Uno degli obiettivi della strategia per l’uguaglianza di genere 2020-2025 dell’Ue è far sì che le donne siano integrate in tutti i settori e su tutti i livelli della società. I dati mostrano, infatti, che le donne continuano ad essere troppo spesso sottorappresentate e che l’equilibrio di genere è ancora una grande sfida. Per quanto riguarda il settore energetico, ad esempio, per affrontare questa diseguaglianza, l’Agenzia esecutiva europea per il clima, le infrastrutture e l’ambiente (Cinea) ha avviato uno studio allo scopo di evidenziare le barriere, le buone pratiche e le raccomandazioni su come migliorare il ruolo delle donne nel campo della ricerca e dell’innovazione (R&I).
Nel settore dell’agricoltura, la Politica agricola comune 2023-2027 include, per la prima volta, un riferimento specifico alla necessità di sostenere le donne: ogni Stato membro è stato chiamato a valutare la situazione delle donne nell’agricoltura e nelle aree rurali e a predisporre le necessarie misure risolutive in un proprio piano strategico. La maggior parte dei Paesi dell’Unione ha messo in atto azioni concrete volte ad aiutare le donne agricoltrici o quelle che intendono avviare una nuova attività, applicando un approccio di genere nella distribuzione degli aiuti finanziari.
Ewa (Empowering women in agrifood), è un programma di incubazione di sei mesi che prevede una formazione specifica e un tutoraggio personalizzato per promuovere l’imprenditoria femminile nel settore agroalimentare.
Il settore della sicurezza, in particolare quella esterna, ha, oltre che una oggettiva minore partecipazione, anche delle implicazioni sociali di più ampia portata. Le donne sono spesso trascurate nelle discussioni sui conflitti armati, e l’attenzione si concentra su di loro soprattutto delineandole come vittime, anche se sono sempre state attrici importanti sul campo.
Grandi passi avanti sono invece stati compiuti nel mondo dello Sport: l’affluenza registrata ai tornei Uefa femminili del 2022 è raddoppiata rispetto agli eventi precedenti, ma non solo, per la prima volta sono state scelte tre donne per arbitrare la Coppa del mondo maschile Fifa. Anche la parità retributiva nel mondo dello sport sembra essere nettamente migliorata negli ultimi anni: i guadagni complessivi, in particolare per le dieci donne più pagate, sono aumentati del 23% dal 2020.
Nonostante gli sviluppi positivi, tuttavia, le donne occupano ancora solo il 14% di tutte le posizioni decisionali di vertice nelle federazioni sportive degli Stati membri e sembrano essere, in generale, meno attive nello sport, a scapito della loro salute e del loro benessere. La Commissione europea continua però a promuovere la parità di genere nello sport attraverso numerose iniziative: è stato, per esempio, istituito il premio #BeEqual per i progetti che promuovono l’empowerment e la partecipazione di donne e ragazze nello sport.
Per quanto riguarda la cultura e il settore creativo, la Commissione e alcuni esperti degli Stati membri hanno elaborato una relazione sulla parità di genere in questo ambito, che servirà da base per creare una sezione specifica sul sito web di Eurostat. Basandosi sui dati emersi, nel marzo 2022, la Francia ha organizzato il Forum egalité per discutere le principali sfide individuate.
Il settore spaziale, in cui le donne rappresentano solo un lavoratore su cinque, ha ricevuto dalla Commissione raccomandazioni per la progettazione di politiche più eque, diversificate e inclusive. Secondo un’indagine condotta dalla Commissione stessa, infatti, il 73% delle donne operanti in questo ambito dichiara di aver subito discriminazioni, di cui il 94% afferma che la ragione sia stata il loro genere.
La sottorappresentazione femminile riguarda anche i settori chiave per i settori dell’energia, dei trasporti e dell’edilizia, e questo costituisce un problema per la realizzazione del Green Deal d i REPower EU, poiché le donne rappresentano solo un terzo delle persone che lavorano nell’ambito delle energie rinnovabili.
