Salento. Camera vista mare

Le saghe familiari hanno sempre avuto un fascino particolare e la letteratura ne è ricca, ma trovarne una così interessante, anche pensando alla genealogia femminile, in una catena alberghiera, è un fatto molto singolare. È ciò che ci ha stupito incontrando Annamaria Caputo, della Caroli Hotels, nipote di chi negli anni ’60 ebbe il coraggio di intraprendere una nuova strada imprenditoriale, iniziando un cammino di successi economici e di espansione che sta ancora proseguendo. Ma vogliamo sentire dalla sua viva voce il racconto dei ricordi familiari, che porta dentro di sé come un faro che illumina la rotta e indica la via per andare oltre.

Hotel Terminal della Caroli Hotels, Marina Di Leuca. Foto di Danila Baldo

Leggendo la storia della tua famiglia sul sito internet Caroli Hotels se ne colgono bene, seppur in sintesi, i contenuti principali. Ma come ti è stata narrata, quand’eri bambina, la vicenda di “nonno” Attilio e “nonna” Gilda? I cui nomi sono, tra l’altro, rimasti nella discendenza come un bel ricordo?
Il nonno Attilio mi è stato raccontato come una persona visionaria, molto più avanti del suo tempo: nel secolo scorso, aveva esteso oltre i confini nazionali il commercio di carrube e fichi (caposaldo dell’azienda agroalimentare di famiglia guidata da suo padre Cosimo) per poi passare al turismo, in un periodo storico in cui in Puglia il turismo muoveva i primissimi passi e il suo progetto veniva guardato con molta perplessità da parte della maggior parte della gente. Ma ancora più interessante è la storia della nonna, Gilda Nuzzolese, barese, che negli anni ’30 aveva conseguito il diploma magistrale (cosa già insolita per i tempi) e si era trasferita, da sola, per il suo primo incarico, in un paesino della Valle d’Itria, Locorotondo e poi in un altro paese piccolo piccolo della campagna salentina, Taurisano (dove incontrerà il nonno): mi è sempre piaciuta molto la storia di questa donna giovane e anticonformista che ha scelto la strada dell’indipendenza in un periodo in cui i percorsi femminili prevedevano ben altro.
Mio padre era un medico, un appassionato medico della mutua, che alla fine degli anni Ottanta ha cominciato piano piano ad affiancare il suocero nella gestione dell’azienda che intanto stava crescendo, e a cui si è poi aggiunta anche mia madre che, nella prima parte della sua vita, si era dedicata solo alla famiglia. Mia madre, per tutti e tutte “la signora Maria Domenica”, era una donna intelligente, curiosa, molto ironica, aperta all’ascolto. Poi man mano siamo entrati nell’azienda anche io, i miei fratelli – di cui uno ha preso il nome Attilio del nonno – e mia sorella Gilda – come la nonna – con compiti differenti e con caratteri diversi: insieme ci impegniamo, con molta fatica, nel portare avanti questo progetto aziendale, nel quale da alcuni anni si sono inseriti anche i membri della quarta generazione, con l’entusiasmo che contraddistingue i giovani.

Ritratto di Maria Domenica Caroli, madre di Annamaria Caputo. Interno di Villa Meridiana, Marina di Leuca
Fotografia delle nozze dei nonni Attilio Caroli e Gilda Nuzzolese. Interno di Villa Meridiana, Marina di Leuca
Annamaria e Gilda Caputo (direttrice dell’Hotel Terminal-Caroli Hotels). Foto di Floriana Maci

Qual è il tuo ruolo nell’azienda?
Mi occupo di itinerari e soggiorni di gruppo: propongo i percorsi classici salentini ma soprattutto quelli non convenzionali (come Donne sul filo di un racconto, che rilegge alcuni luoghi del Salento attraverso le storie delle donne che vi hanno vissuto) a gruppi di turisti e turiste di tutte le età, dal centro anziani all’associazione culturale o alla scolaresca, con lo stesso obiettivo: trasmettere in chi viene in visita nel nostro territorio emozione e bellezza.

Annamaria Caputo e Danila Baldo durante l’educational tour.
Foto di Gilda Caputo
Annamaria Caputo (al centro) durante una visita alla casa-museo dello studioso Alfredo Calabrese

Ritieni che le donne abbiano raggiunto parità di diritti e di doveri nella società attuale oppure noti, anche dalla tua posizione privilegiata di osservazione di mode e costumi, ancora dei traguardi da raggiungere? E se sì, dove?
In teoria, i diritti e i doveri sono gli stessi, ma in pratica penso che alle donne non venga ancora pienamente riconosciuto il loro valore e che non vengano messe nella condizione di potersi realizzare sia in ambito personale che professionale senza dover per forza sacrificare l’uno o l’altro. È un problema culturale: il ruolo della donna fino a poco tempo fa è stato altro ed è difficile scardinare una mentalità così profondamente consolidata, quasi interiorizzata direi. Perciò credo che sia importante cominciare a parlare di parità di genere già nella scuola dell’infanzia, oltre che, ovviamente, in famiglia.

