Nuovo appuntamento con i progetti marchigiani premiati nell’ambito del concorso didattico Sulle vie della parità nelle Marche, IV edizione, promosso dall’Osservatorio di Genere in collaborazione con Toponomastica femminile, l’ATS 15 di Macerata, il Sistema Museale dell’Università di Camerino, la casa editrice Settenove, USIGRAI, CGIL, CISL, UIL e la COOP 2.0.
Questa volta i riflettori si accendono su La cura realizzato da una vecchia conoscenza del concorso regionale: l’Istituto di istruzione superiore Polo3 di Fano che ha sempre partecipato, sin dalla prima edizione, con prodotti originali, creativi e accurati da un punto di vista della ricerca storica e documentaria. A guidare la 3C Grafica e comunicazione, la 3B Web community, la 3B Grafica e comunicazione e la 5B Servizi commerciali, come sempre, le professoresse Anna Maria Ucci e Tiziana Conti, supportate dal professor Man Caldari.
Dopo aver stupito noi dell’Osservatorio di Genere e tutti i componenti della Commissione di valutazione sia del concorso regionale che nazionale nel lontano 2018 con l’Inno di Mameli rap in versione inclusiva.

Nel 2019 è stata la volta di Donne in gioco, un gioco da tavolo interamente ideato, progettato e realizzato dalla classe dell’IIS Polo3 coinvolta nel progetto. Il gioco, testato su bambini e bambine della scuola primaria di Fano, trae ispirazione dal noto gioco dell’oca, ma lo rivisita e lo trasforma in strumento per veicolare il racconto storico e per promuovere il contributo di donne che hanno dato lustro al territorio di Fano e dintorni. I giocatori e le giocatrici si trovano a muovere le pedine – che riproducono i volti e la fisicità di Angiola Bianchini, Leda Antinori, Letizia Fusarini, Luisa Palazzi Gisberti, Sara Levi Nathan, Vittoria Mosca Toschi, Maria Luisa Bonelli, Adele Bei – sul tabellone, che altro non è che la pianta della città di Fano, imbattendosi in caselle speciali, che raccontano la storia di queste donne.

