In viaggio con Agatha Miller Christie

Un paio di anni fa, dopo un lungo tour nel Sud dell’Inghilterra, sono approdata a Torquay, una piccola cittadina affacciata sul canale della Manica, luogo di nascita di Agatha Christie. Era, per me, una tappa obbligatoria dopo aver letto quasi tutti i suoi romanzi. e visto le trasposizioni cinematografiche e televisive.

La regina indiscussa del “giallo” aveva visto la luce proprio lì, il 15 settembre del 1890, e lì visse fino ai ventotto anni d’età. La sua era una famiglia facoltosa appartenente all’alta borghesia. La madre, Clara Bohemer, era originaria di Belfast e il padre, Frederick, era un agente di cambio americano. Agatha era l’ultima nata dopo il fratello Louis e la sorella Margaret.

Nel 1914 si sposò con Archibald Christie, un giovane ufficiale di artiglieria nato in India e con il cognome del marito passerà alla storia. Da quell’unione, nel 1919, nacque un’unica figlia: Rosalind. La coppia era sempre in viaggio e si spinse fino in Sudafrica, in Australia e in Nuova Zelanda. Ma l’idillio finì quando il marito si innamorò di un’altra donna e nel 1926 chiese il divorzio. Agatha reagì male a quella notizia e decise di sparire misteriosamente per dieci giorni mentre familiari, amici e personalità di spicco della società inglese si affannavano a cercarla. La trovarono in un albergo dello Yorkshire, dove si era rifugiata sotto falso nome. Per tutta la sua vita non volle mai parlare di quel gesto e non ne chiarì i motivi.

Da single continuò a viaggiare per il mondo fino a quando a Baghdad incontrò un giovane archeologo, Max Mallowan, e con lui si sposò nel 1930. Un matrimonio felice che durò tutta la vita.

Agatha Christie ha scritto oltre cento romanzi polizieschi e sicuramente in tanti e tante ne abbiamo letto buona parte. Ma è stata anche autrice di lavori teatrali come il celebre Trappola per topi, ancora in cartellone a Londra dal lontano 1952 , e di due libri di memorie. Ha inoltre scritto due romanzi non di genere poliziesco usando uno pseudonimo: Mary Westmacott.

Fin dal primo libro la sua tecnica è ben evidenziata e definita: il colpevole è la persona meno sospetta. Dalla sua penna nacquero il detective belga Hercule Poirot, la coppia Tommy e Tuppence e Miss Marple, l’anziana e simpatica signorina di provincia con la passione per le investigazioni.

Museo Torquay

Agatha fu un’autodidatta come racconta lei stessa nella sua autobiografia: «Mio padre era americano… non faceva niente, la sua attività faticosa era versarsi da bere. Mia madre invece era inglese al cento per cento, e nobile per di più. Non riusciva a capacitarsi che potessero esistere le scuole pubbliche e che la gente di ogni classe sociale potesse mandarvi i figli tutti insieme. So che pianse molto quando mio padre mandò alla scuola pubblica mio fratello e mia sorella maggiori. Ma si oppose disperatamente quando toccò a me: «Questa è la mia piccolina, almeno questa teniamola a casa, salviamola». Mio padre cedette subito, un po’ perché non amava le discussioni, un po’ perché aveva mandato a scuola due figli su tre, ed era un’ottima percentuale. Così non andai alla scuola pubblica: studiai a casa, sotto la guida di un precettore. Ufficialmente, per il Ministero dell’Istruzione, sono analfabeta. Ma ho avuto un enorme vantaggio: molto tempo libero a disposizione… che passavo nella biblioteca di casa, a leggere i romanzi di Jane Austen, delle povere sorelle Brontë, di Dickens, di Conan Doyle. Sì è vero, Conan Doyle ha influenzato in parte la mia formazione di scrittrice ma ugualmente importanti sono state le sorelle Brontë, con l’atmosfera tenebrosa dei loro racconti. Di Conan Doyle leggevo anche dei noiosi opuscoli sul Sudafrica e sulla guerra contro i Boeri: allora mi sembrava una lettura affascinante. Ha inciso nel mio animo: ogni volta che un mio personaggio arriva o finge di arrivare da lontano, è più forte di me, scrivo che viene dal Sudafrica».

