Festival èStoria 2023 a Gorizia

Donne è quest’anno il tema di èStoria, il Festival Internazionale della Storia, in programma a Gorizia tra il 22 e il 28 maggio 2023; in previsione 200 eventi, 300 ospiti e oltre un centinaio di collaborazioni.
Il festival è arrivato alla sua diciannovesima edizione: nasce infatti nel 2005 con un titolo bello e intrigante La storia in Testa.
Negli anni si sono succeduti temi importanti e ancora attualissimi, sintetizzati in un’unica parola: Imperi, Rivoluzioni, Eroi, Patrie, Orienti, Guerre, Profeti, Banditi, Trincee, Giovani, Schiavi, Italia Mia, Migrazioni, Famiglie, Controvirus, Follia e da ultimo nel 2022 Fascismi.

Ogni anno la locandina del festival è arricchita da una bella illustrazione; l’immagine che accompagna l’edizione 2023, una piramide colorata di donne appartenenti a epoche, culture, mondi diversi, è stata realizzata da Melissa Koby, giamaicana di origine e residente negli Stati Uniti. Dalla lettura del programma emerge una narrazione ricca e articolata della storia delle donne. Incontriamo una sorprendente sequenza di donne, che appartengono a un arco temporale lunghissimo: le donne del neolitico, dell’antico Egitto, del Medioevo, del Rinascimento, via via fino alle figure femminili dei nostri giorni. Donne mistiche, donne sante e guerriere, donne del Risorgimento, della Grande Guerra e della Resistenza e infine donne che raccontano la condizione femminile ai nostri giorni, in Italia e nel mondo.

Adriano Ossola, ideatore e curatore di èStoria, nell’introduzione al programma scrive: «Le donne corrono, corrono avanti come un vento impetuoso: l’emancipazione femminile procede in maniera incessante, la parità dei sessi, benché talvolta minacciata da iniziative di carattere ostile, è sempre un patrimonio pubblico a livello pressoché globale o quanto meno l’oppressione è più lieve. Tuttavia l’universo femminile, oggi, da una parte si trova in una fase – inaugurata con la nascita del movimento me too – di forte contrapposizione rispetto agli uomini, dall’altra è al cospetto di una possibile abolizione dei sessi normalmente intesa (si pensi al tema transgender, di grande significato). Misurare l’entità delle trasformazioni a cui ha assistito e di cui è stato protagonista il mondo delle donne nell’ultimo secolo diventa un modo per comprendere le contraddizioni più profonde di una società sull’orlo estremo di una crisi di identità».

Questa edizione 2023 di èStoria intitolata Donne ci è sembrata un’occasione importante e da non perdere per far conoscere di più Toponomastica femminile in Friuli Venezia Giulia e non solo. A suo tempo, nel 2012, quando ero dirigente dei Servizi demografici al Comune di Udine, ero entrata in contatto con l’associazione, allora gruppo molto attivo su facebook; era arrivata la lettera che invitava le amministrazioni comunali ad aderire al Gruppo Tf, a realizzare il censimento delle intitolazioni per poi promuovere l’incremento di quelle femminili. La Commissione Pari opportunità del tempo da subito si è dimostrata sensibile all’iniziativa e nel 2013 ha proposto per la prima volta la nomina di una componente femminile all’interno della Commissione consultiva toponomastica; sino ad allora, infatti, componenti erano esclusivamente maschi, con competenze storiche e linguistiche prevalentemente legate a tradizioni e costumi locali.
Dal 2013 i risultati raggiunti a Udine non si possono definire propriamente significativi; sono comunque progressivamente aumentate in città le intitolazioni a figure femminili, a donne e movimenti che hanno avuto un ruolo importante nella storia locale, nazionale e internazionale.

Non si può negare che il panorama complessivo regionale sia poco confortante: infatti la percentuale delle intitolazioni femminili non si discosta molto da quella nazionale e lo stesso vale per l’indice di femminilizzazione. Il Friuli Venezia Giulia è una terra di confine, ricchissima di storia, e la toponomastica femminile anche qui può rappresentare un’occasione importante di approfondimento e una modalità privilegiata di racconto e di recupero della memoria della storia delle donne.

Il nostro intervento è programmato per domenica 28 maggio alle 16:30 nella Sala Dora Bassi che, per inciso, è stata una importante scultrice e pittrice del Novecento, per fortuna ricordata con più intitolazioni in Regione.
Il titolo Toponomastica femminile. Sulle vie della parità potrà forse risultare scontato e ripetitivo per l’associazione e per le iscritte; qui in Regione, però, l’espressione “vie della parità” sottende concetti, valutazioni e ragionamenti poco diffusi e condivisi. Proprio per questo, noi speriamo che il nostro contributo al Festival possa aprire la strada alla partecipazione e al coinvolgimento del pubblico di èStoria, delle istituzioni locali, scolastiche, del mondo universitario o ancora di associazioni culturali e artistiche, di studiose e studiosi.

È previsto l’intervento di Maria Pia Ercolini, fondatrice e presidente dell’associazione Toponomastica femminile, che illustrerà le tantissime iniziative, progetti, contributi che Tf porta avanti e ci introdurrà a recenti significative novità, come la creazione della cattedra Unesco sulla toponomastica inclusiva.
Interverrà poi Laura Casella, che insegna Storia moderna e di genere e Storia del Friuli all’Università di Udine. Le sue ricerche riguardano la storia politica e sociale dell’età moderna, la storia del confine, la storia della famiglia e delle élites. Inoltre i suoi studi sono indirizzati alle scritture familiari e personali in una prospettiva di genere, e ha in corso una ricerca sulla scrittura quotidiana femminile.
Infine ci sarà il mio intervento, che nasce da interessi ed esperienze maturati come dirigente amministrativa nella Pubblica Amministrazione e, tra questi, la funzione di supporto amministrativo alle Commissioni Pari opportunità del Comune di Udine.
Esporremo e analizzeremo i dati delle intitolazioni a livello regionale con un’attenzione particolare ai capoluoghi di Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine. Anche grazie al contributo di Laura Casella, storica, cercheremo di delineare la realtà locale attraverso le intitolazioni ma, ancor più, rifletteremo sulle ragioni di tante assenze. Il nostro desiderio è che dall’intervento a Gorizia possano diffondersi anche in Friuli Venezia Giulia attività, iniziative, progetti e ricerche multidisciplinari che contribuiscano al riequilibrio di genere nelle intitolazioni e quindi al recupero della memoria storica delle donne. Va da sé che questo potrà avvenire solo attraverso un processo di coinvolgimento diffuso della cittadinanza e delle istituzioni anche scolastiche.

***

Articolo di Bruna Proclemer

Referente per il Friuli Venezia Giulia dell’associazione Toponomastica femminile. Laureata in Giurisprudenza, dirigente amministrativa prima per la Sanità Alto Friuli, poi per il Comune di Udine. Ha seguito attività, eventi e progetti della Commissione Pari opportunità di Udine, della Casa delle Donne e del suo Centro di documentazione.

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