Il giugno di Toponomastica femminile 

Giugno è il mese in cui le donne non pagano.  
Il giorno 17 dell’anno 1782, Tomasa Surita venne obbligata, dal tribunale della città di Quito, a corrispondere le tasse relative ad alcuni tessuti che aveva precedentemente comprato a Guayaquil. Ma visto che, per la legge, solo gli uomini potevano comprare o vendere, Tomasa Surita si rifiutò di sborsare anche una sola moneta: 
«Le riscuotano da mio marito. La legge ci considera idiote. Se noi siamo idiote per riscuotere, siamo pure idiote per pagare».  
Mai evasione fu più giusta. 

Il sesto mese dell’anno di Toponomastica femminile si apre il 2 giugno.  
In occasione della Festa della Repubblica Italiana, la Società Generale Operaia di Mutuo Soccorso di Lodi, l’Ilsreco-Istituto lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, noi di Tf, Se Non Ora Quando Lodi, l’ANPI del Lodigiano e Lo Sguardo di Giulia hanno allestito una mostra, presso la sede della Società Generale Operaia di Mutuo Soccorso di Lodi dal titolo Donne resistenti. Un ricordo al femminile in occasione della Festa della Repubblica Italiana. L’esposizione permette di conoscere figure di donne, italiane ed europee, che hanno dato il loro contributo alla lotta al nazifascismo e di scoprire il profondo legame tra l’impegno nella Resistenza e la partecipazione femminile in campo politico e sociale nel secondo dopoguerra. I pannelli esposti rappresentano una sezione della mostra Il viale delle Giuste ideata e realizzata dalla nostra associazione. 

Sempre giovedì 2 giugno, nella cittadina di Melegnano si è tenuta la cerimonia d’intitolazione del ponte pedonale nel quartiere Broggi Izar a Louise Weiss Ha presenziato, per Tf, Sara Marsico. Venerdì 3 giugno, a Bertonico, in provincia di Lodi, alla presenza della nostra vicepresidente Danila Baldo, c’è stata l’intitolazione del parco pubblico a Rita Levi Montalcini, seguita dalla presentazione dei lavori didattici realizzati dalla scuola dell’infanzia e primaria della cittadina. L’iniziativa fa seguito all’adesione del comune al progetto di Toponomastica femminile 8 marzo 3 donne 3 strade. 

Lunedì 6 giugno, a Tivoli si è inaugurata la mostra Le Madri della Repubblica, realizzata con il contributo della Regione Lazio per il progetto Iniziative per la costruzione di un archivio della Memoria Storica del Lazio. Il giorno 8 giugno, a Calenzano, in provincia di Firenze, a conclusione del progetto scolastico Che cosa ci raccontano i nomi delle strade?, condotto da Paola Malacarne, negli anni-ponte dell’Istituto Comprensivo della cittadina per la rilevazione della disparità di genere nelle targhe stradali del Comune e le proposte toponomastiche degli alunni e delle alunni, si sono inaugurati tre parchi pubblici a tre figure femminili: Margherita Hack, Frida Kahlo, Alda Merini. Alla cerimonia hanno partecipato, per la restituzione del lavoro svolto alla cittadinanza, docenti e studenti. 

Giovedì 9 giugno c’è stato il consueto appuntamento con il Salotto Casertano che, in questa occasione, ha trattato la tematica Alla ricerca di verità e giustizia – Lo Stato dei segreti – Donne e impegno civile: un affascinante e intenso incontro per parlare della “strategia della tensione” e della lunga scia di sangue che ha attraversato il Paese dagli anni’60 del ‘900. In particolare, si sono evidenziate le testimonianze femminili e il continuo e vigile impegno civile a difesa dei valori democratici, nati da uno dei periodi più bui di questa nostra Repubblica. 
(https://www.youtube.com/watch?v=vSHMaK0IlTE&t=3042s).  

