La mattina dell’11 marzo scorso ci aveva regalato un anticipo di primavera: l’aria all’inizio era fresca, ma il cielo era terso e sempre più azzurro a mano a mano che dalla bassa padana melegnanese ci si avvicinava al Varesotto. Sembrava quasi di stare in montagna appena arrivati a Vedano Olona, una cittadina tranquilla, con le casette basse e molto verde. Ero stata contattata dall’amministrazione comunale per parlare della nostra associazione e mi ero avvicinata con curiosità ed entusiasmo a questa cittadina di circa 7400 anime e al suo evento nel quale in un giorno solo si andavano a intitolare dieci vie alle donne. Dopo avere parcheggiato in un piccolo posteggio, ci siamo trovati di fronte a un grande parco, il parco Spech, lunghissimo e accogliente, come la persona che ci è venuta incontro, il responsabile della comunicazione del Comune, Salvatore Righi, che ci ha presentati al sindaco Cristiano Citterio e all’assessora Simona Ghiraldi, che avevano fortemente voluto l’evento Le Vie in rosa.

Due parole sul parco di Vedano Olona, che ho ripreso dal sito istituzionale del Comune: «acquisito dalla famiglia ultima proprietaria della annessa Villa e risistemato dal Comune negli Anni ’70, il Parco Spech è il polmone verde attorno al quale si affacciano numerosi servizi: asilo nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di primo grado. Inoltre, Centro di Aggregazione Giovanile e Centro Sociale Villa Spech, contribuiscono a farne anche il perno dell’associazionismo locale. Lo attraversano percorsi e vialetti ciclopedonali oltre a aree di sosta e un’ampia area giochi. Quest’ultima completamente realizzata in legno è unica nel suo genere, ed è stata realizzata interamente secondo un progetto originale partecipato dai bambini (a cura de La Città Possibile di Como) e ispirato al mondo delle fiabe». Un parco davvero bellissimo.
Ma torniamo alla mattinata dell’11 marzo. Il sindaco Citterio è stata una sorpresa. Nel suo intervento ha raccontato il suo percorso di scoperta dell’importanza della Toponomastica, iniziato frequentando il sito della nostra associazione e, quando si trovava a passeggiare per le città, non solo la sua, osservando i nomi delle vie e riflettendo sul divario di genere nelle intitolazioni. Da qui la proposta, condivisa con l’amministrazione, di dedicare almeno 10 delle 15 nuove vie a figure femminili. Entusiasta di questa iniziativa si è dimostrata anche la vulcanica assessora Simona Ghiraldi. L’evento che vado a raccontare è stato originale e interessante e mi ha offerto una serie di idee e stimoli per le future intitolazioni che saranno proposte nella mia città, Melegnano.


e con l’assessora alle P.O. Simona Ghiraldi

Tutto è cominciato nella Piazza che è stata intitolata a Maria Montessori. Era presente il Consiglio Comunale dei ragazzi e delle ragazze col sindaco Daniele Bordoli, a cui è toccato il compito di scoprire le targhe di tutte le nuove vie. Accompagnati/e dagli e dalle insegnanti, gli interventi dei ragazzi e delle ragazze sono stati i più applauditi e spontanei con considerazioni di grande maturità, che hanno rivelato una consapevolezza notevole da parte delle nuove generazioni a proposito del contributo che le donne hanno dato alla società. La Filarmonica Amilcare Ponchielli ha accompagnato la cerimonia civile con le sue note musicali e anche questo è stato un tocco di originalità e bellezza. Il Prefetto di Varese, Salvatore Rosario Pasquariello, che ha aperto la cerimonia, ha elogiato il significato della cerimonia sottolineandone l’importanza dal punto di vista culturale nella lotta agli stereotipi di genere e per la realizzazione di una società più rispettosa della dignità di tutte le persone, la consigliera di parità della provincia di Varese, l’avvocata Anna Danesi ha affermato l’intenzione di divulgare in futuro l’esempio e l’approccio di Vedano Olona anche alle altre realtà amministrative del territorio. Ci piacerebbe poter collaborare in questa iniziativa. Il sindaco e l’assessora hanno nei loro interventi ricordato l’importanza delle donne nella nostra storia. Don Daniele Gandini, parroco di Vedano Olona, ha benedetto la cerimonia.

