Torneo letterario Robinson. Aggiornamenti e nuove proposte

Dopo una prima tornata in cui il nostro gruppo di lettura è stato chiamato a esprimersi su una serie di romanzi italiani usciti nel 2021, di cui abbiamo riferito sui n. 173 e 177 di Vitamine vaganti, il torneo è andato avanti e a noi sono pervenuti ancora dieci romanzi, suddivisi in coppie da assegnare ciascuna a due di noi. Li abbiamo letti e abbiamo espresso il nostro giudizio, che ha contribuito insieme a quello di tanti altri lettori e lettrici di tutta Italia a far procedere o fermare ogni singola opera, fino a decretare le 71 finaliste (su 850 iniziali), di cui Giorgio Dell’Arti ha dato conto su Robinson il 6 agosto. Possiamo anticipare che si sono verificate bocciature clamorose e che i romanzi storici sono piaciuti assai (18), a questi si aggiungono 15 gialli (comprendendo anche un volume di racconti), mentre le storie d’amore (solo 3) hanno un po’ deluso; tuttavia la gran parte dei libri selezionati non è nettamente classificabile in alcun genere. 

Andrea Ferraris, Una zanzara nell’orecchio, Einaudi Editore, 2021

Facciamo ora una sintetica carrellata, per fornire nuove utili indicazioni a chi voglia seguirci in questo appassionante percorso. Fra i libri ricevuti, un ruolo a sé ha Una zanzara nell’orecchio di Andrea Ferraris perché di fatto è una graphic novel, in cui si raccontano in modo acuto e ironico le peripezie di una coppia per adottare una piccola indiana; prima la trafila burocratica, poi il viaggio della speranza, quindi l’impatto con la realtà locale, l’incontro e il difficile reciproco adattamento, fino alla bella rasserenante fotografia conclusiva, che ritrae la nuova famiglia venutasi a creare. Fra le letture che sono risultate più gradite, si segnalano E poi saremo salvi, Randagi, Cercando il mio nome e Tracce di Ada di Maria Masella.

Maria Masella, Tracce di Ada, Castelvecchi editore, 2021

Storia quest’ultima fra presente e passato, scritta in prima persona da Monica, modesta lavoratrice nonostante la famiglia agiata e gli studi interrotti, che rievoca l’amicizia fra Anna, la madre, e Ada, onnipresente nelle loro vite. La nonna, il nonno, il padre, figure determinanti, ma più sfumate rispetto alla forte personalità di Ada, una “quasi mamma” con cui il rapporto si è spezzato, specie da quando Anna ha fatto una scoperta che l’ha disorientata e poi, vedova da tempo, si è trovata per compagno «un infante». Qualcosa viene taciuta, volutamente, da Monica-Momò, altro anche a lei è ignoto. Protagonista è pure Genova, nei suoi angoli belli o più trascurati, con il suo mare e le sue viuzze scoscese, le sue piazze, la sua umanità, raccontata proprio quando si apprende con dolore della morte di chi l’ha saputa cantare come pochi: Fabrizio De Andrè. 

Cercando il mio nome di Carmen Barbieri, secondo il parere di Gianmaria Di Silvestro, «è un romanzo bellissimo e triste che tocca il cuore. Per superare il lutto paterno la giovane Anna si guadagna da vivere lavorando come spogliarellista in un night. Sono entrato subito in empatia con Anna già dai primi momenti, piangendo e soffrendo per lei quando la superficialità e la mascolinità tossica dei clienti non comprendono la grandezza d’animo della ragazza, soprattutto mentre rievoca la sua infanzia e la nonna defunta con cui parla. Un viaggio dentro l’anima e la profondità di Anna, un viaggio da intraprendere per far capire a tanti uomini la necessità di liberarsi dal proprio maschilismo e per afferrare l’importanza del dialogo e del non giudicare le vite altrui».

Marco Amerighi, Randagi, Bollati Boringhieri, 2021

Ecco le due brevi recensioni di Donatella Caione: «Randagi di Marco Amerighi racconta i primi trent’anni di vita di Pietro Benati avendo sullo sfondo la città di Pisa e avvenimenti che in questi decenni abbiamo vissuto tutte e tutti, divenuti parte dell’esistenza quotidiana. Come gli altri uomini della sua famiglia anche Pietro vive la maledizione che li porta ad un certo punto a scomparire ma a differenza degli altri Pietro sparisce soprattutto a sé stesso. La sua giovinezza trascorre randagia all’ombra di un fratello amato, bravo in tutto, una madre ipocondriaca non verso sé stessa ma verso i figli, un padre truffatore; inserito in uno strano universo di amicizie Pietro fatica a trovare la sua strada, il suo posto nel mondo.

