Toponomastica femminile al XXXV Salone internazionale del libro di Torino

Attraverso lo specchio è il titolo dell’ultima edizione (la XXXV) del Salone del libro di Torino, che si è aperto giovedì 18 maggio e ha chiuso i battenti lunedì scorso. Un titolo che vuole essere un omaggio alla visione di Lewis Carrol e al tempo stesso un invito a immergersi nei mondi altri offerti dalla letteratura, non per dimenticare la realtà, ma per acquistare un modo nuovo di guardarla.
Toponomastica femminile, che da più di dieci anni lavora con l’obiettivo di creare un mondo alternativo in cui donne e uomini possano trovare le stesse opportunità, non poteva lasciarsi scappare l’occasione, ed è stata infatti presente al Salone con due eventi.

Danila Baldo, a sinistra, mentre parla allo stand della
Regione Marche. Foto di Giovanni Salvio

Il primo è stato la presentazione, venerdì 19 nello spazio di Regione Marche, dell’antologia Parole-Male-Dette (bellissimo titolo!), a cui ha presenziato la vicepresidente di Tf, Danila Baldo. L’antologia femminile, il cui sottotitolo recita “Contributi per il contrasto agli stereotipi di genere”, presenta testi e immagini di webinar realizzati, nel 2022 e inizio 2023, dall’associazione Reti culturali di Ancona e raccolti a cura della presidente Marina Turchetti, che nella sua introduzione scrive: «Un grato apprezzamento va rivolto alle numerose esperte che hanno collaborato con generosa disponibilità nel presentare, prima a voce e poi per iscritto, aspetti diversi della realtà delle donne, per contribuire alla conoscenza, spingere alla riflessione e al confronto, indurre consapevolezza, sollecitare sinergie, a contrasto di esclusione e prevaricazione, e insieme rappresentando l’occasione per valorizzare le competenze femminili e far emergere il punto di vista di genere, troppo spesso sottaciuto o addirittura soffocato».
Nell’Antologia è presente anche un capitolo che parla della collaborazione fra Tf e Reti culturali, che si è concretizzata in diversi eventi comuni, ma soprattutto mediante articoli pubblicati sulla nostra rivista settimanale Vitamine vaganti (si possono leggere integralmente qui). Infatti ogni sabato precedente gli incontri online del ciclo Cambiamo discorso, organizzato da Reti culturali, è stata realizzata un’intervista alle relatrici, a cura di Danila Baldo, anche come richiamo e invito all’ascolto del webinar successivo. Il significato, però, è stato soprattutto quello di far conoscere i percorsi scolastici e culturali delle esperte presenti negli incontri, le loro esperienza di vita, le motivazioni in quel settore di intervento, i progetti nel cassetto per il futuro… per far in modo che le loro parole diventassero anche importanti spunti di riflessione e di orientamento scolastico e professionale per le giovani generazioni, vista l’importanza e la varietà dei temi affrontati, dal linguaggio comunemente utilizzato ad approfondimenti nelle diverse branche del sapere, dalla fotografia alle arti visive, dalle migrazioni alla violenza di genere e all’educazione per contrastarla, e molti altri, sempre nella direzione di contrastare pregiudizi e discriminazioni. L’antologia Parole-Male-Dette è il quinto volume che, dal 2019 a oggi, viene patrocinato dal Consiglio Regionale delle Marche che, come scrive il presidente Dino Latini, «riconosce la centralità e l’attualità degli argomenti che – nella più vasta scelta di aspetti – costituiscono il leit motiv degli appuntamenti: un apporto duraturo e sempre più coinvolgente per lo smantellamento della “cultura della violenza”, per il contrasto a una visione del mondo che tende a mantenere le donne in uno stato di minorità».

Il secondo evento è stato la presentazione, sabato 20 nello stand di Regione Sicilia, del romanzo di Ester Rizzo Trenta giorni e 100 lire, uscito quest’anno per Navarra con la bella prefazione di Rossana Florio, direttrice dell’Archivio di Stato di Agrigento. Ester, toponomasta di lunga data e coreferente di Tf per la Sicilia, ha ormai al suo attivo alcuni saggi (Camicette bianche. Oltre l’8 marzo, uscito in diverse versioni dal 2014; Le Mille. I primati delle donne, del 2016; Donne disobbedienti, 2019; Il labirinto delle perdute, 2021) e un romanzo, Le ricamatrici, tutti editi da Navarra.