A me è spettato il compito di raccontare la storia e la mission di Toponomastica femminile, sottolineando la “misoginia ambientale” nelle targhe delle nostre città e la natura di rilevatore sociale della Toponomastica, oltre all’effetto sull’autostima delle ragazze e sul modo in cui bambini e ragazzi considerano le loro compagne che questo divario di genere nelle intitolazioni può avere. Nei vari momenti previsti dal programma della giornata Michela Prando, attrice e rappresentante dell’associazione Eos contro la violenza, ha letto delle brevi note biografiche delle donne a cui sono state intitolate le vie, sottolineando alcuni episodi significativi delle loro vite o con citazioni tratte dai loro scritti, coinvolgendo con la sua lettura appassionata il pubblico presente. Dopo l’inaugurazione della targa di Maria Montessori il corteo ha percorso un itinerario di genere della città, scoprendo, con l’aiuto prezioso del Sindaco del Consiglio dei ragazzi, le targhe di Via Nilde Jotti, Via Margherita Hack e di Via Tina Anselmi. Sono poi state lette da Michela Prando le brevi biografie di Chiara Lubich, Angela Gotelli, Madre Costituente insieme a Nilde Iotti, Alda Merini, Marie Curie e Rita Levi Montalcini. L’itinerario a piedi si è concluso, con un piccolo rinfresco, nel bellissimo Centro Sportivo di Vedano Olona. La decima donna a cui sarà intitolata una via è Mara Corsolini, consorte di Gianni già decano degli allenatori e dei dirigenti sportivi a livello nazionale, che condividerà col marito la targa.

Riprendo dal sito del Comune le informazioni su di lei, la meno nota al pubblico dei nostri lettori e delle nostre lettrici: Mara Simoni Corsolini (Bologna 1937 – Tradate 2022):«Volontaria nel campo della disabilità, nello sport e nel sociale – Mara Simoni, moglie di Gianni Consolini (allenatore e dirigente italiano di pallacanestro), dal 1970 al 1978 a Vedano Olona fa parte del gruppo che fonda l’Associazione Genitori, iniziando a collaborare con le autorità scolastiche come previsto dalla normativa sui “decreti delegati” ed organizzando le prime “giornate ecologiche”, incontri sulla prevenzione delle droghe e, soprattutto, opportunità di tipo sportivo. Insieme ad altri genitori, dà vita al CEVES (Centro Vedanese Educazione Sportiva) che per diversi anni propone ai bambini e ragazzi di Vedano la possibilità di frequentare corsi di ginnastica artistica, nuoto e pallacanestro. Dal 1978 al 1983 a Pordenone inizia a frequentare la sede dell’Associazione La Nostra Famiglia di San Vito al Tagliamento, facendo volontariato presso il Centro di lavoro guidato per ragazzi con disabilità intellettiva. Dal 1983 al 1986 a Udine continua l’attività nel campo della disabilità mantenendo sia la collaborazione con i genitori conosciuti a San Vito al Tagliamento, sia con l’Associazione La Nostra Famiglia. Dal 1986 a Cantù riprende i contatti con la vicina Direzione Generale dell’Associazione La Nostra Famiglia; dalla collaborazione con la sezione AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici) di Pontelambro deriva l’impegno di diversi anni nel Consiglio Direttivo nazionale e la segreteria del Comitato regionale Lombardo di questa Associazione. Dopo diversi anni di volontariato presso la Cooperativa Il Gabbiano, che gestisce un Centro diurno per disabili adulti, entra nel Consiglio di Amministrazione. Collabora attivamente alla fase di sviluppo della Briantea 84 – associazione sportiva che promuove lo sport per atleti con disabilità, in particolare Basket in carrozzina e Nuoto, Basket e Calcio per disabili mentali. Fa parte del gruppo di rappresentanti delle realtà “Associazione la Nostra Famiglia” e del “Gruppo Amici di don Luigi Monza” che inizia a progettare una nuova modalità di risposta al bisogno delle persone disabili che diventano adulte (dopo di noi). Nasce la Fonos (Fondazione Orizzonti Sereni) di cui è presidente dalla Fondazione al 2007 contribuendo alla nascita di residenze per disabili adulti a Besana Brianza, a Celle Ligure, a Vicenza e fornendo servizi di informazione sui diritti alle famiglie di persone con disabilità. Nel 2016 riceve il premio Viola dell’Associazione Fi.da.pa. per il suo impegno nell’area della disabilità, in particolare per il “dopo di noi”. Nel 2018 riceve con il marito Gianni l’attestato di civica benemerenza del comune di Vedano Olona». Probabilmente per questa intitolazione è stata ottenuta una deroga da parte della Prefettura, non essendo ancora trascorsi 10 anni dalla sua scomparsa.