Da queste memorie affiora prepotentemente la forte autoironia di questa eccezionale scrittrice che si rammarica anche di aver scelto un’età troppo adulta per Monsieur Poirot non prevedendo il lungo successo temporale dei suoi libri.

Sempre nell’autobiografia leggiamo: «Fin da ragazza, se volevo concentrarmi, dovevo chiudermi in bagno. Quando ho cominciato a guadagnare, le prime spese sono state per la stanza da bagno: enorme, lussuosa, una sala da soggiorno vera e propria, con poltrone, tavoli, sedie e una vasca meravigliosa, istoriata con il bordo di mogano. Adagiata nell’acqua calda profumata dai sali, mangiando mele e bevendo tè, ho sognato decine di delitti perfetti. Ma ci sono altri modi per trovare l’ispirazione: il più semplice è sfogliare il giornale e lavorare di fantasia su un fatto di cronaca. I critici sono brava gente, di solito credono in ciò che dicono. Forse hanno ragione a non prendermi troppo sul serio. Neppure io mi prendo in seria considerazione, so che i miei libri sono cosa di poca importanza. Ho solo cercato di intrattenere, di divertire la gente, non ho mai avuto ambizioni maggiori. Dieci anni dopo che sarò morta, sono sicura che nessuno si ricorderà più di me».

Sappiamo che così non è stato. Lei morì a 85 anni ,il 12 gennaio 1976 a Cholsey e lì fu seppellita. La cerimonia funebre fu semplice ma arrivarono da varie parti del mondo tante ghirlande. Tra queste una era a nome della “moltitudine di lettori riconoscenti”.

Ritornando alla mia sosta a Torquay, la prima tappa è stata al Torquay Museum che ospita l’”Agatha Christie Gallery”, un ampio spazio a lei dedicato dove troverete, tra tante cose, anche una ricostruzione dello studio di Poirot e tutte le prime edizioni dei gialli della scrittrice.

Museo Torquay

Gli uffici turistici locali offrono una mappa dell'”Agatha Christie Mile” con tutti i luoghi di maggiore interesse: dal Grand Hotel Imperial dove passò la luna di miele con il primo marito, ai posti dove era solita recarsi e dove ambientava i suoi romanzi. Proprio a Torquay, infatti, scrisse Dieci piccoli indiani. La cittadina le ha anche reso onore con un grande busto in bronzo proprio vicino al centro di informazioni turistiche.

Per completare questa immersione nel mondo della giallista, mi sono recata nella vicina stazione di Paignton e sono salita su un antico treno per un breve viaggio nella zona. Tra sbuffi di vapore e carrozze in perfetto stile Ottocento si ritorna proprio indietro nel tempo. Certo, il biglietto è un po’ costoso, l’iniziativa è molto turistica ma… vuoi mettere la suggestione di poter incontrare su quel treno Monsieur Poirot o Miss Marple?

Così ho concluso il mio viaggio a Torquay ma facendomi una promessa. Se ritorno a Londra andrò a visitare il Memoriale a lei dedicato a Leicester Square e non disdegnerò di divertirmi con un tour apposito dei luoghi che hanno influenzato la sua creatività. E se ritorno a Istanbul mi recherò a visitare la camera dell’Hotel Pera Palace dove nel 1928 scrisse Assassinio sull’Orient Express.

Agatha Christie è tra le scrittrici che hanno venduto più libri al mondo e le sue intricate trame mi hanno sempre affascinato. Viaggiare sulle sue tracce regala… un brivido in più!

***

Articolo di Ester Rizzo

Laureata in Giurisprudenza e specializzata presso l’Istituto Superiore di Giornalismo di Palermo, è docente al CUSCA (Centro Universitario Socio Culturale Adulti) di Licata per il corso di Letteratura al femminile. Collabora con testate on line, tra cui Malgradotutto e Dol’s. Per Navarra edit. ha curato il volume Le Mille: i primati delle donne ed è autrice di Camicette bianche. Oltre l’otto marzoLe Ricamatrici e Donne disobbedienti.

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