Discovering Marcella. Una nuova edizione di Terza liceo 1939 

Il titolo in inglese non tragga in inganno: grazie all’evento di cui stiamo per riferire, avremo l’opportunità sempre gradita di riscoprire una giornalista e scrittrice italiana di cui di recente è stata ripubblicata l’opera più nota e forse più interessante: Terza liceo 1939, uscita nel 1954, con prefazione di Piero Calamandrei. 

Ma chi era Marcella Olschki e cosa le accadde quando era una liceale, in quel periodo fra autunno 1937 ed estate 1940 che riporta alla mente eventi luttuosi e terribili?

La locandina dell’ evento
Discovering Marcella

Dobbiamo iniziare dalla famiglia: il nonno Leo Samuele Olschki, nato da genitori ebrei di professione tipografi, uomo di grande cultura che conosceva sette lingue fra cui il greco e il latino, era arrivato in Italia nel 1883 dalla Prussia (oggi Polonia) e aveva fondato nel 1886 una libreria antiquaria editrice a Verona; nel 1889 realizzò un altro sogno, con la rivista letteraria L’Alighieri. Dopo sette anni trascorsi a Venezia, decise di stabilirsi a Firenze dove dette vita all’omonima casa editrice. Seguirono importanti successi in campo culturale, ma anche vicissitudini dovute alle sue origini e al clima antitedesco successivo alla Grande guerra, che lo portarono a un esilio forzato in Svizzera, finché nel 1938 arrivarono le famigerate leggi razziali e la famiglia Olschki si trovò in pericolo e in serie difficoltà economiche per il sequestro dei propri beni.

Leo, a cui venne tolta la cittadinanza italiana, si stabilì a Ginevra dove morirà nel 1940. Gli altri membri della famiglia rimasero in Italia e andarono a vivere in una villa isolata, fuori città, dove vennero ospitati con sprezzo di ogni rischio militari inglesi e americani sbandati, atto generoso che fruttò una lettera di ringraziamento dal generale Alexander. Suddividendo nel dopoguerra i compiti dell’azienda con il fratello, il figlio Aldo portò avanti il settore editoriale, nonostante i danni irreparabili all’abitazione, alla libreria e ai preziosi antichi testi dovuti ai bombardamenti su Firenze. Ma la casa editrice ogni volta si rimetteva in piedi; dopo la sua morte, prese in mano l’attività il figlio Alessandro. Oggi spetta alla quarta generazione procedere con rinnovato impulso e significative collaborazioni, grazie all’impegno di Daniele e Costanza. 

L’altra figlia di Aldo, Marcella, era nata il 23 giugno 1921, una data importante per la popolazione fiorentina visto che è il giorno che precede la festa assai sentita del patrono san Giovanni Battista, e fu salutata dal padre con entusiasmo e lodi alla sua bellezza, che rimase tale per tutta la vita. Studiò sia a Roma che a Firenze, dove, nella facoltà di Giurisprudenza presso la quale si laureò, ebbe fra i docenti Calamandrei, con cui mantenne un continuo contatto e da cui ricevette attestati affettuosi di stima. Durante la guerra fece la staffetta partigiana e conobbe un ufficiale americano che sposò nel 1945; a seguito del marito partì per gli Usa con il piroscafo “Vulcania” insieme ad altre 560 spose di guerra e vi soggiornò brevemente, fra il 1946 e il ’48. Rientrata in patria lavorò come redattrice e annunciatrice radiofonica e collaborò al periodico Il mondo e ai quotidiani La Nazione e Il giornale di Brescia. In seguito si dedicò a una attività molto creativa: disegnava e realizzava articoli di bigiotteria. Intanto dette alle stampe due libri autobiografici: Terza liceo 1939, per le edizioni Avanti! che ottenne il Premio Bagutta opera prima 1955, ripubblicato più volte, da Vallecchi e poi da Sellerio, e parecchio tempo dopo Oh, America! (Sellerio, 1996).

Marcella Olschki Oh, America!

