettiva a queste domande che vogliono solo essere uno spunto di riflessione su come le nostre vite siano effettivamente e forse inconsapevolmente cambiate dall’avvento dei media digitali a oggi.

In ogni caso l’aspetto forse più preoccupante riguarda i giovani e le giovani: tempo fa ho avuto modo di parlare con un docente di educazione fisica che raccontava come l’aumento esponenziale di smartphone e social abbia influito sulle abilità sportive degli/delle studenti. I ragazzi e le ragazze sembrano infatti aver sì acquisito nuove conoscenze e competenze digitali, ma, d’altro canto, sembrano essere venute meno in alcuni casi delle caratteristiche quali la dinamicità, l’elasticità, la coordinazione durante l’attività sportiva. Tanti/tante adolescenti passano ore davanti a schermi più o meno piccoli studiando, pubblicando sui social, messaggiando, comprando o giocando online: tante attività che implicano uno sforzo fisico minimo perché possono essere eseguite da un unico luogo. Ne consegue che con il tempo sono diminuite le iscrizioni presso le squadre sportive scolastiche e una minima percentuale di ragazzi e ragazze in una classe ormai pratica settimanalmente attività sportiva a livello agonistico o pre-agonistico. Dati che devono farci sicuramente riflettere sulle ambivalenze della tecnologia che ha dato tanto alle nuove generazioni ma che sta anche togliendo tanto, e non solo dal punto di vista sociale e umano, ma anche dal punto di vista fisico e sportivo.

Il digitale nello sport ha sicuramente aiutato sotto moltissimi aspetti, ma ha anche creato e sta creando una serie di pericoli e rischi. La soluzione? Probabilmente non c’è, ma forse lavorare per una sana via di mezzo in cui i media digitali e lo sport reale cooperano e convivono in un equilibrio quasi perfetto potrebbe essere un buon punto di partenza.

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Articolo di Marta Vischi

Laureata in Lettere e filologia italiana, super sportiva, amante degli animali e appassionata di arte rinascimentale. L’equitazione come stile di vita, amo passato, presente e futuro, e spesso mi trovo a spaziare tra un antico manoscritto, una novella di Boccaccio e una Instagram story!

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