Nel 2020, in piena pandemia e nonostante il primo lunghissimo lockdown, ci hanno di nuovo rapiti con un progetto anche questa volta multidisciplinare intitolato Luisa Palazzi Gisberti: l’educazione inclusiva; fino ad arrivare all’anno scolastico 2020/21 quando i ragazzi dell’IIS Polo3 di Fano si sono guadagnati una menzione speciale per un progetto dedicato a Maria Chiera, fondatrice dell’Oasi dell’Accoglienza Onlus nella zona di Sant’Andrea in Villis, piccolo paesino tra Fano e Pesaro. Il progetto, realizzato da ottobre 2020 a gennaio 2021 con un lavoro interdisciplinare che ha visto la collaborazione di diverse discipline, da Italiano a Grafica, da Fotografia a Video-Tecniche di Comunicazione, da Educazione Civica a Religione, nasce proprio, come si legge nella scheda presentata al concorso, dal bisogno «di individuare storie significative del nostro tempo per ritrovare in noi e nelle relazioni che segnano la nostra vita gli esempi di umanità e di prossimità, riconoscendoli come vera sostanza della nostra esistenza e strada per una ripresa fatta di solidarietà».
A innescare la ricerca alla base del progetto proprio la pandemia e la solitudine in cui il Covid ci ha costretti per lunghi e interminabili mesi: grazie alla storia di Maria Chiera, ragazzi/e hanno messo a tema del loro lavoro l’altro/a e la necessità di ripartire proprio da qui per costruire una società più giusta e migliore. Guardando i prodotti realizzati da questi ragazzi e da queste ragazze, inevitabilmente il pensiero corre veloce alle parole, di grandissima attualità, che Don Lorenzo Milani scrisse ai giudici di Firenze che lo accusavano di aver preso le difese degli obiettori di coscienza nel 1965:
«Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande I care. È il motto intraducibile dei giovani americani migliori. Me ne importa, mi sta a cuore, il contrario esatto del motto fascista Me ne frego».
E così la storia di Maria Chiera, una donna di oggi e non del passato, diventa il focus di questo progetto che si presenta a noi come una vera e propria Uda – Unità didattica di apprendimento – e che ha portato i ragazzi e le ragazze a interrogarsi sui valori, sulle priorità vere e sul significato profondo di quell’I care che campeggiava sulla parete di una piccola scuola di provincia tanti anni fa e che risuona ancora potente e attuale.
Ed è proprio la cura che porta Maria Chiera ad aprire nel 1992 la sua ONLUS con l’obiettivo di accogliere gratuitamente i malati di talassemia, leucemia e altre patologie, con necessità di trapianto di midollo osseo e terapie intensive e le loro famiglie.
E infatti, così come emerge da questo bel lavoro dei ragazzi e delle ragazze di Fano, l’Oasi dell’Accoglienza appare proprio come una vera e propria “famiglia di famiglie”, un ponte capace di mettere in relazione lingue, culture e religioni diverse, un luogo in cui i muri vengono distrutti e non eretti come qualcuno vorrebbe. Un’esperienza di inclusione, di incontro, di dialogo e, per raccontarla al meglio, i ragazzi e le ragazze si sono concentrati su più fronti:
– raccolta di informazioni attraverso il sito dell’Oasi dell’Accoglienza e realizzazione dello storytelling (Classe 5B Servizi Commerciali);
– un video spot pubblicitario (Classe 3B Web Community);
– realizzazione di un brano musicale sulla solidarietà dedicato all’Oasi (Classe 3B Grafica e Comunicazione) – di cui si riporta il testo in coda a questo articolo;
– restyling del logo dell’Oasi dell’Accoglienza (Classe 3C Grafica e Comunicazione);
– creazione di manifesti pubblicitari (Classe 3C Grafica e Comunicazione).
La cerimonia di premiazione si è tenuta in presenza (altro grande successo di questa edizione marchigiana) il 10 maggio 2021 presso il Polo di Informatica dell’Università degli Studi di Camerino (Mc). Le classi e i docenti sono stati premiati con la seguente motivazione:
«Le ragazze e i ragazzi dell’IIS Polo 3 di Fano con il loro lavoro, articolato su più linguaggi, hanno voluto testimoniare l’opera di Maria Chiera e dell’associazione da lei fondata l’Oasi dell’accoglienza. In questo modo ha reso visibile un’altra storia di donna, a noi contemporanea, impegnata nella solidarietà e nell’aiuto alle famiglie, oltre ogni differenza e distinzione. La commissione ha accolto positivamente la proposta di una targa di riconoscimento a questa figura all’interno di all’interno della comunità Oasi dell’accoglienza».
Il progetto è stato poi anche premiato nell’ambito del concorso nazionale.
Come ti dice il cuore (Brano dedicato a Maria Chiera-Oasi della Accoglienza)
Non puoi solo camminare
alza gli occhi per guardare
c’è chi non ce la può fare…
se tu non tendi la mano
e trasformi il dolore
dando forma all’amore
come ti dice il cuore.
Un cuore che ama
si può testimoniare
con un esercito di persone
pronte a fare cose buone
per chi è solo e stanco
per chi si sente affranto
per chi la strada è dura
e negli occhi ha la paura.
Basta un tavolo e l’amicizia
l’accoglienza e la giustizia
la famiglia e la speranza
la visione in comunanza
quel calore dal volto umano
che sa prendere per mano
un po’ di … pace
nel proprio cuore
e così che nasce
l’oasi dell’amore!
Legato
non puoi solo camminare
alza gli occhi per guardare
c’è chi non ce la può fare…
se tu non tendi la mano
e trasformi il dolore
dando forma all’amore
come ti dice il cuore.
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Articolo di Silvia Casilio

Silvia Casilio ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia contemporanea presso l’Università di Macerata e attualmente collabora con l’Università di Teramo. È autrice di saggi sull’Italia repubblicana e dal 2009 collabora con l’associazione culturale Osservatorio di genere.