Sul sito del Comune di Vedano Olona sono reperibili le note biografiche di tutte le donne delle Vie in rosa, tratte dalla Delibera di Giunta del Comune numero 71 del 16 giugno 2022.Prima di queste intitolazioni il Comune di Vedano Olona aveva un’unica via intitolata a una donna: Grazia Deledda, primo e unico Nobel per la letteratura assegnato a una donna italiana. Adesso, contando anche quella di Mara Simoni Corsolini, condivisa col marito, ne ha 11. Come sono cambiate le proporzioni? Prima c’era 1 via su 173 intitolata a una donna, lo 0,5 %; le vie intitolate agli uomini erano 102, cioè il 58,95% e il rapporto tra le vie intitolate alle donne rispetto alle vie intitolate agli uomini era 1 su 102 cioè lo 0,98%. Situazione non molto diversa da quella di molti Comuni della provincia di Varese, ma direi anche di quella di molti Comuni d’Italia. Oggi la proporzione è questa: le vie intitolate alle donne sono diventate il, 6, 35% e il rapporto tra le vie intitolate alle donne e le vie intitolate agli uomini è del 10,78%. Un bel passo avanti nella riduzione del divario di genere nell’odonomastica. Il passo fatto da Vedano Olona lo qualifica senz’altro come uno dei Comuni più virtuosi d’Italia, forse quello che in un giorno ha provveduto a più intitolazioni al femminile. Il record mondiale di vie intitolate alle donne, se non mi sbaglio, resta ancora quello del Comune di Guspini in Sardegna, di cui ha scritto Laura Candiani in un articolo della nostra rivista, a cui rinvio (.https://vitaminevaganti.com/2022/02/19/come-superare-il-divario-di-genere-nella-odonomastica-lesempio-virtuoso-di-guspini/) Si tratta comunque di un esempio sui generis, dovuto a una persona e a una storia molto particolari, che chi leggerà potrà scoprire.


Speriamo che, come la consigliera provinciale di parità Anna Danesi ha affermato nella bella giornata delle Vie in rosa, molti Comuni seguano l’esempio di Vedano Olona e facciano riscoprire la vita e le storie di tante donne, nazionali internazionali e locali, alle loro comunità, intitolando loro strade, piazze, giardini, parchi, rotonde, scuole, piste ciclabili e altri luoghi. Noi di Toponomastica femminile restiamo a disposizione, anche per progetti da costruire insieme, al fianco di un’Amministrazione, di una comunità, di un’assessora e di un Sindaco tanto sensibili alla tematica che ci sta a cuore: dare visibilità alle donne attraverso i nomi delle vie e dei luoghi delle loro città, in modo che anche le donne, finalmente, possano entrare nella nostra memoria, vedendo riconosciuto ciò che hanno fatto.

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Articolo di Sara Marsico

Ama definirsi un’escursionista con la e minuscola e una Camminatrice con la c maiuscola. Docente per passione da poco in pensione, è stata presidente dell’Osservatorio contro le mafie nel sud Milano e referente di Toponomastica femminile nella sua scuola. Scrive di donne, Costituzione e cammini.