Scelte di vita. I care

Il 20 dicembre si celebra la Giornata internazionale della solidarietà, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2005.
La solidarietà è uno dei valori fondamentali che deve essere alla base delle relazioni tra tutti i popoli. Se ne parla espressamente anche nella nostra Costituzione (art. 2, art. 119: «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale).
Ma è così? Vediamo.
Già nel 2002 l’Assemblea generale aveva istituito il Fondo mondiale per la solidarietà con l’obiettivo di sradicare la povertà e lavorare insieme per costruire un futuro più sicuro per tutti. Ma è nel 2005 che fu istituita la Giornata internazionale della Solidarietà, facendo appello a quel Fondo, destinato proprio a promuovere lo sviluppo umano, nessuna e nessuno escluso.
Sono state varie le iniziative anche in Italia promosse a supporto: dalla vita famigliare alla scuola, dalla salute al disagio economico, ma non sempre tutto è andato a buon fine, e spesso, come si dice, piove sul bagnato e non si riesce a far quadrare il cerchio, né a livello europeo né a livello nazionale, così come non si riesce a vivere in consapevolezza del nostro presente e del nostro futuro. La mancanza di ideali lavora a svantaggio di chi, a parole e attraverso infingimenti, ci porta a guardare il dito piuttosto che la luna.

Così ci affidiamo a smuovere le acque dell’indifferenza o della rassegnazione con una Giornata della Solidarietà che possa ricordare quanto cresce la povertà (quella povertà che avremmo dovuto sconfiggere), o come fragili siano gli accordi di pace per il mondo intero. C’è chi si illude di essere al sicuro, ma come per il Titanic della cui fine ci siamo tutte e tutti commossi, così ogni popolo al mondo ha le sue tempeste. L’analisi a monte dimostra che siamo responsabili con i nostri stili di vita esigenti e i nostri egoismi. Il mondo va a rotoli e noi ci illudiamo che “le provviste” che si facevano un tempo, di denaro e risorse, possano bastare per l’inverno!

Urge un cambio di rotta, ma bisogna mettere in campo davvero un diverso modo di guardare il mondo e chi lo abita. L’Italia è la nostra patria, l’Europa la nostra zona confort (per alcuni versi), ma le risorse sono poche, le terre “fertili” alimentano l’odio. Dividere per imperare – come la storia ci insegna – non ci fa vivere sereni, anzi ci rende cinici e miopi. Ci rimane la speranza: speriamo che questo giorno del 20 dicembre sia davvero utile, utile a smuovere le acque, sia per ricordare ai governi gli impegni presi a livello internazionale (affinché siano rispettati gli Obiettivi di sviluppo sostenibile) sia per aprire più porte alla solidarietà.

La solidarietà può essere quel valore aggiunto con cui si possano trovare soluzioni globali e individuali ai problemi del mondo, cominciando dal fermare le diseguaglianze, contrastare le ingiustizie e pretendere la Pace. 
Per ogni singola persona, ogni giorno.
L’Italia per questo 20 dicembre 2022 ha chiamato in campo la Costituzione: “La Costituzione è fondamento di una partecipazione consapevole e punto di partenza per realizzare gli obiettivi comuni di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030”, raggruppati nelle cinque P: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace, Partnership. Gli studi sociali, a tal proposito, ci dicono che la vera speranza per il futuro sta in bambine e bambini, gli unici in grado di abbattere i muri dell’egoismo e mostrare accoglienza e solidarietà.

Ci dicono che l’infanzia è portata in modo naturale a compiere gesti di condivisione già nei primi anni di vita. L’analisi della ricerca ha messo ancora di più in evidenza il ruolo centrale dei genitori, in particolare della madre, a stimolare le figlie e i figli a essere gentili, solidali e pronti a prestare aiuto a chi ne ha bisogno, e loro per emulazione lo faranno. Insieme alla famiglia il compito è affidato alla scuola che, in questi casi, troverebbe un terreno fertile e pronto al cambiamento. 
Ma la Giornata del 20 dicembre non vuole mettere in risalto solo la solidarietà, l’Onu intende puntare anche sulla Gender Equality (la parità di genere), che mira a diffondere l’uguaglianza tra uomini e donne; e sul riconoscimento della parità di tutte le culture, per un mondo senza razzismi, proiettato verso la multiculturalità. Il tema della solidarietà non può, infatti, prescindere dal superamento delle discriminazioni di cui sono vittime le donne ancora oggi.