Il progetto Women in Urban Mobility, sostenuto dalla Commissione, si concentra sulla parità di genere nella mobilità urbana e riunisce le organizzazioni impegnate ad aumentare l’occupazione femminile nel settore. Inoltre, nel 2021, il progetto ha collaborato con l’industria ferroviaria, in occasione dell’Anno europeo delle ferrovie, istituendo un premio dal titolo “donne nel settore ferroviario”.
È giusto riconoscere, però, che le diseguaglianze di genere iniziano a manifestarsi già nei primi anni del percorso scolastico, ben prima che la carriera desiderata possa essere scelta. È forse nel campo dell’istruzione primaria e secondaria di primo grado che serve realizzare un impegno concreto per rendere eque le condizioni e le possibilità di ragazzi e ragazze. Nel campo dell’istruzione e della formazione, infatti, la Commissione ha proposto una raccomandazione sui percorsi di successo scolastico. La stessa, adottata il 30 giugno 2022, impegna gli Stati membri a raccogliere sistematicamente dati disaggregati per sesso sugli studenti e sulle studentesse, per poter valutare meglio i fattori che hanno un effetto negativo o positivo sui risultati nell’apprendimento. La proposta include raccomandazioni per affrontare le disparità di genere nell’istruzione, in particolare in vista del raggiungimento dell’obiettivo a livello Ue di ridurre l’abbandono scolastico al di sotto del 9% entro il 2030 e la percentuale di scarsi risultati di sotto del 15%.
In merito all’istruzione, le misure per l’uguaglianza di genere sono particolarmente mirate a creare un migliore equilibrio tra i sessi in alcuni campi di studio, in particolar modo riguardo le materie scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche, le cosiddette materie Stem, che presentano i tassi più bassi di partecipazione di donne. Su questo l’Unione europea sta lavorando molto, investendo in innumerevoli progetti. Per fare un esempio, Gem – Empower girls to embrace their digital and entrepreneurial potential è il nome di un progetto che ha organizzato due campi estivi in dieci Paesi, costruendo una rete europea di scuole, università, istituti di alta formazione, imprese, Ong, ministeri, comuni e centri di ricerca per sostenere le donne nell’istruzione, negli studi e nelle carriere Stem.
In generale, nelle strategie nazionali per la promozione dell’uguaglianza di genere dei singoli Stati membri, sono sempre più diffuse iniziative di orientamento delle ragazze e delle donne verso questo tipo carriere.
Nel campo della ricerca, il 2022 ha visto il lancio dell’Agenda politica dello Spazio europeo della ricerca (Ser) 2022-2024, che si è espressamente dedicata alla promozione dell’uguaglianza di genere e dell’inclusione nella ricerca e nell’innovazione (R&I), portando a una serie di risultati politici, tra cui lo sviluppo di una linea di base dell’Ue su un approccio di tolleranza zero alla violenza di genere nella R&I.
È così che l’Unione europea sta procedendo, negli ultimi anni, per cercare di porre rimedio a questo tipo di problematiche.
Dalla segregazione di genere, ossia l’ineguale distribuzione di donne e uomini tra settori, al divario retributivo tra i sessi, dalla difficoltà ad accedere a certi posti di lavoro ai rapporti di potere diseguali nella sfera pubblica e privata: dinamiche che, se non affrontate con la dovuta serietà, finirebbero solo per rafforzare ulteriormente gli stereotipi di genere.
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Articolo di Chiara Giacomelli

Laureanda in Management presso l’Università di Pavia. Ama le cene in compagnia e leggere un libro che la tenga incollata fino ad addormentarcisi sopra. Ha tanti sogni nel cassetto, ma non sa da quale cominciare… perciò per adesso si limita a “fare la fuorisede” e a scrivere la tesi, sempre in compagnia delle sue cuffiette, da cui non si separa mai, e di una tazza di tè fumante.