Nella stessa giornata del 9 giugno, a Roma, Barbara Belotti è intervenuta all’evento Strade Resistenti, presso la Biblioteca Casa del Parco. 

Sempre il 9, a Mercatale Val di Pesa, ha avuto luogo la sesta intitolazione a una figura femminile nelle frazioni del comune di San Casciano Val di Pesa, in provincia di Firenze: l’arco porterà il nome di Artemisia Gentileschi. Hanno partecipano con i loro elaborati la scuola dell’Infanzia e le classi quinte della Primaria Carlo Collodi. Per Tf era presente Paola Malacarne. 

Il giorno seguente, venerdì 10 giugno, a Lodi Vecchio, è avvenuta la presentazione del libro L’isola di Sara, di Miriam Di Piazza. Una serata, con l’intervento, fra altri, di Danila Baldo, per riflettere sul tema della violenza di genere.  Il 19 giugno a San Dona’ di Piave c’è stata la cerimonia di intitolazione di tre rotatorie della città a Ilaria Alpi, Tina Anselmi e Clementina Merlin. Per Toponomastica femminile è intervenuta la nostra presidente Maria Pia Ercolini. 

Martedì 21 giugno si è svolto l’evento Compositrici di ieri e di oggi, organizzato e curato da Milena Gammaitoni e Maria Giuseppina di Monte: un concerto e una mostra dossier tenutisi presso il Museo H.C. Andersen, a Roma. Il giorno 23 giugno, le nostre associate Nadia Verdile, Ester Rizzo e Sabrina Cicin, e la nostra simpatizzante Chiara Raganelli hanno preso parte alla discussione Orgogliosamente divers@ organizzato dal Coordinamento Donne e Politiche di Inclusione, Cisl Banca d’Italia. L’evento si è tenuto sulla piattaforma zoom

Il 25 giugno a Sora, nel chiostro del Palazzo Comunale, si è inaugurata la mostra Le Madri Costituenti, sempre legata al progetto regionale per la costruzione di un archivio della memoria storica del Lazio. Presente Fiorenza Taricone. Il giorno seguente, domenica 26 giugno, Ester Rizzo ha presentato a Catania, a Palazzo Biscari, il suo libro Le Ricamatrici

Infine, il 30 giugno, a Capua, il gruppo casertano di Tf ha presentato al Chiostro dell’Annunziata il volume Le pensatrici di Florindo Di Monaco, prolifico autore di Vitamine vaganti

Il nostro giugno si chiude così. 
Ma c’è, però, un’altra importante ricorrenza che deve essere ricordata.  
In questo stesso giorno, nell’anno 1819, a Buenos Aires venne battezzata Juana Manso. E se il battesimo avrebbe dovuto renderla docile, con lei il sacramento ebbe l’effetto opposto. La disobbedienza divenne il suo credo. E in nome di questa fede, fondò in Argentina e Uruguay scuole laiche e miste, dove non era obbligatorio l’insegnamento della religione e dove erano vietate le punizioni corporali; fondò la prima biblioteca popolare argentina; scrisse dell’ipocrisia del matrimonio; divorziò quando ancora il divorzio non esisteva; da morta, la Chiesa le negò la sepoltura. 
Juana Manso fu libera, sia da viva che da morta. Fu disobbediente e libera in un mondo che impone la disobbedienza se si crede nella libertà. 

Al prossimo mese. 

***

Articolo di Sara Balzerano

FB_IMG_1554752429491.jpg

Laureata in Scienze Umanistiche e laureata in Filologia Moderna, ha collaborato con articoli, racconti e recensioni a diverse pagine web. Ama i romanzi d’amore e i grandi cantautori italiani, la poesia, i gatti e la pizza. Il suo obiettivo principale è quello di continuare a chiedere Shomèr ma mi llailah (“sentinella, quanto [resta] della notte”)? Perché domandare e avere dubbi significa non fermarsi mai. Studia per sfida, legge per sopravvivenza, scrive per essere felice.

Lascia un commento

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...