Qui Marcella racconta di New York e del suo matrimonio che avrà brevissima durata. A proposito della “moda” tutta americana della psicanalisi, afferma: «Non posso giudicare se per mio marito l’analisi sia stata un bene o un male, ma certo fu una tragedia per me». Tuttavia l’elegante, bella e colta italiana si immerge ben presto in un mondo sconosciuto, si imbatte in incontri inaspettati: da Mike Bongiorno a Marlon Brando, e si inserisce nell’industria dell’intrattenimento rivolta alla comunità italo-americana. Si trova affascinata da una realtà lontana anni luce dall’Italia di allora e va a Reno, capitale del divorzio rapido, e poi alle Hawaii e in California. A questo punto però decide che è l’ora di rientrare, che la ricostruzione la chiama: «Dovevo dimenticare tutta la mia avventura, dovevo andare a prora e guardare avanti, verso l’Europa, verso l’Italia che coraggiosamente rialzava la testa fra cumuli di rovine. Là dovevo guardare, dove tutto era faticoso e difficile, tutto da ricostruire, tutto da rifare». 

Nel 1984 era uscito, presso la Tipografia Giuntina, un volume riccamente illustrato con i suoi testi a commento delle foto di Rino Sica dal titolo Sognando il Marocco. Non molto nota, ma da segnalare la passione di Marcella per i cimeli napoleonici e risorgimentali, di cui era divenuta una esperta collezionista; possedeva infatti numerosi dipinti, miniature, ceramiche, incisioni, bassorilievi, completi da scrivania, serviti di cucchiaini e tazze da tè dell’epoca, raccolti nel tempo e poi donati alla Fondazione Spadolini-Nuova Antologia che ne fece oggetto di una mostra. Morì nella sua città, Firenze, il 29 aprile 2001.

Marcella. Biografia scritta dal fratello

L’anno successivo il fratello Alessandro, di tre anni e mezzo più giovane, le ha dedicato una biografia in una edizione fuori commercio, fonte di preziose informazioni, mentre ne aveva scritto anche in un bell’articolo per la rivista Belfagor, intitolato Sulla scia della penna di Marcella. Il 31 maggio scorso, a Firenze, presso l’Auditorium Stensen, si è tenuta una commemorazione per celebrare i 100 anni dalla nascita, in cui è stato inserito uno spettacolo a cura del Teatro dell’Elce interpretato da Carolina Pezzini. Ma arriviamo all’evento che ha suscitato il nostro interesse e che dunque ha ottenuto il patrocinio di Toponomastica femminile: sabato 26 novembre, alle ore 16, nella sala consiliare del Palazzo del Vicario di Pescia (Pistoia), è stata presentata la nuova edizione presso Olschki del libro di memorie Terza liceo 1939. Particolarmente significativo questo incontro pubblico per più motivi: perché segna la rinascita della sezione speciale “Storia e Storie al Femminile” dell’Istituto Storico Lucchese, con cui da sempre collaboriamo, vede la prima uscita ufficiale della nuova presidente, prof.ssa Laura Melosi, docente presso l’Università di Macerata, avviene il giorno successivo alla data che ogni anno ricorda le donne vittime di violenza e costituisce un ammonimento rivolto alla società civile. Anche Marcella e la sua famiglia subirono una serie di violenze, non da un singolo uomo, ma a causa di una legge voluta dal governo fascista e firmata dal re, una violenza subdola, psicologica, morale, ugualmente feroce, come tante volte ha raccontato pure Liliana Segre, dall’oggi al domani espulsa dalle scuole del regno, cosa che per fortuna non accadde a Marcella in quanto ebrea solo per metà. Noi toponomaste in molte occasioni parliamo di violenza, la violenza dell’invisibilità simbolica e linguistica, delle discriminazioni sul lavoro, e non solo, dei pregiudizi e degli stereotipi contro le donne, forme apparentemente “neutre” e poco evidenti, da combattere tuttavia con la memoria, con il recupero delle figure femminili troppo a lungo tenute nell’ombra, con la lingua declinata correttamente secondo il genere, con le nostre pacifiche battaglie per ridurre il divario numerico fra intitolazioni maschili e femminili. 

Pescia (Pistoia). Il saluto del sindaco Oreste Giurlani. Foto di Laura Candiani

Nell’occasione sono intervenuti Daniele Olschki, nipote di Marcella e oggi responsabile delle casa editrice omonima, Andrea Lottini, dell’associazione ‘9cento, e la prof.ssa Simonetta Soldani, ex docente dell’Università di Firenze, che ha avuto il compito di inquadrare il libro e le vicende storiche, mentre il coordinamento è stato affidato a Laura Melosi. Si è parlato dunque di un libro piccolo di dimensioni, nato dal ricordo di fatti quotidiani, ma importante nel suo aprire squarci sulla grande Storia; un libro scritto senza rancore, che si legge tutto d’un fiato, come ha sottolineato con la consueta efficacia Soldani, che si sente il desiderio di condividere e diffondere, specie fra le giovani generazioni. 

