La Scuola Ranieri di Sorbello

Tre le emancipazioniste che lasciarono un segno significativo nella società italiana degli inizi del Novecento è sicuramente da annoverare Romeyne Robert, nata negli Stati Uniti da una famiglia benestante di origine francese e dalla mentalità aperta. Durante un suo viaggio a Roma Romeyne incontrò il marchese Ruggero Ranieri di Sorbello che sposò nel 1902. Da allora non lasciò più l’Italia.
Aveva talento creativo, qualità organizzative e, come dimostrò poi, un notevole spirito imprenditoriale.

Villa-Pischiello
Villa Pischiello

Ad appena un anno dal matrimonio, fondò nella villa del Pischiello a Passignano sul Trasimeno una scuola di ricami avvalendosi delle competenze tecniche di Carolina Amari, donna di grande cultura ed esponente di spicco delle Industrie Femminili Italiane, società a conduzione unicamente femminile finalizzata a «promuovere e migliorare il lavoro femminile e la condizione economica delle lavoratrici con un sano indirizzo artistico e industriale». Tra le socie c’erano Amelia Rosselli e Liliah Nathan, figlia del sindaco di Roma Ernesto Nathan.
Per Carolina Amari l’emancipazione femminile passava anche sul filo del ricamo e del merletto che dava alle donne saperi e strumenti. Per la scuola del Pischiello aveva studiato un antico punto arabo che poi aveva applicato a disegni di ricami italiani del Rinascimento. Il punto Umbro o Sorbello fu  brevettato da Romeyne. Per creare un effetto rilievo veniva eseguito con un filo grosso ad ago seguendo il disegno tracciato direttamente sulla tela tessuta a mano. Si trattava della tela prodotta  nel laboratorio sorto a Città di Castello per volontà di Alice Hallgarten Franchetti.
Di particolare pregio erano le nappe pendaglio che ornavano gli angoli dei cuscini e delle tovaglie. Tutte eseguite ad ago, tutte diverse tra loro, qualche nappina aveva all’interno una fuseruola, altre addirittura riproducevano gioielli fiorentini stilizzati, cestini di frutta, ghiande e animaletti. Il ricamo era eseguito nei colori della tradizione: crema, ecru, verde, celeste e ruggine.

punto Sorbello
Punto Sorbello

La scuola aveva un duplice obiettivo: salvare un’arte che stava scomparendo e aiutare l’emancipazione sociale e culturale delle contadine della zona, a partire da quelle che lavoravano nella tenuta dei Sorbello.
La scuola si aprì con 8 ricamatrici, nel 1912 le ricamatrici diventarono 80 e nel 1921 erano 120. Ogni lavorante era specializzata in un solo passaggio della lavorazione, cioè eseguiva un solo punto e non il lavoro completo, questo perché da un lato diventava sempre più abile e veloce, dall’altro non poteva “rubare” la lavorazione che era protetta da brevetto.
Nella scuola queste donne imparavano non solo a ricamare, ma anche a leggere e a scrivere, le principali nozioni di igiene e di pulizia, a prendersi cura  dei materiali che venivano loro assegnati, ad annotare i lavori completati, il denaro guadagnato e i risparmi depositati; sì, perché ognuna era invitata ad avere un libretto bancario o postale dove ogni tre mesi veniva versata la paga che poteva andare dalle 500 alle 1000 lire, a seconda del lavoro fatto. In questo modo il guadagno della donna non andava direttamente nelle tasche del padre o del marito, come si usava allora, ma era la lavorante stessa che ne poteva disporre.
Nel 1907 Romeyne fondò al Pischiello una scuola montessoriana aperta in un primo momento solo a figli e figlie delle sue lavoranti, poi a tutti/e i/le bambini/e della zona, In questa scuola studiarono anche suoi figli.
Insieme ad alcune amiche dell’aristocrazia locale Romeyne fondò a Perugia il negozio-cooperativa Arti Decorative Italiane, che aveva sede in corso Vannucci dove erano messi in vendita i manufatti di diverse scuole- laboratori di ricamo dell’epoca. Lo scopo era quello di «far rivivere in questo secolo i manufatti dei secoli passati che sono stati la gloria delle donne italiane e che sono il risultato dell’unione tra il loro gusto, abilità e ingegno. Tale lavoro da sempre ha seguito passo a passo lo sviluppo delle cosiddette arti maggiori come architettura e pittura […] e ne ha tratto ispirazione». Così scriveva nel 1921 la stessa Romeyne nell’opuscolo pubblicitario con la descrizione delle principali scuole e laboratori, originariamente in lingua inglese per inviarlo ai suoi clienti in America.
Sia la scuola del Pischiello che il negozio Arti Decorative Italiane chiusero nel 1934. Romeyne ritirò dal mercato tutti i manufatti della sua scuola, tuttavia alcuni lavori si possono oggi ammirare nella Casa Museo di Palazzo Sorbello a Perugia. Sono tutti di proprietà della Fondazione Ranieri di Sorbello che, interpretando la volontà della marchesa Romeyne, non ha mai rilasciato -né intende farlo in futuro- alcuna autorizzazione alla riproduzione di manufatti o disegni del punto Sorbello, realizzati da chiunque e con qualsiasi metodologia, successivamente alla chiusura della scuola.

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Perugia, Monte Tezio. Foto di Paola Spinelli

 

 

Articolo di Paola Spinelli

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Ex insegnante, ex magra, ex sindacalista, vive a Perugia alle prese con quattro gatti e i suoi innumerevoli hobby, ma è in grado di stare bene anche senza fare niente.

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