Alojzija Štebi, femminista slovena 

Politica, insegnante, pubblicista, redattrice, combattente appassionata per i diritti delle donne, dell’infanzia e della gioventù, Alojzija Stebi è stata la forza trainante del movimento femminista sloveno e jugoslavo.  

La storia della Slovenia è da sempre intrecciata con quella delle potenze vicine, nel narrare il personaggio di Alojzija Štebi partiamo dunque dal periodo in cui quel territorio era ancora sotto il dominio asburgico. La situazione sociale era caratterizzata da una pessima condizione per quanto riguardava le donne, le lavoratrici e i lavoratori di ogni età, da una grande differenza di genere nei diritti individuali: civili, economici, politici. 

In un quadro di questo tipo si inserisce Alojzija Štebi, nata il 24 marzo 1883 a Lubiana. 

Alojzija Štebi

All’epoca in Slovenia il sistema educativo era suddiviso in scuole femminili e scuole maschili. Immaginiamo che Alojzija abbia percepito subito un’ingiusta differenza, una grave parzialità nell’impostazione della vita, delle possibilità e dei diritti fra uomini e donne. Frequentò naturalmente le scuole elementari e superiori femminili, poi decise di proseguire la propria formazione diventando insegnante e si diplomò alla scuola normale di Lubiana nel 1903. Erano gli anni della crescita, delle domande, del pensiero critico sul mondo e sulle ingiustizie. Il 1911 fu il tempo in cui iniziò a scrivere sui problemi delle donne, evidentemente sentiva forte il bisogno di essere parte attiva nella lotta per i diritti e di denunciare per poter sia rendere consapevole la popolazione sia proporre delle soluzioni, delle modifiche a ciò che riteneva palesemente ingiusto. 

La sua storia è caratterizzata da numerose attività, nel 1912 iniziò a scrivere per un giornale socialista, Zarja. Poi entrò nel giornale del sindacato polacco dei lavoratori di tabacco. Prese anche parte al Salone d’arte della famiglia Kessler in cui si riunivano giovani artisti, tra cui Ivan Cankar, scrittore e poeta, con cui ebbe una lunga amicizia. Lui stesso le dedicò una cartolina in cui la ritrasse come personaggio importante della potenza socialista e pure un sonetto intitolato Ten Years. 

Ten Years… Lonely Years… 

Ten Years, I believe, have past; / lonely years. I wandered to desolate places, / to slopes without rest or stopping; / all that is bitter – my heart has endured. // 

And what did my eyes behold as a glimpse of light in the dark? / It is you, whom I dreamt of in trepidation, / the autumn sweet light for the dead months of May, / a hundredfold return for my hundred times of pain! … // 

All this is but a memory from beyond a trench! / The patient can feel the oncoming of eternity’s shine / and before the Old Lady forever shuts his eyes // 

Our Lord uncovers before them heavenly paradise; / bright light shining onto the final pain – / another smile, no longer forever! // 

For Lojzka from Ivan Cankar to remember me by 

Nel 1915 divenne redattrice per la gazzetta socialista delle donne Ženski list, nel 1917 capo redattrice del quotidiano del Particoto socialdemocratico Naprej e nel 1918 capo redattrice della gazzetta Demokracija. Erano anni cruciali, in piena Prima guerra mondiale, si ragionava di opportunità e di alleanze. Štebi si dichiarò allora a favore della creazione di uno Stato jugoslavo e, finalmente, nel 1918, con la caduta dell’Impero austro-ungarico, la maggior parte della Slovenia entrò nel neonato Regno di Jugoslavia (regno dei popoli serbo, croato e sloveno). Secondo il suo pensiero, con uno Stato unitario si potevano apportare dei cambiamenti giusti per tutte le donne delle diverse culture. 

Ritratto di Alojzija Štebi

Uno dei suoi scritti più famosi: Demokratizem in ženstvo (Democrazia e femminilità), pubblicato nel 1918, tracciava un progetto a favore delle donne: per garantire il suffragio femminile, per migliorare le possibilità educative, per avere pari accesso, rispetto agli uomini, ai diritti civili, sociali e politici. Dunque, per il riconoscimento della parità di genere. Tutto questo non significa che lei ritenesse identici uomini e donne, bensì reputava che le differenze fossero un’opportunità per ottenere stessi diritti e stesse possibilità, stessi trattamenti economici e stesse facoltà, stessi privilegi anche riguardo a separazioni ed eredità. Pochi anni dopo pubblicò Protezione dei bambini e dei giovani trascurati.  Era componente attiva di un certo numero di organizzazioni femminili jugoslave di rilievo, come l’Unione nazionale delle donne del SHS e l’Alleanza femminista del SHS. Ci piace ricordare che nel 1923 fondò l’Alleanza femminista del Regno di serbi, croati e sloveni, un’organizzazione che si sforzava di elevare culturalmente le donne di tutti gli strati sociali e aveva l’obiettivo di unire le donne del nuovo Stato per sostenere la parità di retribuzione, il matrimonio civile e la protezione dei bambini, la custodia paritaria della prole e il riconoscimento di figli/e illegittimi/e. L’Alleanza fu ribattezzata nel 1926 Alleanza dei movimenti femminili della Jugoslavia e ne fu presidente fino al 1927. Nel 1925 organizzò una marcia per il diritto di voto femminile.  

Nel suo lavoro, Alojzija Štebi trovò sostegno principalmente in Angela Vode, Minka Govekar e sua cognata Cirila Plesko Stebi, un’altra famosa attivista. Da più fonti viene descritta come giornalista e redattrice esperta, brava oratrice, semplice nel suo aspetto pubblico e privato, gentile nella vita quotidiana, ferma nelle convinzioni e indipendente nel pensiero. Nel 1940 si ritirò e durante la Seconda guerra mondiale operò il più possibile con il movimento partigiano. Suo fratello Anton Stebi fu ucciso nel 1942 dai fascisti per le sue convinzioni politiche, mentre la moglie Cirila morì nel campo di concentramento di Auschwitz.  

Dopo aver perso il fratello e la cognata, visse con parenti lontani. Nel dopoguerra trovò una occupazione presso il Ministero degli Affari Sociali e per i Ministeri del Lavoro e dell’Istruzione. Nel 1950 si ritirò nuovamente, ma lavorò come dipendente part-time quasi fino alla morte avvenuta il 9 agosto 1956. 

***

Articolo di Marina Checchi

Ha vissuto tra Toscana e Lazio. Laureata in architettura nel 2014 ha aperto una libreria indipendente specializzata in letteratura per bambine/i e ragazze/i dal nome TUedIO. Contemporaneamente si è avvicinata alla scrittura per dar corpo al suo amore per le storie.

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