Marcella racconta un triennio della sua vita, scrivendo il testo in almeno tre diversi momenti chiave della sua esistenza, e lo conclude anche sollecitata da Calamandrei; si sofferma con finezza e con toni in parte leggeri su quella fase della sua gioventù, bella e spensierata come tutte le gioventù, legata alla frequenza del liceo Dante, dove pure da alcuni professori fascistissimi è vista assai male, fra palesi discriminazioni, accuse, sopraffazioni. Ma lei è tenace, non abbassa gli occhi, avversa le ipocrisie e vede intorno a sé alcune compagne e qualche docente sparire letteralmente nel giro di pochi giorni. A Firenze la comunità ebraica era formata da circa 2500 persone e certamente molte/i giovani frequentavano i licei, visto l’alto livello sociale, culturale ed economico. Ha spiegato la prof.ssa Soldani che tuttavia il riflesso delle leggi razziali sulla vita quotidiana è stato poco indagato, per lo più ignorato o vissuto quasi come una casualità da gran parte della popolazione ariana; ha citato però due eccezioni (non a caso femminili) proprio nell’ambiente fiorentino: Teresa Mattei e Margherita Hack, ribelli e disobbedienti già da giovani, non disposte a tollerare le ingiustizie. Anche Marcella combinò un bel guaio: finita la guerra, pacificata l’Italia, mentre era all’isola d’Elba, scrisse una cartolina al suo odioso ex-insegnante, quello che arrivava in classe in divisa fascista, in cui era ritratto il carcere per ergastolani di Porto Azzurro, ben indicato da una freccia. Naturalmente firmò la cartolina e la cosa non finì bene: si arrivò a un processo, a una condanna, nonostante il regime fosse finito da un pezzo. Poi, per il buon nome del liceo e per varie intercessioni, la vicenda si concluse senza conseguenze. Tuttavia, l’episodio fa capire come la transizione fra fascismo e repubblica, nell’ambito scolastico, sia stata lenta, difficile, senza evidenti epurazioni: quel docente farà carriera e diventerà preside, così come altri entreranno in politica, magari cambiando pure orientamento.  

Andrea Lottini Vite Sospese

Andrea Lottini ha sviluppato un tema parallelo, di cui si è occupato nella sua interessante ricerca pubblicata con il titolo Vite sospese (Settegiorni editore), in cui indaga sulla presenza di persone ebree a Pistoia e in provincia. Ha riferito dati, nomi, episodi per lo più dimenticati; in particolare ha ricordato una data terribile: fra il 5 e il 6 novembre 1943 vengono deportate con una retata alcune famiglie di Montecatini, sia residenti sia rifugiate dalla Libia e dalla Croazia. Ha mostrato le foto della famiglia Valobra tradita per 10.000 lire: sì, perché accadeva anche questo. Ha sottolineato che gli arresti in zona sono sempre avvenuti ad opera di fascisti italiani, più o meno coadiuvati da tedeschi. L’unico caso rintracciato da Lottini in cui operarono da soli membri delle SS avvenne a Pescia: furono catturati i coniugi Della Riccia, mentre le tre figlie vennero nascoste e salvate da Umberto Natali e dalla moglie Amina Nuget, dal 2003 inseriti fra i Giusti tra le nazioni.

Daniele Olschki, infine, si è soffermato sulla storia familiare, sulle vicende della casa editrice, sui danni causati dal conflitto e su alcuni dettagli della vita della zia, estranea alle attività economiche e commerciali perché così si faceva all’epoca: per tradizione l’azienda era portata avanti esclusivamente dagli uomini. Chissà che contributo avrebbe dato Marcella grazie alle sue vaste conoscenze, alla sua cultura, alle lingue che parlava, alla sua sensibilità… Non lo sapremo mai, ed è un vero peccato. 

Con i saluti e i ringraziamenti di rito si è concluso questo incontro di grande interesse, davvero appassionante, grazie a interventi piacevoli nonché illuminanti, certamente graditi dal numeroso pubblico presente. 

Marcella Olschki
Terza liceo 1939
Olschki editore, Firenze, 2022
pp. 106

***

Articolo di Laura Candiani

Ex insegnante di Materie letterarie, dal 2012 collabora con Toponomastica femminile di cui è referente per la provincia di Pistoia. Scrive articoli e biografie, cura mostre e pubblicazioni, interviene in convegni. È fra le autrici del volume Le Mille. I primati delle donne. Ha scritto due guide al femminile dedicate al suo territorio: una sul capoluogo, l’altra intitolata La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne.

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