Tra gli itinerari culturali in terra salentina, scelti con sguardo di genere nel tour educational Donne sul filo di un racconto (in appendice gli articoli precedenti che hanno iniziato a narrarne genesi e percorsi), un posto di eccellenza è stato riservato alla visita della Fondazione Le Costantine. A Casamassella, frazione del comune di Uggiano la Chiesa, in provincia di Lecce, si trova un luogo che è stato definito “un paradiso sostenibile nel cuore del Salento”, in cui l’agricoltura biologica si intreccia alla produzione artigianale di capi di abbigliamento e accessori, tessuti con una gestualità antica che si tramanda da generazioni.
Durante la visita, si respira cura nei confronti dell’ambiente e di chi lo abita, un’idea di lavoro che punta all’eccellenza, un atteggiamento di responsabilità verso il mondo e la centralità delle persone. Questi valori, come un’eredità che illumina il presente e ispira il futuro, sono trasmessi dalle fondatrici de Le Costantine, e per conoscerle vogliamo conversare con l’avvocata Maria Cristina Rizzo, attualmente presidente della Fondazione.

Qual è la storia della Fondazione? Da dove trae il suo nome e le sue origini?
Dobbiamo partire dall’inizio, cioè dall’azione culturale, sociale e politica svolta da cinque donne straordinarie che vissero e operarono nella prima metà del secolo scorso: Carolina de Viti de Marco, le sue due figlie Lucia e Giulia Starace, Harriett Lathrop Dunham, sposa dell’economista Antonio de Viti de Marco e Lucia de Viti de Marco, sua figlia. L’impegno e il lavoro pioniero di queste grandi donne nella direzione dell’emancipazione e della libertà femminile, del benessere e della cooperazione sociale, della preservazione della cultura del territorio e della tutela dell’ambiente, è confluito poi nel progetto della Fondazione. Da dove derivi poi il nome Le Costantine, non è mai stato accertato… io penso che dipenda dal fatto che nella famiglia il nome Costanza sia presente in più casi.
Furono in particolare le due cugine, Giulia Starace e Lucia de Viti de Marco che, facendosi eredi dello spirito e dell’operato delle madri, immaginarono, disegnarono e resero possibile, attraverso i loro lasciti testamentari, la creazione di questo luogo di convivenza, in cui lavoro, ospitalità e cura si coniugano secondo un sapere antico e modernissimo. Entrambe appassionate alle dottrine di Rudolf Steiner e seguaci dell’Antroposofia, vollero che fosse continuata nel tempo l’illuminata azione filantropica e sociale che aveva caratterizzato la loro vita e quella degli altri membri della loro famiglia.

Foto di Danila Baldo
Le Costantine è una Fondazione riconosciuta Ente Morale con Decreto del Presidente della Regione Puglia n. 171/REG del 15 aprile 1986, che svolge attività nei settori dell’agricoltura, dell’artigianato, dell’accoglienza anche di soggetti appartenenti a particolari categorie (portatori di handicap, comunità giovanili, ecc.) nonché della formazione professionale. Cura la salvaguardia e il recupero del patrimonio artistico-artigianale del territorio con il suo laboratorio di tessitura artigianale, custode di un immenso patrimonio immateriale di arti antiche tramandate oralmente e polo di eccellenza nel settore dell’artigianato, con le sue produzioni realizzate su antichi telai in legno a quattro licci.

Foto di Emma de Pasquale

Foto di Emma de Pasquale
Costituisce, inoltre, un eccellente modello di agricoltura biodinamica. Già dal 1985, nella sua tenuta di 33 ettari di terreno, si pratica questo metodo di coltivazione che si avvale di tecniche agricole rispettose dell’ambiente e della biodiversità. Tutti i prodotti coltivati nella tenuta sono certificati dal marchio di qualità Demeter. Il Centro servizi formativi della Fondazione, accreditato presso la Regione Puglia negli ambiti previsti dal settore della formazione professionale, è impegnato dal 2004 nella programmazione e realizzazione di attività formative finanziate dal fondo sociale europeo e da fondi pubblici e privati. Negli ultimi anni i risultati raggiunti hanno permesso al Centro di sviluppare una solida rete di collaborazioni con istituti scolastici, Università, Aziende e Fondazioni per l’erogazione di percorsi innovativi e di alta specializzazione.

«Ricostruire il passato, per definire il presente e progettare il futuro». Questa oggi è la mission di quanti lavorano in Fondazione: sfruttare appieno le potenzialità di un luogo, così vario e ricco di possibilità diverse, far conoscere e rivivere la storia delle donne che crearono tutto ciò; donne che con la loro lungimiranza, costituirono un eccellente “prototipo” di imprenditoria femminile in uno sperduto borgo della campagna pugliese di fine Ottocento.
Tu ora ne sei la presidente, da quando? E che cosa ti ha spinta a occuparti di questo, a fianco della tua professione e dei tanti altri tuoi impegni?
Sono entrata a far parte del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Le Costantine nel 1998, a 38 anni. Ero stata eletta sindaco di Uggiano la Chiesa e Casamassella, dove ha sede la Fondazione, e il sindaco, per volontà statutarie, fa parte di diritto del cda. Quando sono arrivata ero l’unica persona giovane in un consiglio di persone molto avanti negli anni. La Fondazione era stata costituita nel 1982 da Donna Giulia Starace, due anni prima che morisse, ma nessuna delle attività che lei desiderava si svolgessero era stata avviata, a eccezione dell’agricoltura biodinamica, che comunque veniva svolta nella Tenuta.
Mi resi subito conto del grande patrimonio morale e culturale che ci era stato lasciato e sposai totalmente le missioni che Donna Giulia e sua cugina Donna Lucia De Viti De Marco, ci avevano affidato.
Tra queste ritenevo fosse fondamentale recuperare l’arte della tessitura per non disperdere tutti quei saperi artigiani che, se non tramandati, sarebbero scomparsi. Abbiamo, quindi, aperto il laboratorio di tessitura 20 anni fa e da allora, tra mille difficoltà, è stato un crescendo.