Floriana Maci (a sinistra) e Annamaria Caputo (a destra) a Villa Meridiana, Marina di Leuca. Foto di Danila Baldo

Ci racconti come è avvenuta la collaborazione con la nostra associazione Toponomastica femminile e quali idee di nuove azioni ne sono nate?
Mio fratello Attilio è venuto a conoscenza dell’iniziativa Camera d’Autrice, gli è piaciuta, ci è piaciuta, così ho contattato Maria Pia Ercolini, presidente di Toponomastica femminile, e abbiamo concordato di creare una “Camera d’Autrice” (la quarta in tutta Italia) all’Hotel Terminal di Santa Maria di Leuca. L’abbiamo dedicata a Renata Fonte, l’assessora di Nardò assassinata sotto casa il 31 marzo 1984 per essersi opposta a un progetto di speculazione edilizia in quello che poi diventerà il parco naturale di Porto Selvaggio: nella stanza, la numero 232, affacciata sul mare, ci sono i libri dedicati a Renata, le sue poesie, le riproduzioni dei suoi quadri, la foto dell’orchidea selvatica che porta il suo nome scoperta da Roberto Gennaio. (La bella inaugurazione – si può leggerne qui il racconto – è avvenuta il 25 luglio 2021). È una camera che può ospitare una famiglia con una bambina o un bambino perché ci piaceva l’idea che anche i piccoli ospiti potessero conoscere la storia di questa donna, magari leggendo il graphic novel che le è stato dedicato. Contiamo di riproporre altre “Camera d’Autrice” anche nei nostri alberghi di Gallipoli: stiamo valutando a chi dedicarle, non è una scelta facile. Grazie al lavoro appassionato di una grande conoscitrice del territorio, Floriana Maci (qui l’intervista), la storia di Renata Fonte è diventata parte di una serie di percorsi tutti al femminile (Donne sul filo di un racconto – qui l’itinerario 1) che parlano del Salento attraverso storie di donne: Maria d’Enghien, Tina Lambrini, Sofia Stevens, Antonietta De Pace, Giulia Paladini, solo per citarne alcune.

Camera Renata Fonte, 232, Hotel Terminal.
Foto di Danila Baldo
Ecoresort Le Sirene, della Caroli Hotels di Gallipoli. La prima a sinistra Floriana Maci, la prima a destra Annamaria Caputo.
Foto di Emma De Pasquale

C’è attenzione da parte vostra al mondo giovanile, anche pensando alla formazione nel vostro settore?
Lavoriamo in sinergia con molte scuole e in particolare con Istituti Alberghieri a cui è dedicato il Concorso di enogastronomia, servizi di sala e vendita, accoglienza turistica Caroli Hotels-Premio Attilio Caroli e Gilda Nuzzolese-Premio Mario Caputo e Maria Domenica Caroli, che si svolge nel mese di marzo ed è giunto alla settima edizione; poi è attivo un rapporto di collaborazione con l’Associazione Italiana Persone Down finalizzato all’inserimento nel mondo del lavoro di persone con tale patologia.

Quali altre sfide senti di aver davanti?
Mi piacerebbe contribuire a far diventare il Salento una destinazione turistica per 12 mesi all’anno, attraverso percorsi non convenzionali che leggano le località più note (Lecce, Gallipoli, Otranto, Santa Maria di Leuca) da prospettive diverse o che permettano di scoprire luoghi più nascosti (Galatina, Presicce, Palazzo Comi-Casa Museo a Lucugnano, Tricase, il complesso di Santa Maria di Leuca del Belvedere a Barbarano) ma sempre capaci di trasmettere bellezza ed emozioni.

Donne come Annamaria Caputo è bello che diventino un esempio per le giovani, perché sappiano, in questo come in ogni altro settore sociale e culturale, di avere delle possibilità di realizzazione che non devono essere frenate od ostacolate solo per il pregiudizio che, una volta accasate e diventate madri, non possano dedicarsi adeguatamente alla loro vita o alla loro professione.

In copertina: Annamaria Caputo. Foto di Danila Baldo.

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Articolo di:

Danila Baldo

Laureata in filosofia teoretica e perfezionata in epistemologia, tiene corsi di aggiornamento per docenti, in particolare sui temi delle politiche di genere. È referente provinciale per Lodi e vicepresidente dell’associazione Toponomastica femminile. Collabora con con Se non ora quando? SNOQ Lodi e con IFE Iniziativa femminista europea. È stata Consigliera di Parità provinciale dal 2001 al 2009 e docente di filosofia e scienze umane fino al settembre 2020.

Emma de Pasquale

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Emma de Pasquale è nata a Roma nel 1997. Laureata magistrale in Italianistica, è attualmente giornalista pubblicista. Mangia il mondo con occhi curiosi e ama raccontare. Da sempre crede profondamente nel potere della narrazione di restituire fiato alle tante voci soffocate dalla storia.

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