Ho amato la caratterizzazione dei ruoli, la capacità di stravolgere la propria vita, la narrazione delle difficoltà del crescere, del voler bene, nonostante tutto, ai propri familiari, di accettare di farsi amare ed amare. Ma in qualche modo ci riesce. Il romanzo è gradevolissimo, i personaggi ottimamente rappresentati, la lettura rimane sempre coinvolgente ed appassionante. 

E poi saremo salvi di Alessandra Carati è un libro bello e doloroso. Sembra che sia la guerra la protagonista e invece lo sono le devastazioni della guerra. Non solo quelle di morte e distruzione ma quelle di tipo culturale: lo sradicamento di una famiglia con tutto quello che comporta, lo scontrarsi di un nucleo patriarcale con una società che apparentemente non lo è. Riuscire a fuggire da un Paese in guerra attraversando confini può sembrare una impresa vittoriosa ma dopo la fuga cominciano ben altre difficoltà. E lo sa bene la protagonista, divisa tra due mondi, due culture, due famiglie». 

Ed ora in sintesi: Il club Montecristo di Fabiano Massimi, secondo Fosca Pizzaroni, «è un giallo ben confezionato e interessante per vari aspetti: il fatto di essere ambientato a Mutina, l’antica città romana sepolta sotto le fondamenta di Modena, così come lo spirito di “appartenenza” al Club che dà nuove possibilità di vita agli ex detenuti. Si legge piacevolmente, ottimo sotto l’ombrellone». 

La Dama di Rue de Vaugirard di Stefano Jacini: «Una interessante e intricata storia che vede protagonista una misteriosa signora ritratta in un dipinto, legata agli anni parigini di Gioachino Rossini e agli ambienti frivoli e misteriosi del tempo. Un romanzo di stampo giallo sicuramente avvincente ma che rischia di far perdere nei meandri lettori e lettrici perché assai complesso in alcune costruzioni con troppa carne al fuoco dentro». (Gianmaria Di Silvestro)

Nessuno sotto il letto di Paola Musa: «Storia davvero curiosa, quella del signor Trombetta, proprietario di una agenzia funebre in un paesino spopolato e ventoso; uomo solitario e abitudinario, in continuo confronto con l’incombente figura paterna di cui conserva acuta memoria, ha tutti i suoi riti, le sue piccole innocenti manie, i suoi pensieri di modesto (ma socialmente utile) imprenditore, ormai quasi del tutto privo di concorrenza, ma in continua attesa di nuovi “clienti”. Finché gli piomba in casa uno sconosciuto che travolgerà la sua triste esistenza. Scorrevole e divertente». (L. C.) Multiversum di Leonardo Patrignani: «Romanzo con trama originale, moderna, con continui colpi di scena. La scrittura è leggera, che rende la lettura piacevole, e la storia di questi due ragazzi che si conoscono, si cercano, lottano insieme contro la ‘distruzione’ del mondo, pur vivendo in due periodi storici diversi è risultata appassionante e coinvolgente, anche se a tratti un poco fumosa per i tanti salti spazio-temporali. Adattamento per una sceneggiatura cinematografica assicurato». (Anna Maria Baccan)

Concludiamo con Lady Constance Lloyd. L’importanza di chiamarsi Wilde di Laura Guglielmi; secondo Marina Antonelli «una biografia tutt’altro che da scartare. Constance ha mantenuto una sua individualità nonostante fosse sposata con un uomo geniale e discusso come Oscar Wilde e la sua vita merita sicuramente di non cadere nell’oblìo».Come sempre, chi volesse curiosare, approfondire, saperne di più può andare sul sito: https://torneoletterariodirobinson.blogautore.repubblica.it e leggere ogni sabato Robinson, allegato al quotidiano la Repubblica.

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Articolo di Laura Candiani

Ex insegnante di Materie letterarie, dal 2012 collabora con Toponomastica femminile di cui è referente per la provincia di Pistoia. Scrive articoli e biografie, cura mostre e pubblicazioni, interviene in convegni. È fra le autrici del volume Le Mille. I primati delle donne. Ha scritto due guide al femminile dedicate al suo territorio: una sul capoluogo, l’altra intitolata La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne.

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