Non è un caso che la Giornata della Solidarietà venga celebrata in prossimità delle feste natalizie, quando le differenze sociali ed economiche diventano più pesanti. Ognuno deve capire che aiutare il prossimo deve essere considerato un dovere umano e sociale. Se partiamo dall’indifferenza non capiremo mai la bellezza della solidarietà, che è una chiave importante per andare verso lo sviluppo sostenibile. 
San Giovanni Bosco, Madre Teresa di Calcutta, don Milani, Gino Strada e tanti altri sono esempi di come il benessere globale della propria comunità si può raggiungere se si è tutte e tutti chiamati a costruirla; se ogni cittadino e cittadina ha a cuore la qualità della sua vita insieme al bene comune. Bisognerebbe però, insieme all’educazione alla solidarietà, educare alla cittadinanza attiva.

Ciò implica avere uno stile di vita aperto ai problemi della realtà e collaborare per sentirsi parte della comunità. La vita sociale non è qualcosa di facoltativo, ma di essenziale. Purtroppo oggi l’assenza di principi morali, l’aumento della sfiducia nelle istituzioni sono deleteri. Recuperare una cultura del rispetto delle regole e del senso di appartenenza costituisce uno degli obiettivi più urgenti in Italia. Dobbiamo essere capaci di osservare le regole, pietre miliari per costruire la pace sociale, e poi allontanare da noi l’indifferenza, l’arroganza, il narcisismo e la disonestà. Un traguardo impossibile? Forse, ma sarà meno duro se ci convinciamo che staremo bene se staranno bene anche coloro che ci vivono accanto. 

Per arrivare a questo dobbiamo seguire 3 strade: 1) Bisogna diventare capaci di far scattare quello slancio di solidarietà concreta come avviene nelle occasioni straordinarie (tsunami, inondazioni e calamità naturali, come l’ultimo di Ischia). 2) Bisogna educare alla speranza, alla pazienza, al coraggio, alla generosità. Far capire che non esiste situazione, per quanto difficile, in cui non sia possibile trovare una via di uscita con l’aiuto reciproco. 3) Bisogna riconoscere la pari dignità a tutti/e, e a ciascuna/o un posto nella comunità. 


Se prima la solidarietà si produceva spontaneamente all’interno della famiglia, del vicinato, dei luoghi di lavoro, oggi va in molti casi costruita, alimentata, affinché la condivisione diventi per tutti e tutte un modo di stare al mondo. Si pensi alla donazione di sangue. Si dona senza sapere chi sarà l’altra/o che riceverà il mio sangue, ma accade che un giorno io stessa/o mi trovi nella situazione di aver bisogno di una trasfusione.

Vivere in una società solidale ci permette di trovare il sangue di cui c’è bisogno. Ecco l’importanza del volontariato organizzato, che orienta alla solidarietà e ci si aiuta a vicenda per superare i nostri limiti. Solo così si potranno recuperare quei valori positivi che oggi sono schiacciati da quelli negativi come rabbia, delusione, intolleranza, rancore, egoismo. Essere altruiste/i, deve essere una conquista culturale e comportamentale, una scelta di vita che dà un senso alla vita. 
Dobbiamo poter credere in una società che non lascia indietro nessuna/o, e sviluppa unacooperazione responsabile. Solo così si potrà dire: I care, mi prenderò cura di te… e non solo a parole, come ci ha raccomandato Papa Francesco nella sua enciclica Fratelli tutti. Fratelli e sorelle per l’umanità intera.

***

Articolo di Giulia Basile

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Fondatrice della Sezione Comunale Avis di Noci (Bari) ed ex sindaca dello stesso Comune, si dedica con tenacia, da sempre, al difficile compito della formazione. Convinta attivista sociale, collabora con molte associazioni territoriali e nazionali. La creatività espressa in molte sue pubblicazioni di poesia e prosa e la cura nel trasmettere l’amore per la cultura sono il fiore all’occhiello del suo percorso.

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