Ester Rizzo, a destra, allo stand della Regione Sicilia. A sinistra la giornalista Maristella Panepinto. Foto di Loretta Junck

Trenta giorni e 100 lire è quindi il suo secondo romanzo, ambientato nell’Agrigentino negli anni della Grande guerra e ispirato a fatti realmente avvenuti, protagoniste le donne rimaste sole a tirare avanti la famiglia, e ad attendere, a volte purtroppo invano, il ritorno degli uomini mandati al fronte. Sono donne che trovano la forza di resistere, di parlarsi, di unirsi per far udire la propria voce e la propria ferma protesta contro l’assurdo della guerra. L’autrice, mescolando fatti e personaggi inventati ed eventi reali, ed esprimendo i sentimenti dei suoi personaggi femminili – il dolore, la solitudine, la solidarietà, la rabbia che si muta in azione – è riuscita a dare vita alle carte trovate nell’Archivio di Agrigento, che documentano i processi subiti dalle coraggiose donne di Palma di Montechiaro, Ravanusa, Campobello di Licata, e a far parlare le testimonianze reperite, in assenza di documenti, per quanto avvenne a Licata. E soprattutto è riuscita, attraverso «un racconto che scardina stereotipi femminili ingombranti», a dare dignità di memoria alla storia di quelle donne che trovarono la forza di esprimere il loro rifiuto della guerra, «una storia di più di cento anni fa che ha attraversato il tempo in assoluto silenzio». Un lavoro importante, questo di Ester Rizzo, che nel difficile momento storico che stiamo attraversando assume un significato ancora più pregnante.

Loretta Junck, al centro, allo stand del Premio Calvino. Foto di Danila Baldo

Presente al Salone del libro anche il Premio Italo Calvino, che con Toponomastica femminile collabora da tempo: ogni anno infatti due scrittori e due scrittrici legate al prestigioso Premio torinese scrivono quattro incipit per la sezione Narrazioni del Concorso nazionale Sulle vie della parità.
Si tratta di un premio letterario per la narrativa rivolto esclusivamente ad autori e autrici esordienti, che concorrono mandando un manoscritto e ricevendo in ogni caso un giudizio sulla propria opera, indipendentemente dal suo valore. L’idea di chi lo fondò, all’indomani della morte di Italo Calvino (il Premio è giunto quest’anno alla XXXVI edizione), era quella di continuare il lavoro di talent scout che lo scrittore svolgeva per Einaudi, e in tutti questi anni molte sono le personalità che si sono fatte strada in campo letterario dopo aver partecipato al Concorso lanciato dal Premio. Basti pensare a Susanna Tamaro, Paola Mastrocola, Marcello Fois, Rossella Milone, Flavio Soriga, Mariapia Veladiano…
Venerdì sera, nella Sala Indaco dell’Oval, sono stati presentati finalisti e finaliste del call per la narrativa breve Visioni divergenti e corpi indisciplinati, organizzato per il 2023 dal Premio Calvino insieme alla rivista L’indice e al Book Pride di Milano. I due racconti vincitori ex aequo designati dalla giuria tecnica (Perfectum di Deborah Foss ed Equilibristi di Aquiles Josè Martinez Pérez) nonché il racconto votato dal pubblico (Più niente da toccare di Beatrice Sciarrillo) sono stati pubblicati in uno speciale che, collegandosi al tema del concorso e a quello del Salone, entrambi sul versante del fantastico, si propone di «cogliere in vario modo il divergente, il non conciliato in un mondo al punto», per dirla con le parole del presidente Mario Marchetti.
Il giorno seguente, nella stessa sala, autori e autrici dei romanzi vincitori, finalisti e segnalati dal Premio che sono stati pubblicati recentemente si sono trovati a colloquio con gli e le editor che ne hanno curato le opere per spiegare attraverso quali operazioni si passi dal manoscritto al libro pronto per la pubblicazione: un confronto interessante che ha messo in luce il senso e il valore di un lavoro, quello dell’editor, destinato a rimanere quasi sempre in ombra.

Fra pochi giorni, il 6 giugno, il Premio Calvino presenterà finalisti e finaliste della XXXVI edizione – dieci, di solito – e premierà il vincitore o la vincitrice. Speriamo che sia femmina!

***

Articolo di Loretta Junk

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Già docente di lettere nei licei, fa parte del “Comitato dei lettori” del Premio letterario Italo Calvino ed è referente di Toponomastica femminile per il Piemonte. Nel 2014 ha organizzato il III Convegno di Toponomastica femminile. curandone gli atti. Ha collaborato alla stesura di Le Mille. I primati delle donne e scritto per diverse testate (L’Indice dei libri del mese, Noi Donne, Dol’s ecc.).

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