Eva Mameli Calvino, botanica

Eva Mameli fa breccia nel complesso numero di silenziose presenze di genere nel mondo delle scienze, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del XX secolo. Di sicuro ne è un esempio, risponde a quella chiamata già attraverso la particolare scelta di studi, cui segue l’esercizio della sua professione di studiosa e di docente affermatasi nel più ampio contesto scientifico internazionale.

Amante della natura, viaggiatrice, botanica, docente, pubblicista, direttrice della Stazione agricola sperimentale di Santiago di Cuba e dell’Orto botanico di Cagliari e poi della Stazione sperimentale di floricoltura di Sanremo, trasmette alle giovani generazioni un modello di ricercatrice scientifica rigorosa e tenace.

Giuliana Luigia Evelina Mameli Cubeddu nasce a Sassari il 12 febbraio del 1886 da una famiglia borghese nella quale riceve un’educazione laica: è la quarta figlia di Maria Maddalena Cubeddu e Giovanni Mameli, ufficiale dei Carabinieri. Fin da giovanissima, i suoi interessi sono rivolti verso l’impegno e gli studi: ama profondamente la natura, una passione che condivide con il fratello Efisio, oltre all’interesse e al rigore per le discipline scientifiche.

Alla morte del padre, la studente si trasferisce con la madre a Pavia dal fratello Efisio, già docente universitario di Chimica farmaceutica e di tossicologia. Negli anni la stima reciproca aiuta Eva a rafforzare la sua passione per la ricerca, approfondirà infatti, assieme all’amato fratello e alla cognata Anna Menessier, chimica francese, gli aspetti chimico-farmaceutici delle piante medicinali e delle piante aromatiche sarde. Come donna e studiosa, rompe molti schemi e stereotipi, diverrà di fatto docente di botanica, in un contesto storico in cui non sempre è facile per le donne l’accesso ai Licei e così pure alle facoltà scientifiche.

Frequenta a Cagliari l’Istituto tecnico e si diploma nella sezione Fisico-Matematica nel 1903, in un’epoca in cui l’analfabetismo femminile in Sardegna raggiungeva il 68 %. Alla fine dello stesso anno si iscrive nell’Ateneo cagliaritano ed ottiene nel 1905 la licenza in Matematica. Trasferitasi a Pavia, si iscrive al terzo anno del corso di laurea in Scienze naturali dell’università, dove si laurea nel 1907.

Nel 1908 si abilita al Magistero per l’insegnamento delle Scienze naturali nelle Scuole Normali e vince anche due borse di studio utili alla sua attività di ricerca. Il corso universitario di Eva, La tecnica microscopica applicata allo studio delle piante medicinali e industriali, testimonia sia la competenza sia la sua attitudine per la scienza applicata, entrambe contrassegnate anche da una intensa attività di ricerca come assistente volontaria nel Laboratorio crittogamico della stessa università, diretto da Giovanni Briosi.

Altri articoli appaiono su riviste accademiche internazionali e la notorietà di Eva Mameli cresce in virtù di uno studio, pubblicato a quattro mani con Gino Pollacci, sulla fissazione dell’azoto atmosferico attraverso organi provvisti di clorofilla in specie non leguminose.

Nell’anno accademico 1911-1912, come assistente incaricata di Botanica, prosegue i suoi studi di fisiologia e patologia vegetale, confermando singolari capacità scientifiche che le consentono nel 1915 di ottenere in Italia, dopo la scienziata Rina Monti, la libera docenza in Botanica. Nel 1919 dall’Accademia dei Lincei a Roma riceve uno dei prestigiosi premi ministeriali del concorso per le scienze naturali, premio condiviso con un altro studioso. Definiti i suoi soddisfacenti traguardi, nel 1920 cambia percorso di vita e di lavoro: esperta studiosa di fisiopatologia delle piante, Eva diventa anche una viaggiatrice, come altre pioniere tra l’Ottocento e il Novecento e, per amore delle scienze, svolgerà la propria attività di botanica e naturalista oltreoceano.

Si sposa nel 1920 con l’agronomo italiano Mario Calvino e con lui si trasferisce a Cuba; viste le competenze come microscopista e fisiologa botanica, Eva accetta di dirigere il Dipartimento di botanica della Estactiòn experimental agrònomica di Santiago de Las Vegas (Avana, Cuba), da dove compirà diverse missioni e viaggi all’interno dell’isola e anche all’estero, in Italia, in Brasile, a New York.
Durante gli anni americani, nasce nel 1923 il suo primo figlio Italo, futuro grande scrittore italiano.

Eva studia e lavora alla raccolta e alla catalogazione di dati e contribuisce al prestigioso erbario istituito a Santiago de Las Vegas sin dal 1904; si dedica alla botanica applicata e allo studio delle piante industriali (canna da zucchero, tabacco, yucca ma anche piante tessili e ornamentali), si unisce all’interesse di Mario per l’impegno didattico e divulgativo in ambiente rurale, dando un nuovo impulso alla costruzione di scuole e alla pubblicazione di riviste specialistiche.

Nel 1925 i Mameli-Calvino rientrano in Italia, si stabiliscono a Sanremo ed Eva svolgerà l’attività di ricerca scientifica e di sperimentazione nei due contesti geografici, Sud America e Italia. Mario viene incaricato dallo Stato italiano di dirigere la Stazione sperimentale di Sanremo nella quale i due coniugi, oramai un team affiatato, lavoreranno ancora insieme all’intensificazione della floricoltura ligure a Sanremo e Imperia, agli innesti innovativi di piante e fiori, alla divulgazione attraverso le loro riviste. Intanto Eva ricoprirà la cattedra di Botanica all’Università di Cagliari e sarà direttrice dell’Orto Botanico del capoluogo sardo dal 1926 al 1929, anche se con la nascita nel 1927 del suo secondo figlio Floriano, futuro geologo, lascerà la docenza nell’ateneo sardo e si occuperà della Stazione sperimentale sanremese come vicedirettrice, non rinunciando mai ad una vita professionale autonoma.

Nel mese di settembre del 1950 muore suo marito e lei lo sostituirà nella direzione della Stazione sperimentale di Sanremo fino alla pensione.

Negli anni successivi si dedica ad organizzare la gran mole di materiali e dati prodotti durante la sua intensa vita, lasciandoci in eredità un amore sconfinato per la natura e per l’ambiente, un esempio di donna forte e coraggiosa, antesignana di quello che poi sarà, molti decenni dopo, il movimento ambientalista.

Eva Mameli muore a Sanremo nel 1978 all’età di 92 anni. Di lei rimangono le numerose ricerche, le varie pubblicazioni, gli scritti, l’esempio di donna libera, rigorosa e autonoma. È lo stesso figlio Floriano a testimoniare questo suo modo di essere, in occasione dell’intitolazione di una scuola di Cagliari alla madre nel 1986: «Il rigore scientifico e morale era fondamentale per lei nella educazione dei figli, così come l’origine».

Un ringraziamento a Maria Carmen Sulis per aver collaborato all’articolo.

Qui le traduzioni in francese, inglese e spagnolo.

***

Articolo di Agnese Onnis

3x6tMxbq

Laureata in Pedagogia e abilitata all’insegnamento nella scuola primaria e  secondaria, ha insegnato nel primo ciclo della scuola fino al 2011. In qualità di docente e pedagogista è stata membro di Commissioni e Dipartimenti disciplinari d’Istituto per la progettazione curricolare e integrata, Funzione strumentale Commissione di Valutazione d’Istituto, Didattica della Lingua italiana e di Intercultura.

Lascia un commento

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...