Foto di Emma de Pasquale

Foto di Emma de Pasquale
Nel 2007, lasciata la carica di Sindaco dopo due mandati, sono stata cooptata nel cda della Fondazione. E nel 2009 ne sono diventata la Presidente.
Da Presidente ho puntato moltissimo sul laboratorio di tessitura ma anche sulla formazione professionale, che è l’attività più recente. Avviato stabilmente da dieci anni, il settore della formazione professionale ci ha permesso di formare non solo nuove tessitrici, ma anche di occuparci del recupero della dispersione scolastica per ragazze e ragazzi minori, italiani e stranieri immigrati. Il nostro modo per dare un futuro alle persone più fragili.
Ci descrivi il laboratorio di tessitura a mano, che abbiamo avuto il piacere di visitare, e il significato del nome allegro che porta: Cantando e amando?
Il laboratorio di tessitura è un ossimoro: gli antichi telai richiamano tempi passati, ma i manufatti che si realizzano ancora oggi raccontano di progetti visionari e di proiezione verso il futuro.
Il nome è una sintesi del nostro concetto di lavoro. Lo abbiamo ereditato da donna Giulia Starace, ma non abbiamo avuto difficoltà a farlo nostro: il lavoro è certamente più piacevole se si canticchia mentre lo si svolge e il risultato è certamente più soddisfacente quando si ama quello che si fa.
Un proverbio pugliese recita: «Quando c’è gusto non c’è perdenza», che significa che quando c’è passione c’è anche profitto: è questo il senso profondo della vostra attività imprenditoriale, artigianale/artistica?
Il significato più corretto della frase è che quando si fanno le cose con piacere non ci si rimette mai, anche se non ci guadagni. Io lo applico tutti i giorni in Fondazione, visto che sono anche una volontaria.
Recentemente siete state notate da Dior, che ha voluto fortemente i vostri tessuti per la sfilata Cruise 2021, tenutasi proprio in Puglia. Come è nato e come si è declinato il rapporto tra la vostra fondazione di tessitura artigianale dell’entroterra salentino e uno dei marchi-simbolo della moda globalizzata?
Abbiamo ricevuto la visita di Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa di Dior prima che scoppiasse il lock down e ci siamo intese subito. Dior mira a valorizzare le varie forme di artigianato locale e nel nostro caso ci ha commissionato i tessuti con i quali ha realizzato i vestiti per la sfilata Cruise 2021, che si è svolta a Lecce nel luglio 2020. Così grazie a Chiuri, Lecce e l’Italia hanno conquistato la visibilità (internazionale) che gli spetta. La collezione Cruise Dior 2021 si può dire che sia la “reincarnazione” della donna salentina, che è passata dagli abiti poveri della tradizione agricola e contadina a quelli preziosi di una delle più importanti griffe al mondo, mantenendo però il loro “spirito”. E poi la collaborazione non è finita.


Quali progetti e “sogni” avete per il futuro, dopo che anche al Convitto Palmieri di Lecce si è inaugurata nel dicembre 2021, ed è terminata il 3 giugno scorso, la bella mostra Le anime del tessile, a cura di Elena Laurenzi e Brizia Minerva, con la proiezione del film documentario Amando e cantando di Edoardo Winspeare, che parla di voi?
La mostra e il documentario sono stati fondamentali per farci conoscere nel mondo. Ora non ci poniamo limiti. Non lo abbiamo mai fatto. L’esperienza ci ha insegnato che a volte accade l’insperato. E con questo stato d’animo, conoscendo l’imprevedibilità della vita, nel bene e nel male, siamo pronte a cogliere ogni opportunità.

Affascinate dalla personalità e dal racconto appassionato di una storia che lega imprenditorialità ed emancipazione femminile, lavori tradizionali femminili e spinta verso il futuro, salutiamo e ringraziamo Maria Cristina Rizzo, augurando alla Fondazione e alle tante donne che vi lavorano sempre più gratificazioni e giusti riconoscimenti.
In copertina: Maria Cristina Rizzo, durante la visita a Le Costantine. Foto di Danila Baldo.
Le precedenti tappe:
Intervista a Floriana Maci. Donne sul filo di un racconto
Itinerario 1. Un altro genere di sguardo
Intervista ad Annamaria Caputo. Camera vista mare
Itinerario 2. Il coraggio di difendere la bellezza
Intervista a Maria Cristina Rizzo. Cantando e amando
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Articolo di:

Laureata in filosofia teoretica e perfezionata in epistemologia, tiene corsi di aggiornamento per docenti, in particolare sui temi delle politiche di genere. È referente provinciale per Lodi e vicepresidente dell’associazione Toponomastica femminile. Collabora con con Se non ora quando? SNOQ Lodi e con IFE Iniziativa femminista europea. È stata Consigliera di Parità provinciale dal 2001 al 2009 e docente di filosofia e scienze umane fino al settembre 2020.

Emma de Pasquale è nata a Roma nel 1997. Laureata magistrale in Italianistica, è attualmente giornalista pubblicista. Mangia il mondo con occhi curiosi e ama raccontare. Da sempre crede profondamente nel potere della narrazione di restituire fiato alle tante voci soffocate dalla storia.